Cronache

Migranti al villaggio post sisma, il sindaco cambia idea: “Meno rifugiati o niente bando”

Riduzione del numero dei migranti da ospitare e aumento della sicurezza nel villaggio. Queste i punti cardine sui quali preme il primo cittadino di San Giuliano di Puglia Luigi Barbieri con il Ministero dell’Interno. «Vogliamo solo adeguarci alle normative adottate dal Governo nazionale. Se così non fosse il bando per la gestione non ci sarà» scrive nella missiva inviata al Ministero dell’Interno Barbieri. Intanto il Tar del Molise ha respinto il ricorso dell’impresa arrivata seconda alla gara d’appalto per i lavori di adeguamento alla casette di legno. Presto la cantierizzazione dei lavori.

Dopo i no di Bonefro, Colletorto e Santa Croce di Magliano a un centro di prima accoglienza per migranti nell’ex villaggio temporaneo per gli sfollati del terremoto di San Giuliano di Puglia, il primo cittadino della comunità sangiulianese, Luigi Barbieri, compie un mezzo passo indietro sul futuro prossimo del villaggio. Il sindaco, in una missiva inviata al Ministero dell’Interno, chiede una revisione sugli accordi iniziali sia in merito ai numeri dei migranti che dovrebbero essere ospitati, sia sulle modalità con le quali gli stessi dovrebbero essere accolti.


Tre sono le criticità evidenziate al Ministero, e ribadite anche al Prefetto di Campobasso Maria Guia Federico: consistente riduzione del personale da accogliere, attivazione di un presidio delle forze dell’ordine 24 ore su 24 potenziando anche il personale delle stazioni dei Carabinieri presenti sul territorio e garantire un presidio sanitario. Gli accordi iniziali, e tutt’ora in auge, prevedono che nelle casette di legno di San Giuliano di Puglia vengano accolte 500 persone.

Un passo indietro, questo di Barbieri, che non vuole mettere a rischio la nascita del centro d’accoglienza ma ne potrebbe allungare sensibilmente i tempi di realizzazione. «Se la convenzione non sarà modificata non si procederà con il bando per la gestione» afferma il sindaco Barbieri. Richieste, sottolinea il primo cittadino, che sarebbero conformi alle attuali politiche messe in campo dal Governo nazionale in tema di accoglienza.

Nel frattempo, il Tar del Molise ha respinto il ricorso presentato dall’impresa arrivata seconda in graduatoria, la DB Costruzioni Srl di Campobasso, nella gara d’appalto per gli interventi di adeguamento delle oltre duecento casette di legno che accolsero le famiglie sfollate dopo gli eventi sismici del 2002. Il Tribunale amministrativo ha, quindi, confermato l’aggiudicazione dei lavori alla Cse di Vinchiaturo, verdetto che permette di proseguire con le procedure d’appalto di tre milioni di euro relative alla riconversione del villaggio. A breve si passerà alla cantierizzazione dell’appalto con tutte le opere previste per la nuova destinazione d’uso.

Sullo sfondo il dibattito sul futuro dell’ex villaggio per gli sfollati del terremoto rimane aperto mettendo sul tavolo una certezza e un’incognita. La prima riguarda il proseguimento dei lavori previsti dalla gara d’appalto ufficiale e aggiudica, in maniera da evitare anche eventuali ricorsi. La seconda investe le richieste di Luigi Barbieri, e del Comune, in merito al numero dei migranti da ospitare e le modalità di gestione: il Ministero le accoglierà oppure no? E in caso di risposta negativa, tutto il processo di riconversione e di adeguamento del villaggio si bloccherà?

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