Effetto ballottaggi

Il ko allarma il Pd, Frattura mette le mani avanti: “Vinco solo se corriamo uniti, basta strappi”

Il giorno dopo la sconfitta alle Amministrative, la politica nazionale e regionale è in fibrillazione. Il risultato, che ha rinvigorito il centrodestra, ha spiazzato il Pd che ora teme l’effetto alle prossime Politiche e alle Regionali in Molise. Il governatore Paolo di Laura Frattura, che sarà il candidato del Pd, lancia messaggi distensivi: "L’Ulivo 2.0 è un tentativo di fuga in avanti, ma può rientrare in una logica di coalizione. Devo essere rieletto. I ballottaggi hanno dimostrato che il centrosinistra vince solo se unito".

I vincitori – ossia il centrodestra – non vedono l’ora di esportare il modello delle Comunali alle Politiche. Per gli sconfitti, invece, è il momento di una pausa di riflessione. Il ballottaggio di domenica ‘parla’ dell’Italia, ma anche del Molise. Fotografa in maniera netta che il Pd da solo non vince, anzi perde pure nelle roccaforti ‘rosse’: in Liguria e in Toscana, o a Sesto San Giovanni, definita la ‘Stalingrado d’Italia’. Insomma, ha bisogno degli altri partiti per poter battere gli avversari, il Movimento 5 Stelle e il centrodestra. E forse è il momento della ‘mucca che bussa nel corridoio’, per usare la metafora di Pierluigi Bersani rispolverata dal giornalista Luca Telese per commentare l’esito del ballottaggio.

Il Pd, insomma, non può perdere pezzi per strada, permettersi di sbattere la porta in faccia ai dissidenti. Non lo può fare in Italia, forse non può farlo nemmeno in Molise. Per questo il day after il risultato dei ballottaggi il presidente Paolo di Laura Frattura usa parole all’insegna della cautela nei confronti dei ‘cospiratori’ che lo hanno pugnalato alle spalle: l’Ulivo 2.0 progettato da Roberto Ruta e Danilo Leva allargato a Sinistra Italiana, Possibile, Comunisti e Idv (almeno per ora). Una fetta della coalizione che sta preparando il terreno per un altro candidato rigorosamente della società civile, alternativo all’attuale numero uno di palazzo Vitale. I rutiani corteggiano il rettore dell’Unimol Gianmaria Palmieri, l’imprenditrice Rossella Ferro e il giudice Aldo Di Giacomo. Una squadra – dicono – con i giocatori ‘giusti’, senza Alfano e Patriciello.

«Rispetto sempre le proposte di tutti – sottolinea Frattura parlando dell’Ulivo 2.0 – ma credo che un centrosinistra unito sia sicuramente più vincente di un centrosinistra disunito. E il ballottaggio di ieri penso lo abbia dimostrato».

Messaggi distensivi, più ragionati e cauti evitando il muro contro muro. Anche perché nel team avversario ci sono tre consiglieri regionali, Francesco Totaro, Massimiliano Scarabeo e Michele Petraroia. Il che rende ancora più complicata la partita in Consiglio regionale: i numeri risicati in questo scorcio di legislatura potrebbero bloccare leggi e riforme.
«Non sono abituato a fare la politica contro qualcuno – aggiunge ancora il presidente – ma sempre a favore dell’aggregazione». Un’aggregazione che include «la minoranza del Partito democratico e tutte le altre forze di coalizione che hanno dato la possibilità al centrosinistra di governare la Regione e quasi la stragrande maggioranza dei comuni molisani».

Il giudizio sulla nuova formazione politica lanciata da Ruta e Leva passa necessariamente per quello che è accaduto nell’ultima assemblea del Pd: il confronto con i circoli per testare il programma realizzato da Frattura nel suo primo mandato. Le assemblee programmatiche inizieranno tra poco, a luglio.

«L’Ulivo 2.0 non mi ha spiazzato, è una proposta che nasce da un pezzo del centrosinistra. Tuttavia, vorrei ricordare che l’assemblea del Pd con oltre il 75% dei presenti ha avanzato una proposta diversa per le prossime scadenze regionali». Per questo, insiste il vertice di palazzo Vitale, «ritengo che in democrazia siano i numeri a dover esprimere gli indirizzi e le decisioni per cui vedo un tentativo di fuga in avanti ma credo che possa rientrare in una logica di coalizione».

Il presidente concilia, dunque. Tanto che non parla di strappo di Ruta e soci. Piuttosto utilizza il termine proposta: «Avanzare delle proposte con l’obiettivo di confermare il centrosinistra alla guida di questa regione non credo sia uno strappo, ma una proposta alternativa a quella deliberata dalla maggioranza dell’ultima assemblea del Partito democratico della quale mi sembra giusto che le forze politiche della coalizione tengano conto. Mi sembra che a fronte della proposta ci sia stato anche un chiarimento costruttivo e propositivo espresso da tutte le altre forze che garantiscono la maggioranza non solo in regione, ma in tanti altri comuni».

Il riferimento è al comunicato inviato dal segretario del Pd Micaela Fanelli e firmato da Psi, Rialzati Molise, Alternativa Popolare, Centro democratico, Unione per il Molise e Il Molise di tutti per spegnare il fuoco amico. Una mossa per prendere in contropiede i malpancisti.
A loro lancia un messaggio di unità lo stesso Frattura: «I ballottaggi ci dicono che il Pd quando va da solo perde, ma vince quando è parte di una coalizione allargata. Credo che Taranto e Lecce lo dimostrino in maniera evidente malgrado le oggettive difficoltà legate ad esempio all’Ilva di Taranto».
Toni distensivi per provare a fare rientrare la ribellione contro il presidente. In ballo c’è il governo della Regione. Una torta troppo appetitosa per lasciarsela rubare sotto il naso da una ’mano amica’.

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