Politica

Lettera “top secret” inchioda il sindaco: la sua maggioranza lo mette spalle al muro sulle scuole

Sotto accusa, nel documento "riservato" sottoscritto da almeno sette esponenti di maggioranza, i ritardi dei lavori di adeguamento alla Don Milani. Il rischio è che a settembre 18 classi vengano spostate dal quartiere Vazzieri. "In quel caso non escludo una frattura politica, la scuola è un tema dirimente e il quartiere non può restare senza un plesso, pur nell’attesa del nuovo edificio" spiega Pino Libertucci, firmatario del documento redatto dal collega Massarella, anche lui Pd. Per il sindaco Antonio Battista, che ha in mano la delega all’edilizia scolastica, una "sveglia" politica che ha il sapore di un avviso di sfiducia. Anche se i malpancisti frenano: "Non è una protesta, è una pressione".

Il clima si sta surriscaldando in città. E stavolta Caronte e il ritorno dell’afa non c’entrano nulla. Il problema è un altro, almeno per Campobasso, dove da mesi la vita pubblica e amministrativa è infiammata dalla “patata bollente” dell’edilizia scolastica, con una fotografia della situazione davvero sconfortante. La maggior parte delle scuole non è sicura, i report parlano di vulnerabilità, strutture vetuste e non adeguate alla norma contro i terremoti, con conseguente rischio per gli alunni. Ma se le ordinanze di chiusura “fanno il fumo”, come si dice, le risposte operative latitano.

Compresa quella del sindaco Antonio Battista, che da diversi mesi tiene in mano, per sua decisione, le redini della materia più delicata del Comune capoluogo, che perfino nel bel mezzo dell’estate è al centro di una protesta.
Ora la sottolineatura a penna rossa sui ritardi, però, non arriva dai genitori, che pure sono già parecchio avvelenati e hanno già suonato la sveglia all’Amministrazione nonché minacciato di restituire le tessere elettorali. Ora la faccenda è più seria: la maretta che agita il capoluogo si allarga alla maggioranza, e proprio ai consiglieri vicini al primo cittadino, che avrebbero firmato un documento fatto circolare da Ferdinando Massarella, consigliere orlandiano Pd, con il quale – sono indiscrezioni perché la lettera è strettamente riservata – Battista viene messo di fronte alle sue responsabilità. E, in modo particolare, alle sue responsabilità sulla vicenda, non ancora risolta, relativa alla scuola di via Leopardi.

La Don Milani infatti, nel quartiere Vazzieri, non è ancora stata interessata dai lavori di riqualificazione del corpo cosiddetto “b”. Lavori promessi ormai da un bel pezzo. A settembre, con la ripresa dell’anno scolastico, quasi certamente le 18 classi già “delocalizzate” non potranno rientrare nell’edificio. Ma sul luogo in cui andranno a fare lezione i ragazzi non c’è certezza, solo tanti dubbi. Compresa la possibilità di uno spostamento in blocco in via Gorizia. Zona decisamente lontana da Vazzieri, nella quale i genitori degli alunni che frequentano la Don Milani non hanno alcuna intenzione di accompagnare i figli.

Il problema è anche un altro, perché dei lavori di ristrutturazione (nell’attesa della costruzione di un nuovo edificio per il quale dovrebbero essere approvati dal Cipe 6 milioni) non c’è nemmeno l’ombra. Il consigliere Pino Libertucci, uno dei tre esponenti Pd che hanno firmato il documento, insieme con Giovanna Viola e Ferdinando Massarella, cerca di gettare un po’ di acqua sul fuoco. «Non è una protesta, bensì una pressione, un’azione politica per dare un’accelerata al processo di adeguamento di alcune aule, tenendo fede all’impegno preso».
Ma il messaggio al sindaco è chiaro, e lo scenario che sulla vicenda potrebbe aprirsi comincia a diventare imprevedibile anche dal punto di vista politico. Oltre ai tre esponenti del Partito Democratico, avrebbero firmato la lettera – sorta di anticamera della mozione di sfiducia – anche Federico Sarli, l’ex presidente del Consiglio Sabino Iafigliola, Giovanni Di Giorgio e Antonio Di Rienzo, questi ultimi eletti con la lista il Molise di tutti.

Sette malpancisti che hanno voluto dare un segnale deciso perché, chiarisce Libertucci, «la scuola non è come l’Egam, che si può anche votare sulla fiducia pur non essendo completamente d’accordo. La scuola – ribadisce il consigliere – è un tema centrale, dirimente, ed è impensabile che Vazzieri ne resti privato, anche temporaneamente».

Gli scontenti di maggioranza, alcuni dei quali hanno figli che frequentano la don Milani, hanno sempre chiesto di mantenere la scuola nel quartiere, tanto che era stata trovata una soluzione che salvava capra e cavoli: la ristrutturazione parziale dello stabile, che permettesse, all’inizio dell’anno scolastico, di far rientrare alcune classi nel corpo “b” risistemato, lasciando le altre alla Petrone. «Il cronoprogramma – conferma Libertucci – prevedeva che i lavori fossero pronti alla riapertura delle lezioni, magari con qualche settimana di ritardo, ma non oltre».

E invece. Invece niente, almeno finora. Con all’orizzonte il rischio di dover spostare gli studenti in zone lontane dal quartiere residenziale. «Ipotesi assolutamente non condivisibili – incalza Libertucci – e alle quali non vogliamo credere». però, insomma, nel dubbio è lecito pensare a tutto. E allora, qualora dovesse succedere… «Beh, in quel caso si potrebbe creare una seria frattura in maggioranza. Teniamo conto dei danni, oltre che per le famiglie che hanno comprato casa a Vazzieri contando su determinati servizi, scuola compresa, anche alle tante attività commerciali che gravitano attorno alla scuola».

Così, dopo la protesta dei genitori della Mascione, scuola per la quale non c’è nulla da fare e che ormai è irrimediabilmente segnata dall’abbattimento, al sindaco assessore dell’edilizia scolastica arriva un’altra “tramvata”. Antonio Battista comincia ad essere messo spalle al muro.

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