Sopralluoghi e polemiche

In fiamme fusti, plastica, eternit: analisi su diossina. Sbrocca difende Cosib: “Grande lavoro”

Plastica, cartone, ferro. ma anche fusti e eternit. Dopo il sopralluogo nel Nucleo Industriale, coinvolto dal grande incendio di lunedì, i tecnici Arpa ammettono l’esigenza di fare analisi approfondite sul terreno per verificare diossina e furani. Intanto il presidente del Consorzio Angelo Sbrocca smentisce "difetti di comunicazione" nel pieno dell’allarme: "Fatto un lavoro straordinario, ringrazio i dipendenti che si sono prodigati al di là dei loro doveri, contribuendo alla migliore risoluzione dell’emergenza".

Non solo plastica e cartone andata a fuoco, ma anche fusti di ferro, alluminio e, quel che è peggio, eternit. Il bilancio dell’incendio di lunedì scorso al Nucleo Industriale di Termoli, con la conseguente evacuazione della Fiat, potrebbe essere decisamente serio dal punto di vista ambientale. I tecnici dell’Arpa Molise, che hanno effettuato un sopralluogo accurato, nella relazione finale accennano alla necessità di procedere a indagini specifiche del terreno per verificare la presenza di furani e diossine. Il problema non è tanto il materiale andato in fiamme all’interno del perimetro della Fca, quanto quella specie di discarica che si trova nell’area prospiciente il capannone di Termoli 3, che con lo stabilimento metalmeccanico non c’entra nulla.
«Qui – dice l’Agenzia Regionale per l’Ambiente – si è riscontrata la presenza di una notevole quantità di rifiuti combusti quali parti di veicoli, fusti, pneumatici, residui metallici». Gli operatori Arpa hanno anche fatto un sopralluogo lungo la fascia esterna della vicina discarica comunale esaurita, «interessata dall’incendio, dove si è riscontrata la presenza di focolai in prossimità dei pozzi di captazione del biogas. In prossimità dell’ingresso della discarica si è rilevata anche la presenza di numerose onduline in eternit precedentemente occultate dalla folta vegetazione». E dunque, «per la presenza di residui della combustione di materiale plastico, si procederà alle analisi del top soil per verificare l’eventuale contaminazione da furani e diossine».

Sempre l’Arpa chiarisce la tipologia del materiale bruciato in Fiat. «Le fiamme propagatesi all’interno di un’area incolta, a causa delle condizioni meteorologiche, caratterizzate da una elevata temperatura dell’aria e da un fortissimo vento, hanno investito due tensostrutture collocate in un piazzale dello stabilimento Fiat Chrysler Automobiles. Ciò ha provocato la combustione parziale della copertura in materiale plastico delle strutture di proprietà della Fiat, nonché l’interessamento di alcuni macchinari posti all’interno. Si è verificato l’incendio di carta, cartone, legname e materiale plastico depositato in un cassone scarrabile sul piazzale».

Le operazioni di bonifica di tutta l’area per il ripristino del piazzale sono ancora in corso. «Fiat, che ha presenziato all’accertamento, ha dichiarato che avrebbe provveduto a far collocare i residui differenziati del materiale combusto in diversi contenitori per poter procedere alla caratterizzazione degli stessi per avviarli all’idoneo smaltimento presso gli impianti autorizzati» si legge nella relazione ambientale.

E se l’Arpa sottolinea la cura con la quale è stato svolto il sopralluogo e l’esigenza di approfondire tematiche ambientali collegate al fuoco, il Consorzio Industriale della Valle del Biferno precisa che è stato fatto tutto quanto era dovuto per fronteggiare i rischi. Angelo Sbrocca, presidente del Cosib oltre che sindaco di Termoli, risponde all’articolo di Primonumero.it sull’avviso recapitato via fax alle aziende precisando «l’impegno profuso da tutti i Dirigenti e i dipendenti del Cosib in occasione dell’incendio della giornata del 24 luglio. Il Cosib – scrive in una lettera – sin dai primi momenti dell’incendio ha avuto un ruolo di supporto nell’emergenza. Tutto il personale, che ringrazio espressamente per l’impegno e la dedizione è stato a disposizione (e una parte di esso anche al di fuori dell’orario di lavoro) per la gestione di questo evento straordinario. Il direttore generale e il dirigente tecnico hanno partecipato al Coc attivato presso il Comune per tutto il pomeriggio del 24 luglio e fino a tarda sera come protagonisti attivi della gestione dell’emergenza e in collegamento continuo con il Consorzio. Il direttore dell’area tecnica con altri dipendenti, hanno monitorato la situazione all’interno del perimetro del nucleo industriale. Nel frattempo un’altra squadra di dipendenti Cosib contattava telefonicamente tutte le attività industriali presenti nel Nucleo per comunicare lo stato delle cose e della viabilità ridotta a causa degli interventi che si stavano svolgendo e quindi per un deflusso regolare dei dipendenti».

E ancora: «Il Consorzio é stato di continuo in contatto con la Prefettura, il Governatore della Regione Molise, con il Comandante provinciale dei Vigili del Fuoco e con il Comandante del distaccamento di Termoli dei Vigili del Fuoco al fine di valutare i diversi interventi sul territorio e la necessità di eventuali provvedimenti urgenti da prendere. Lo spirito delle interrelazioni tra enti e tutti coloro che hanno partecipato all’emergenza è stato altamente collaborativo e proficuo e voglio ringraziare tutti gli attori intervenuti, nessuno escluso, in primis i Vigili del Fuoco, Polizia, Guardia di Finanza Carabinieri e Protezione civile nonché le associazioni di volontariato Misericordia, Sae112 e associazione Protezione Civile Campomarino».

Il presidente smentisce che ci sia stato un “buco di comunicazione” tra gli uffici e le aziende, sostenendo al contrario che c’è stato «un flusso costante di informazioni e il fax è stato inviato solo perché la rete internet del Cosib dal primo pomeriggio non ha più funzionato, tanto che il ripristino è avvenuto nella giornata del 25 luglio 2017».

In realtà lo strumento del fax è quello più utilizzato dal Cosib, come gli stessi dirigenti hanno ammesso confermando che anche le allerte meteo vengono recapitate in questo modo. Ma in questo caso per Angelo Sbrocca si è reso necessario «per avvertire che il Consorzio aveva istituito anche un presidio notturno sia per un monitoraggio delle aree del Nucleo sia per rispondere a eventuali chiamate delle aziende, questo perché in serata c’erano ancora all’esterno dei focolai».

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