Politica

Destino segnato per la scuola di Mascione e ’Don Milani’: a settembre non riapriranno

In via Leopardi il ritardo dei lavori di adeguamento sismico costringe il Comune a correre ai ripari: le 18 classi riprenderanno l’anno scolastico dove l’avevano finito, tra l’Università del Molise e il liceo artistico Manzù. Il sindaco Antonio Battista ufficializza anche la decisione sull’edificio di contrada Casale: "Sarà demolito, non si può adeguare. Cercheremo di reperire strutture private".

Anno nuovo, vita nuova. A settembre gli alunni della ‘Don Milani’ e della scuola di contrada Mascione torneranno sui banchi con le stesse incertezze che avevano caratterizzano l’anno passato. A circa sessanta giorni dal suono della campanella, il destino è già segnato per l’edificio che sorge in una delle contrade più belle del capoluogo: l’immobile giallo costruito negli anni Sessanta sarà abbattuto. Il sindaco Antonio Battista lo annuncia senza girarci troppo intorno: «Dallo studio dell’Unimol emergerebbe che la scuola di Mascione non è recuperabile e quindi non è adeguabile». Parole che confermano le osservazioni del professore Carlo Callari, coordinatore del gruppo di lavoro dell’ateneo molisano a cui sono stati commissionati gli studi su undici istituti della città.

L’anno scorso gli 80 alunni della scuola di contrada Mascione, chiusa per motivi di sicurezza lo scorso 3 novembre, trascorsero gran parte dell’anno alla ‘Montini’ in spazi considerati troppo angusti per i bambini, L’amministrazione potrebbe dunque optare per una soluzione diversa.
«Per la nuova scuola di Mascione cercheremo dei finanziamenti, ma ad ogni modo i doppi turni saranno scongiurati. Stiamo valutando l’ipotesi di un privato che ci ha messo a disposizione un edificio che sembra adeguabile. Però dobbiamo valutare. L’obiettivo, ripeto, è scongiurare i doppi turni e poi verificare i tempi di realizzazione della nuova scuola».

Cambia zona della città, stesso refrain. A Vazzieri i genitori sono in subbuglio: da settimane aspettano l’apertura del cantiere nell’istituto chiuso da quasi un anno. Era novembre, come la scuola di Mascione. Ma i loro figli sono stati meno fortunati: dopo quasi due mesi di lezioni pomeridiane, lo spostamento all’Università e al liceo artistico ‘Manzù’ per consentire un’attività didattica regolare, al mattino dunque, come tutti i bambini ‘normali’.
«Alla ‘don Milani’ i lavori inizieranno prestissimo. Sappiamo che siamo in ritardo di qualche settimana. Dunque, per scongiurare i doppi turni dovremmo essere rapidi nell’adeguamento che ci è stato prospettato dal progetto». Il sindaco a breve incontrerà i genitori, forse per far mandare loro giù il boccone indigesto: «Posso già dire con sicurezza che per il 12 settembre che la scuola non sarà pronta. Ho già chiesto all’Università del Molise la disponibilità per le aule che mi è stata puntualmente fornita. Sarà una sistemazione provvisoria in attesa della sistemazione definitiva nella scuola adeguata. Alcune classi andranno invece al ‘Manzù’».

Battista non rinuncia a rispondere alle durissime critiche arrivate dalla Coalizione civica, in particolare sul rispetto dei tempi di consegna delle indagini sulla vulnerabilità sismica di undici edifici scolastici di Campobasso. Si sa ormai: erano attesi entro il 30 giugno. Per questo, riconosce che «l’Unimol ha avuto delle difficoltà perché la documentazione che avevamo inoltrato non è stata esaustiva per compiere in tempo il lavoro: abbiamo carte e progetti vecchi e quei dati non potrebbero essere sufficienti per la ricerca».

Infine, entra nel merito delle valutazioni politiche fatte dai civici: «Non mi aspetto né fiducia né sfiducia sui risultati finali. Noi dobbiamo amministrare e prendere provvedimenti con quelli che sono le criticità che si prospettano nel corso dei mesi sapendo che la questione scuole ha la priorità». Osservazioni che probabilmente non scalfiranno lo scetticismo dell’opposizione né dei genitori degli alunni della ‘Don Milani’ e della scuola di Mascione. A questo punto, in Comune staranno facendo gli scongiuri sull’esito degli studi relativi alla ‘Montini’ e alla ‘Enrico d’Ovidio’, che presto saranno consegnati: un esito negativo potrebbe far precipitare la situazione.

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