Politica

Frattura cerca il pass per la leadership: “Il Molise non ha bisogno del ’minestrone’”

Dagli avversari interni al Pd agli alleati che lo hanno scaricato, il governatore uscente lancia messaggi distensivi a Roberto Ruta e Danilo Leva: "L’unità del centrosinistra si può ricostruire, c’è tempo per fare le primarie". Poi lancia la sfida al giudice del Tribunale di Isernia: "Non serve un governo di salute pubblica, il Molise ha cambiato passo". Infine, nella conferenza stampa di fine anno, il numero uno di palazzo Vitale ’incorona’ la sua squadra di governo: "Obiettivi raggiunti su lavoro, sanità e trasporto ferroviario. Il Molise ha 10mila occupati in più rispetto al 2013".

La certezza della sua candidatura ancora non c’è, né appare così blindata. Paolo di Laura Frattura affronta la stampa per la conferenza di fine anno – che si trasforma in un bilancio dei cinque anni di mandato – senza avere ancora in tasca il ‘patentino della leadership’. E con una serie di scogli che rendono difficile la sua riconferma: gli alleati che lo hanno abbandonato, i rumors di una possibile legittimazione (anche dai vertici nazionali del Pd) per il rettore Gianmaria Palmieri.

Nonostante ciò, chi si aspettava un presidente vulcanico o quanto meno un po’ incavolato è rimasto deluso. Niente toni accesi o accuse. Certo, qualche sassolino dalla scarpa il capo di palazzo Vitale pure se lo toglie in un’ora e mezza di confronto serrato con i giornalisti nella conferenza d fine anno di stamane 30 dicembre. Ce l’ha con chi ha abbandonato il carro per creare l’Ulivo 2.0.
«L’unità del centrosinistra si può ricostruire. Io auspico un programma comune con l’Ulivo 2.0» perché, dice, «non mi sono autoproposto sulla base di autovalutazioni». Sulla sua candidatura non indietreggia di un millimetro: «Io sono disponibile a fare le primarie» anche perché, ricorda, nel 2012 le consultazioni popolari vennero organizzate nel giro di una settimana per scegliere i candidati al Parlamento. Dunque, «sono convinto che il buon senso e la qualità della proposta prevarranno sui personalismi o si superano con gli strumenti democratici consentendo ai cittadini di scegliere chi può rappresentare il programma di un centrosinistra unito. C’è il tempo per fare le primarie».

Poi alza la voce: «Devono dirmelo i cittadini se devo fare un passo indietro. Le valutazioni dei singoli (il riferimento è a Roberto Ruta che ha già dichiarato la sua disponibilità a fare un passo indietro per l’unità della coalizione, ndr) non mi appassionano: quando si gioca di squadra, si chiede al pubblico di valutare la squadra, non agli stessi giocatori».

In caso contrario, «se non si determinano i presupposti per una sintesi, il Pd voterà in assemblea la proposta che il segretario porterà che poi sarà votata e approvata dalla maggioranza. Sono convinto però che la soluzione non richiederà il passaggio in assemblea».

Il presidente apre pure una parentesi su Rialzati Molise, il movimento di Patriciello che ha preso le distanze da lui: «Aldo Patriciello era ed è europarlamentare di Forza Italia ed è normale che la sua posizione sia all’interno del centrodestra». Diverso il discorso per Vincenzo Cotugno: «Le sue dichiarazioni mi hanno destabilizzato anche perché ha espresso apprezzamento per il governo Frattura». Non nasconde una puntura di spillo: «Lui non ha avuto lo strapuntino in questa maggioranza: nella prima parte del mandato è stato consigliere delegato alla programmazione, poi è stato eletto presidente del Consiglio regionale».

Nessun timore reverenziale se il suo avversario dovesse essere Vincenzo Di Giacomo. Anzi, esplicita: «per il Molise non c’è bisogno del ‘minestrone’, ma di fatti concreti». Il riferimento è all’ampia coalizione che sostiene il giudice del Tribunale di Isernia: moderati e movimenti civici. E soprattutto «non c’è bisogno di un governo di salute pubblica perché, a parte alcune difficoltà oggettive legate al basso tasso di natalità e al rischio povertà per tante famiglie, per tutti gli altri settori c’è una radicale inversione di tendenza». E insiste: «Il Molise non vive più gli incubi di cinque anni fa e ora è troppo facile fare una coalizione alla ‘vogliamoci bene’».

Il capo della Giunta infatti promuove il suo operato. Il primo dato è il lavoro: «ci sono 10mila lavoratori in più: dai 96.700 del 2013 siamo passati ai 107.200 del terzo trimestre del 2017. Non abbiamo risolto tutti i problemi, ma almeno un’inversione di rotta c’è stata». Un’inversione che per Frattura è cominciata da una delle più importanti aziende della regione: la Gam. «Era in coma, l’abbiamo salvata grazie all’investimento di Amadori. La Gam – ricorda – registrava perdite tra i 15 e i 18 milioni all’anno che venivano coperte con il 12% delle entrate fiscali, ossia con le tasse dei cittadini».

Rivendica gli obiettivi raggiunti nella sanità perché «con l’uscita dal piano di rientro, nel 2018 avremo di nuovo la paternità sul sistema sanitario e potremo ridiscutere tutto nel rispetto della sostenibilità del servizio e della sua qualità. Inoltre, abbiamo sboccato il turn over e assumeremo 900 unità». Un’altra bandierina riguarda il trasporto pubblico su ferro. In particolare, sdogana il ‘mito’ della metropolitana leggera: «E’ stato uno dei tormentoni di questa legislatura, ma senza quest’opera non avremmo ottenuto gli 80 milioni di euro per l’elettrificazione dell’intera linea».

Nel bilancio trova spazio pure un giudizio su assessori e consiglieri delegati della sua Giunta. Promosso Vittorino Facciolla perché «gli occupati in agricoltura sono aumentati del 20%, siamo all’80% delle risorse impiegate per il Psr. Abbiamo approvato tutti i Piani di tutela del territorio». Bene anche l’operato di Pierpaolo Nagni: «gli occupati nell’edilizia sono aumentati anche in questo caso del 20%,mentre in questi anni abbiamo appaltato opere per 150 milioni di euro e per abbiamo interventi in esecuzione per 122 milioni» e di Carlo Veneziale: «abbiamo ottenuto il riconoscimento dell’Area di crisi complessa e non complessa, abbiamo messo in campo politiche attive del lavoro»).

Parole di elogio per Salvatore Ciocca, l’unico presente alla conferenza: «Nel 2013, quando ci siamo insediati, la ricostruzione era al 36%, oggi siamo quasi all’80%». Stesso discorso per Nico Ioffredi: «sono stati organizzati tantissimi eventi, abbiamo avuto le mostre di Picasso, De Chirico e Marotta, è stata valorizzata la Fondazione Molise Cultura, un sistema ‘parcheggiato’ è diventato una risorsa con benefici per la ricettività del territorio». Quindi Cristiano Di Pietro: «finalmente abbiamo approvato il Piano venatorio» e Carmelo Parpiglia: «abbiamo investito sull’impiantistica sportiva». Insomma, «la squadra ha lavorato per una Regione che era come uno scolapasta». A marzo si saprà pure chi riceverà la promozione dagli elettori. SP

Più informazioni
commenta