Tensione alle stelle

Vibac, “Temiamo problemi di ordine pubblico”. Chiesto un incontro al Prefetto

I sindacati avvertono: "Rischiamo disordini, l’atmosfera è troppo tesa perchè la direzione non vuole un confronto. Intervenga a fare da mediatore la Prefettura". Lo sciopero contro i licenziamenti "facili" e le presunte prevaricazioni sugli operai della fabbrica che produce nastro adesivo al Nucleo ha inasprito ulteriormente i vertici di stabilimento. Zambianchi, Giuditta e Scarati scrivono: "Ci auguriamo di non dover ricorrere alle denunce per condotta antisindacale". Intanto Scarati replica a Bonaduce della Failc-Confail: "Dice che lo sciopero è fallito? Se ora fa quello che vuole il padrone gli auguro buona fortuna..."

I sindacati di Cgil, Cisl e Uil chiedono la mediazione del Prefetto di Campobasso per poter avere un confronto con la direzione della Vibac. Lo sciopero di ieri 21 giugno infatti non ha avuto il risultato sperato: il confronto con una direzione che, avevano avvertito i Segretari regionali, “si sta mostrando miope e sta rovinando una bella realtà produttiva”. Il clima nella fabbrica che produce nastri isolanti e sistemi per imballaggio nella Zona Industriale di Termoli, che dà lavoro a 153 dipendenti fissi e 40 interinali, è sempre più teso. «Il rifiuto al dialogo con i sindacali aggrava le già compromesse relazioni» scrivono in una nota il giorno dopo la protesta di 8 ore Lino Zambianchi, Marcello Giuditta e Carlo Scarati in rappresentanza di Cgil, Cisl e Uil.

«Abbiamo provato anche ieri mattina, durante il presidio e con l’intercessione delle forze dell’ordine presenti a riaprire il dialogo con il direttore dello stabilimento Vibac, ma senza esito». La Digos è stata coinvolta per fare da mediatore con il direttore dello stabilimento, «che invece è rimasto tutto il tempo con le mani sui fianchi davanti ai cancelli, osservando i lavoratori che scioperavano e rifiutando di parlare noi, venendo meno al dovere di trattare con i sindacati».

Da qui la richiesta inoltrata nella giornata di oggi al Prefetto Maria Guia Federico, massima istituzione di sicurezza del territorio. «Chiediamo un incontro per poter avere un dialogo con i vertici della fabbrica proprio perché – avvertono i sindacalisti – c’è il timore condiviso che si possano verificare problemi di ordine pubblico».
Tra i lavoratori e la direzione si sarebbe creata una tensione eccessiva, «e vorremmo anche evitare di dover gestire problematiche di rilevanza penale».
Parole impegnative, che aprono alla possibilità di una denuncia della direzione per condotta antisindacale. Alla Vibac, dove da settimane c’è uno stato di agitazione innescato non solo dal licenziamento di un operaio che usava Facebook al lavoro ma anche da una serie di infortuni, criticità legate alla sicurezza e una pioggia di sanzioni disciplinari, si prospetta la violazione dell’articolo 28 della legge 300 del 20 maggio 1970. Un articolo di legge che si riferisce, appunto, a comportamenti da parte del datore di lavoro che impediscono o limitano l’esercizio della libertà dell’attività sindacale e il diritto allo sciopero.

Uno sciopero che, sempre secondo il racconto dei lavoratori e dei loro rappresentanti di rsu, («con i quali il direttore non parla più, rifiutando il confronto») la direzione ha cercato di neutralizzare richiamando alle macchine gli interinali che avrebbero dovuto beneficiare del turno di riposo.
E in ogni caso senza ottenere il risultato sperato visto che, precisa Lino Zambianchi, i dati registrano una larga adesione. «Sulle 13 macchine per turno nel reparto taglio hanno lavorato 7 macchine, tre delle quali condotte da interinali. Le altre sono rimaste ferme. Hanno lavorato 2 spalmatrici su 4, ma con l’ausilio dei capi-reparto altrimenti sarebbero ferme tutte».

I sindacalisti sono concordi: «Gli estremi per una denuncia già ci sono, ma l’obiettivo che vogliamo perseguire è quello di ristabilire un clima sereno, in cui si possa lavorare bene e senza correre rischi. Ecco perché vogliamo l’interessamento di un ente istituzionale che possa dire all’azienda che trattare con rsu e sindacati è indispensabile, non è un optional».

La vicenda di Francesco De Filippis, mandato a casa per l’utilizzo sul posto di lavoro di Facebook, arrivata alla ribalta nazionale, ha inasprito i rapporti con la direzione anche perché ,hanno chiarito i lavoratori che svolgono anche il ruolo dei sindacati interni, «arriva in un momento in cui l’azienda, che pure registra un ottimo livello di produzione, si occupa meno di quanto dovrebbe della sicurezza per i propri operai». Infortuni sul lavoro dovuti principalmente al fatto che la manutenzione e la pulizia avvengono con i macchinari in funzione innescando una condizione di pericolo oggettiva, continui spostamenti di ruoli e di mansioni, raffiche di contestazioni e sanzioni:
«Siamo convinti – dicono ancora Zambianchi, Giuditta e Scarati – che non sarebbe utile arrivare alle denunce penali e alle problematiche di ordine pubblico per ristabilire le corrette relazioni necessarie per il buon andamento di una importante attività produttiva come la Vibac che, dopo anni di grande crisi, vede un interessante momento di sviluppo».

Intanto Carlo Scarati segretario generale Uiltec Uil Molise. replica a quanto riportato ieri in una nota da Roberto Bonaduce della Failc-Confail. «Fino a due mesi fa era fuori dai cancelli era con gli stessi lavoratori che ieri hanno manifestato, evidentemente ora ha cambiato idea. Gli auguro di completare la sua formazione sindacale ed essere produttivo per i suoi iscritti, alcuni dei quali però – lancia una stoccata Scarati – mi hanno chiamato, chiedendomi scusa per non potersi cancellare dal nuovo sindacato ma dicendo di essere impossibilitati a fare diversamente, come possono dimostrare con le attuali tecnologie».

Scarati accusa Bonaduce di essersi appiattito «su quello che vuole il padrone. Capisco che la famiglia deve mangiare ed è grande, e qualche familiare in più fa sempre comodo, ma un sindacato deve pensare soprattutto a chi rappresenta e perciò gli faccio un grande in bocca al lupo ricordandogli che riguardo allo sciopero, le cifre comunicate da noi sono reali, e bastava vedere la rabbia con la quale venivano osservati e schedati i lavoratori che ieri erano fuori dai cancelli».
Se gli interinali hanno mandato avanti le macchine, «come Bonaduce ha detto nella sua nota, spero che non sia avvenuto perché sono stati chiamati a sostituire gli scioperanti visto che in questo caso verranno adite le vie legali».

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