Vizi e virtù

L’insalata di Ranieri, pinzimonio ai Pooh: gusti e stranezze degli artisti del Corpus Domini

Le stranezze e le curiosità degli artisti in questi ultimi anni si sono esibiti durante gli eventi organizzati dal Comune di Campobasso per il Corpus Domini. "Marco Mengoni fece foderare i camerini del Teatro Savoia di blu. A concerto finito i pannelli vennero smontati. Il più umano? Renzo Arbore. Accettò la pastiera che gli aveva preparato una signora», racconta Stefano Ramundo, attuale assessore comunale all’Ambiente ma che da anni segue l’organizzazione della manifestazione.

Il rum per scaldare la voce lo bevono tutti. E poi i cacciatori di autografi, i selfie. La scoperta della gustosa cucina locale, in particolare della tintilia, e finanche l’incontro con ‘Gaetano il rospo’, uno dei personaggi campobassani più noti. Ci sono tanti retroscena sulle ultime edizioni del ‘concertone’ del Corpus Domini. Nulla a che vedere con l’incidente diplomatico e la discussa performance di Alex Britti, special guest dell’evento che si è concluso otto giorni fa in piazza della Repubblica.

E’ lungo l’elenco di racconti sulle performance degli artisti che si sono esibiti nel salotto di piazza Prefettura, che quest’anno ha ospitato solo il maxischermo. La sicurezza e le restrizioni in materia di antiterrorismo hanno consigliato altre location. Ma questa è storia arcinota.

Forse si conoscono meno le particolari abitudini dei vip della canzone italiana arrivati a Campobasso. Iniziamo da uno dei più grandi: l’eclettico Massimo Ranieri. Fu ospite nel 2010 e sul palco diede vita a un gustoso siparietto con l’allora sindaco Gino Di Bartolomeo. «Non voleva esibirsi in piazza a causa di un incidente durante un concerto in un’altra città. Quando accettò di cantare a Campobasso dopo una lunga trattativa, chiese di potersi cambiare nei camerini del Teatro Savoia: ne è innamorato. Infatti propose di diventarne il direttore artistico», racconta a Primonumero Stefano Ramundo, attuale assessore all’Ambiente del Comune e all’epoca presidente della Commissione cultura di palazzo San Giorgio.

Attorno al cantante partenopeo ci sono altri aneddoti. Ad esempio, prima di salire sul palco di piazza Prefettura, Ranieri (che si fa chiamare col suo vero nome, Giovanni Calone, da chi lo conosce) ha ordinato un’insalata di mare, un’insalata verde e una bottiglia di vino rosso. E poi «in albergo prese quattro stanze – ricorda ancora Ramundo – una per fare la doccia, una per guardare la tv, una per fumare e infine una in cui ‘scappare’ nel caso in cui veniva riconosciuto dai fan».


Tuttavia, nella classifica delle richieste più strane c’è quella di Marco Mengoni. Anche lui è stato ospite sette anni fa come Ranieri, ma si è esibito il giorno prima il ‘concertone’ del Corpus Domini. «Fece foderare i camerini del Teatro Savoia di pannelli blu che lo staff smontò a fine concerto», spiega Ramundo.
Quando il vincitore del talent ‘X Factor’ si è esibito a Corpus Domini, nonostante non fosse all’apice della carriera, piazza Prefettura è stata riempita da adolescenti arrivate quattro ore prima da Foggia e da Bari con il pullman. Fan che hanno bloccato il giovane artista per ben tre ore nei camerini del Savoia.
Quell’anno il cartellone del Corpus Domini è stato particolarmente ricco: nel capoluogo molisano sul palco sono saliti anche alcuni comici di Zelig. Il loro spettacolo di venerdì. A loro la ’medaglia’ degli artisti più esilaranti. «Li andai a prendere a Roma col pullmino del Cus», sottolinea l’assessore. «Per la prima volta la loro conferenza si svolse nel museo dei Misteri che li colpì molto. Tanto che tutti tornarono privatamente a visitarlo». Sono stati i più irriverenti sul palco. Forse più di qualcuno ricorderà le battute rivolte al senatore Roberto Ruta, affacciato da uno dei balconi di piazza Prefettura. Al termine dello spettacolo i comici hanno chiesto uno spuntino ‘leggero’: cozze e birra. Poi una ‘capatina’ sui Monti per ammirare il bellissimo paesaggio di Campobasso.
Il più umano? Sicuramente Renzo Arbore, special guest l’anno scorso. «Doveva essere il padrino dei Misteri, solo per un ritardo sul raccordo anulare di Roma non è riuscito ad arrivare in tempo a Campobasso e a partecipare alla benedizione», riferisce ancora l’ex presidente della commissione Cultura. A Campobasso il maestro della canzone italiana ha firmato centinaia di autografi e ha accettato di gusto la pastiera offerta da una signora.
Singolare anche la richiesta dei Pooh, la cui performance risale al 2011: «Ordinarono pinzimonio per 20 persone». Inoltre, «Dodi Battaglia chiese di cambiare albergo perché l’esposizione della stanza non gli consentiva di dormire». Anche la storica band italiana è rimasta affascinata dal Teatro Savoia.

La ‘palma’ del cachet più economico va a Giò di Tonno: nonostante avesse già vinto il festival di Sanremo con Lola Ponce (nel 2008) e avesse avuto uno strepitoso successo con il musical ‘Notre dame’ di Riccardo Cocciante e con la trasmissione ‘Tale e Quale show’, si è accontentato di 6mila euro netti. «Venne a Campobasso nel 2013, venti giorni dopo un intervento alla spalla», racconta ancora l’esponente della giunta comunale. «Alla fine del concerto dimostrò una grandissima disponibilità cantando le maitunate con Nicola Mastropaolo».

Concludiamo questa carrellata con Matthew Lee, vincitore del ’Coca cola summer fest’. Probabilmente in pochi ricordano che si è esibito nel capoluogo nel 2012 con la Big Band show. E’ stato l’ospite del sabato, in uno dei Corpus Domini più ’poveri’ che si ricordi. La domenica spazio a ’Cantanapoli’ di Giò di Sarno, un mezzo flop.
«Quando Matthew Lee iniziò a cantare, piazza Municipio era deserta. C’ero solo io che ero l’organizzatore», dichiara Ramudo. «Ma poi riuscì a riempire la piazza con un’esibizione spettacolare, con i trombettisti che suonarono sul balcone di palazzo San Giorgio». E pensare che questo pianista così eccentrico in grado di suonare con i piedi oggi è gettonatissimo.

Dunque siparietti gustosi e divertenti. Nulla a che vedere con la ’toccata e fuga’ e il concerto di Alex Britti che tanto ha provocato roventi dibattiti, soprattutto sui social.

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