Il piano per la filiera avicola

Gam, debiti azzerati per 280 operai. Ma il futuro fa paura: “Da Amadori tempi troppo lunghi”

Oltre un milione di euro è stato pagato ai creditori della ex Gam, secondo il piano del liquidatore Ernesto D’Elisa, nominato un anno e mezzo fa dal Tribunale di Campobasso. Anche i lavoratori hanno ricevuto la seconda tranche delle spettanze loro dovute, ma vedono il bicchiere mezzo vuoto: "A noi serve il lavoro, l’azienda riaprirà tra troppo tempo e temiamo di restare fuori dal ciclo produttivo". Intanto la Regione sta pressando Roma per estendere di un anno gli ammortizzatori sociali, come previsto in un emendamento al Dl Mezzogiorno del senatore Roberto Ruta. Infine, in attesa dell’ufficializzazione delle offerte per la ristrutturazione dell’incubatorio prevista dai bandi del Psr, Amadori sta lavorando per il contratto di sviluppo che consentirà di accedere a un contributo pubblico del 40% su un piano complessivo di circa 40 milioni di euro.

Dove eravamo rimasti? E’ passato un mese dall’incontro conoscitivo tra gli operai della ex Gam e i responsabili del personale di Amadori. A Monteverde tutto – o quasi – tace. L’unica buona notizia arriva per gli ex dipendenti. Oggi, 24 luglio, il commissario liquidatore Ernesto D’Elisa, nominato a gennaio del 2016 dal Tribunale di Campobasso, ha provveduto a saldare i conti con loro: 280 ex operai hanno ricevuto gli arretrati che non avevano incassato a suo tempo a causa della crisi dell’azienda, clou della filiera avicola molisana. A loro è stato pagato l’intero saldo arretrato. La prima tranche, il 47% delle spettanze, era stato versato loro in primavera. Ora hanno ricevuto il restante 53%.

E’ stato pagato anche il creditore ipotecario per 500mila euro. In totale «il liquidatore giudiziale ha concluso il secondo piano di riparto parziale distribuendo oltre un milione di euro», riferisce l’Ansa.
«Prima di Natale scorso avevamo consegnato, con il primo riparto, assegni per un importo poco superiore al milione. Ora l’obiettivo era concludere i pagamenti prima delle ferie estive ed è quello che abbiamo fatto», le dichiarazioni che D’Elisa ha rilanciato sempre all’Ansa.

Rispettati, dunque, i tempi previsti nel piano per la liquidazione dei crediti. Tra qualche mese, saranno saldate le spettanze anche agli allevatori inseriti nel passivo concordatario. Probabilmente riceveranno il dovuto il prossimo autunno.

Molti degli ex operai, però, continuano a vedere il bicchiere mezzo vuoto. In attesa dell’ufficializzazione delle offerte per l’incubatoio, così come previsto dal bando del Psr (a cui dovrebbe aver partecipato anche la stessa Amadori), le incertezze sul futuro restano. «Siamo contenti per aver ricevuto gli arretrati – lo sfogo di Giancarlo D’Ilio – ma non è stato risolto ancora nulla. Restano i problemi dal punto di vista lavorativo». Questioni che D’Ilio spiega così: «Non sappiamo quando riapriranno l’incubatoio e il macello. Ci hanno detto che tra un anno riaprirà il primo, fra tre anni il secondo. Ma l’impressione è che i tempi saranno ancora più lunghi. Il tempo passa e noi ci facciamo vecchi». Uno sfogo impregnato di amarezza e sfiducia. «Molti di noi hanno paura di non riuscire a rientrare nel ciclo produttivo». Quindi, di essere troppo vecchi per quando l’azienda riaprirà i battenti.

Preoccupazioni che riguardano anche il futuro più immediato: il 4 novembre scadranno gli ammortizzatori sociali. «Noi vigileremo affinchè ci venga riconosciuto un sussidio al reddito. Ma – insiste – noi non vogliamo vivere di ammortizzatori sociali, ma vogliamo lavorare». Parole con cui D’Ilio prova a scuotere la politica.

La Regione Molise, da parte sua, sta ‘tartassando’ i palazzi romani per l’approvazione dell’emendamento presentato alla V commissione di Palazzo Madama dal senatore Roberto Ruta al Dl Mezzogiorno: è una garanzia fondamentale – forse l’unica – per l’estensione della cassa integrazione per un altro anno.

«Stiamo seguendo questa vicenda in maniera puntuale e quotidiana, confrontandoci con il Ministero dello Sviluppo Economico, quello del Lavoro e infine il Ministero delle Finanze. Questi ultimi due devono dare un parere rispetto alla fattibilità dell’emendamento», chiarisce l’assessore regionale alle Attività produttive Carlo Veneziale. «Non è un percorso facile, ma ce la stiamo mettendo tutta soprattutto grazie alla collaborazione tra il governo nazionale e quello regionale». La Regione sta fornendo a Roma informazioni, pareri e chiarimenti ai Ministeri che si pronunceranno in questi giorni.


Infine, dal punto di vista industriale, c’è il contratto di sviluppo finanziato dal Ministero con il supporto di Invitalia. Amadori sta per presentare la domanda per ambire ad un contributo pubblico del 40% su un piano complessivo di circa 40 milioni di euro. Si tratta di risorse nazionali aggiuntive rispetto a quelle dell’Area di crisi.

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