Regionali 2018

Monaco sostiene il Frattura bis: “La Regione ha fatto un balzo avanti, mi candido con lui”

Il consigliere termolese che nel 2013 si era candidato contro Paolo Frattura per poi passare in maggioranza a legislatura in corso, esprime pubblicamente la sua investitura per una riconferma dell’attuale Governatore alla guida della Regione Molise. «Per me la conferma è non solo sostenibile ma addirittura indispensabile». Quindi elenca le cose fatte e quelle da migliorare. «Cambiare in corsa sarebbe deleterio. Sono disponibile a candidarmi». Un segnale inequivocabile: nonostante tutte le divisioni il presidente in carica dispone di un gruppo di fedelissimi sia in Consiglio che fuori e ha ancora chance per una ricandidatura.

Il Consiglio regionale di due giorni fa era stato il primo segnale. L’uscita pubblica di Filippo Monaco di oggi è un’altra indicazione chiara. Paolo Frattura gode ancora di un gruppo forte di fedelissimi pronti a sostenerlo in una possibile ricandidatura alla guida della Regione Molise. Nonostante le spaccature del centrosinistra, la posizione ambigua di Aldo Patriciello e del suo entourage, una maggioranza consiliare affatto integra e una situazione politica nazionale ancora nebulosa, l’attuale Presidente ha ancora chance di ricandidarsi.

Perché le parole di Filippo Monaco sono nette. Il consigliere termolese non dice: «Se Paolo c’è, io lo sostengo». Monaco scrive ben altro. «La ricandidatura di Frattura è indispensabile, cambiare sarebbe deleterio e io sono pronto a candidarmi con lui». Nel gergo politico contaminato dall’inglese si chiama endorsement, una vera e propria investitura nei confronti dell’architetto ex numero uno della Camera di commercio del Molise.

«In prossimità di tornate elettorali – scrive l’esponente di maggioranza – è indispensabile anche una forma particolare di impegno politico: quella che ci fa prendere parte, direttamente o indirettamente, alla competizione democratica che si conclude con il voto. Ora, a quattro mesi dal rinnovo del Consiglio regionale, la prima domanda che si sta ponendo la società civile molisana è se al Presidente della Regione debba essere affidato o meno un secondo mandato. Senza inutili giri di parole, per me la conferma è non solo sostenibile ma addirittura indispensabile. Sia per portare a compimento il lavoro programmato e costruire su di esso un nuovo Molise; sia perché in caso contrario il lavoro compiuto andrebbe disperso, vanificando l’impegno e i sacrifici che esso è costato ai molisani».

Un’investitura in piena regola che arriva da uno dei pretoriani di Frattura. Occorre precisare che Monaco alle elezioni del 2013 si candidò contro quello che risultò essere il vincitore. Il consigliere termolese prese le parti di Massimo Romano, scegliendo la formazione civica “Costruire democrazia” e risultando il più votato di quella lista. Dopo qualche mese di governo Frattura però decise di passare in maggioranza, così come Salvatore Micone. Da quanto è dato sapere, Monaco in questi anni ha avuto modo di conoscere Frattura dichiarando di essere rimasto colpito dall’impegno profuso alla presidenza della Regione.

Monaco quindi evidenza quelli che a suo modo di vedere sono i punti positivi della legislatura quasi conclusa. «Cinque anni fa Paolo di Laura Frattura e il suo Governo si erano impegnati, per esempio, a bonificare e rendere efficiente la macchina della Regione, eliminando sprechi e clientelismo; ricostituire un sistema stabile di partenariato; modernizzare il Molise; moralizzare il potere, usandolo in misura quanto più sobria e discreta; mettere al centro il benessere delle persone e della comunità, passando dalla politica della cura a quella della salute come “interesse globale dell’intero sistema regione”».

Sempre secondo Monaco «questo doveva servire per creare le basi su cui costruire il Molise del futuro, fatto, tra l’altro, di rispetto delle regole; messa in moto di tutti i fattori di sviluppo; impiego della capacità imprenditoriale, specialmente dei giovani; superamento della crisi congiunturale; difesa del territorio; innovazione in tutti e tre i settori dell’economia; proiezione verso una dimensione europea, senza la quale la Regione è a rischio di estinzione. E non tanto per la sua dimensione territoriale e demografica, quanto per i limiti angusti in cui la soffocherebbe la mancanza di una prospettiva concretamente internazionale».

È evidente che i detrattori di Frattura non saranno d’accordo praticamente su nulla. Molti imputano al Governatore una gestione del sistema sanitario che avrebbe favorito il privato invece del pubblico, oppure la mancata riforma dei consorzi industriali tanto annunciata in campagna elettorale e sicuramente la gestione opaca delle vicende personali e mediatiche legate sia alla villa di Termoli che al processo di Bari. Anche per Monaco, tuttavia, questi cinque anni non sono stati tutti rosa e fiori.

«La razionalizzazione della spesa e dei servizi, la rimodulazione dell’impegno delle risorse e il loro accrescimento più che significativo, gli interventi di sostegno ai segmenti sociali svantaggiati, le politiche di pianificazione e di primo intervento per rimettere in moto i fattori di sviluppo, hanno avuto un costo sociale, oltre che economico, comportando talvolta anche provvedimenti impopolari. E hanno avuto senso e giustificazione proprio nella prospettiva della costruzione di un Molise al passo con i tempi, inserito nelle dinamiche nazionali, europee e del mondo globalizzato».

L’esponente del Gruppo Misto cita il recente rapporto Svimez, i cui dati secondo lui «dimostrano che il lavoro fatto fino ad oggi non può essere arrestato: i segnali di ripresa economica del Molise sono tangibili, basti pensare ad una occupazione che sale al +4 per cento, ad un calo della cassa integrazione che passa dal milione e mezzo di ore del 2015 a 462 mila ore del 2016 – ben il 69 per cento in meno. Il Molise è in fase di ripresa e ciò significa che le politiche messe in campo in questi anni sono andate nella giusta direzione: certo, il primo vero lavoro è stato quello di scardinare un sistema di idee ed un modo di fare politica altamente insito nelle abitudini e nel pensiero di tanti».

Difficile credere che le parole di Monaco non siano condivise da quelli che in questi anni non si sono mai discostati dalla linea adottata dall’attuale presidente. Dall’assessore Facciolla agli altri pretoriani: Ioffredi, Ciocca, Di Nunzio, solo per citare alcuni, ma ci sarebbe da aggiungere anche Cristiano Di Pietro. L’armonia fra lui e Frattura non sembra poter essere dissolta in quattro e quattr’otto per l’adesione di Di Pietro senior all’Uilivo 2.0. Anche perché lo stesso Tonino ha esplicitamente rifiutato la candidatura a capo del gruppo guidato da Ruta e Leva. Un altro segnale? Forse.

Per ora c’è una presa di posizione forte e chiara. «Chi pensa o ha pensato di avere tra le mani un burattino da utilizzare a proprio piacimento in questi cinque anni di governo Frattura, si è dovuto ricredere ed anche in fretta: si è passati da una politica del personalismo ad una politica per la comunità. E questo – scandisce Filippo Monaco – non è un passo in avanti, ma un vero e proprio balzo. Si può forse dire che Frattura e il suo Governo hanno fatto tutto e bene? No. Ma cambiare il treno in corsa sarebbe sicuramente deleterio per la nostra Regione.
Allora, invece di pensare a come inventarsi nomi nuovi per ricette nuove, si impegni Frattura in un’operazione di condivisione dei metodi e delle azioni per i prossimi cinque anni, coinvolgendo i gangli vitali della società regionale, la “gente” – per dirla con un termine fin troppo abusato – che ha bisogno di chiarezza di idee e della tenacia per portarle avanti fino in fondo. Per questa operazione mi sento responsabilmente disponibile, al di là delle personali casacche, nel superiore interesse del Molise e delle sue popolazioni».

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