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Via il listino e il voto disgiunto, un solo Collegio: il Molise ha la sua legge elettorale

Approvata a colpi di maggioranza intorno alle 3 della scorsa notte la legge che regola l’elezione del Presidente di Giunta e dei consiglieri. Le novità principali riguardano l’abolizione del listino maggioritario, l’impossibilità d’ora in avanti di esprimere un voto disgiunto, la soglia di sbarramento al 10 per cento per le coalizioni e al 3 per cento per le liste. E poi la rappresentanza di genere: gli esponenti di un sesso non possono superare il 60 per cento dei candidati di una lista. Decisa anche l’incompatibilità tra la carica di assessore e consigliere regionale. Non passa la norma che vieta ai sindaci di candidarsi.

Una giornata lunghissima, terminata dopo le tre di notte nell’Aula di Palazzo D’Aimmo, dove il Consiglio regionale del Molise approva a colpi di maggioranza la sua prima legge elettorale. “Norme per l’elezione del Consiglio e del Presidente della Giunta regionale”: il testo definitivo è la sintesi di 4 proposte di legge che regolano l’elezione del Presidente della Giunta e del Consiglio regionale, presentate rispettivamente dai Consiglieri Scarabeo, Totaro e Lattanzio; dai Consiglieri Niro, Sabusco e Di Pietro (loro il testo adottato come base); dal Consigliere Cotugno e infine dai Consiglieri Federico e Manzo.

Dopo la bocciatura della proposta di portare a tre i Collegi elettorali, come aveva chiesto il Partito Democratico e come lo stesso Governatore, già dal mattino, aveva caldeggiato chiedendo un rinvio della seduta che tuttavia non c’è stato, si è optato per una circoscrizione unica. D’ora in avanti, e a partire dalla prossima primavera quando i molisani torneranno al voto per rinnovare il Consiglio Regionale, non ci saranno dunque due circoscrizioni – una per Campobasso e l’altra per Isernia – ma un unico Collegio.

Le altre principali novità della nuova legge, oltre al superamento delle attuali circoscrizioni provinciali, sono l’eliminazione del cosiddetto “listino maggioritario” e l’attribuzione di un premio di maggioranza alla coalizione il cui candidato Presidente ha ottenuto più voti.
Via la possibilità, come previsto finora, di votare un candidato Presidente della Regione e un componente di una lista non a esso collegato: viene soppresso dunque il cosiddetto “voto disgiunto”.

Approvati gli sbarramenti per accedere all’attribuzione dei seggi: il 10 per cento per le coalizioni e il 3 per cento per le liste ammesse dei candidati Consiglieri. Inoltre garanzia della rappresentanza di genere che impone che gli esponenti di un sesso non possano superare il 60 per cento dei candidati di una lista. Approvata anche l’incompatibilità tra la carica di Assessore e Consigliere regionale, e la possibilità che qualora uno di questi ultimi sia nominato componente dell’esecutivo esso venga sospeso dalla carica per essere sostituito, per la sola durata del suo incarico assessorile, dal primo candidato non eletto della sua lista.

Agli elettori viene data la possibilità di esprimere due voti di preferenza diversificati per generi. Stabilita anche l’esenzione dalla raccolta delle firme per la presentazione delle liste di quei movimenti o partiti politici rappresentati in uno dei due rami del Parlamento italiano o nel Parlamento europeo, ovvero per coloro i quali hanno già avuto eletti nell’attuale Assemblea regionale.

Nella seduta fiume sono state anche individuate le particolari condizioni di ineleggibilità e incompatibilità per l’elezione a Consigliere e Presidente della Giunta, mentre non è passata la norma cosiddetta “brucia-sindaci”, che avrebbe voluto impedire la possibilità di candidarsi alla carica di consigliere regionale per i primi cittadini dei Comuni molisani a meno che gli stessi non avessero rinunciato alla fascia tricolore almeno tre mesi prima del voto.

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