Economia & Lavoro

Tensione alla Vibac, sarà sciopero contro gli infortuni in fabbrica e i licenziamenti “facili”

Sciopero di otto ore alla Vibac e presidio davanti ai cancelli della fabbrica dalle 7 alle 9 nella giornata di domani, mercoledì 21 giugno. Questa la decisione assunta al termine delle tre assemblee tra sindacati e lavoratori dell’azienda che produce nastro adesivo. Sotto accusa il «clima aziendale irrespirabile» determinato, come sostenuto dai sindacati di categoria, «dagli spostamenti continui di personale, dagli incidenti ricorrenti, da contestazioni disciplinari a pioggia, riunioni convocate a 800 chilometri dalla sede lavorativa e, non ultimo, il licenziamento dell’operaio» che avrebbe usato impropriamente Facebook durante il turno di lavoro. Si punta a ripristinare normali relazioni sindacali stemperando «relazioni tesissime tra le parti». E proprio al dipendente arriva la massima solidarietà dei colleghi dello stabilimento Vibac di Grumento Nuova in provincia di Potenza.

«Io vado avanti con il sorriso e la dignità che mi hanno contraddistinto in 42 anni di vita e in 18 anni di lavoro». Proprio sulla sua pagina affida una riflessione l’operaio licenziato dalla Vibac perchè avrebbe usato impropriamente Facebook durante il turno di lavoro. Una notizia che ha fatto il giro delle testate nazionali ma in ballo ci sono anche questioni legate alla sicurezza, agli infortuni a un clima di fabbrica ritenuto dai sindacati «insostenibile» e quindi la necessità di un concreto cambio di passo a tutela di tutti i dipendenti. Questo lo scopo delle tre assemblee che si sono tenute ieri al nucleo industriale sulla vicenda Vibac e che sono sfociate nella proclamazione dello sciopero nella giornata di mercoledì 21 giugno.

Otto ore e anche un presidio simbolico davanti ai cancelli dello stabilimento dalle 7 alle 9 per evidenziare tutta una serie di questioni che hanno mobilitato i rappresentanti di categoria. Sono centocinquanta circa i dipendenti dell’azienda ma ci sono anche gli interinali e alla manifestazione di protesta sono attesi anche i colleghi di altri impianti della zona industriale. Al termine delle tre assemblee le votazioni per lo sciopero hanno raccolto solo quattro astenuti e un voto contrario e i sindacati hanno rinnovato l’invito a partecipare all’iniziativa. Obiettivo dell’incontro che si è protratto per tutta la giornata quello di «valutare le strategie da mettere in campo per poter ricondurre questa azienda ad una gestione più corretta e rispettosa dei diritti e della dignità dei lavoratori, con grande attenzione alla sicurezza».

In una nota i sindacati Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec hanno esposto le ragioni di questa mobilitazione in una realtà consolidata che produce nastro adesivo, punto di riferimento per il settore in uno stabilimento dove negli ultimi tempi sono entrate anche altre persone. «La goccia che ha fatto traboccare il vaso– scrivono Lino Zambianchi, Marcello Giuditta e Carlo Scarati– è stato l’ultimo licenziamento del 12 giugnoma in azienda non se ne può più di: spostamenti continui del personale su mansioni diverse da quelle consuete, spesso anche di livello inferiore a quelle ricoperte da sempre;incidenti sempre più ricorrenti con quattro infortuni dall’inizio dell’anno;contestazioni disciplinari a pioggia e provvedimenti conseguenti che rendono il clima aziendale irrespirabile». E ancora «riunioni convocate in Piemonte a 800 chilometri dalla sede lavorativa; poi il terzo licenziamento in poco più di un anno crea delle relazioni tesissime tra le parti che sarebbe bene stemperare per il bene di tutti».

Questo l’elenco delle questioni aperte che tengono accesissimo il dibattito in attesa di una risposta da parte dell’azienda stessa,una delle più grandi del nucleo industriale di Termoli. «Nell’augurare a tutti che possano essere presto riprese le normali relazioni sindacali e la discussione proficua sugli argomenti di sicurezza, produttività, premio di risultato, infortuni e incidenti e preso atto che ad oggi non si sono creati i presupposti per le corrette relazioni si proclamano otto ore di sciopero per il 21 giugno 2017».

Intanto, arriva anche la solidarietà all’operaio licenziato delle rsu e rls dello stabilimento Vibac di Grumento Nuova, in provincia di Potenza: «Esprimiamo, a nome di tutte le maestranze lavorative dello stabilimento lucano, la nostra solidarietà al collega per l’enormità del provvedimento subito per mano della dirigenza aziendale dello stabilimento di Termoli, che lo ha colpito nel modo più estremo, attraverso una procedura di licenziamento che tocca indirettamente anche la sua Famiglia. L’augurio che ci sentiamo di fare, con tutto il cuore, è che tale vicenda possa trovare un punto di equilibrio e di incontro attraverso un Ragionamento che vada a ristabilire la giusta armonia e serenità tra le maestranze lavorative e dirigenza aziendale, salvaguardando allo stesso tempo il posto di lavoro del collega. Sperando di ricevere al più presto notizie in tal senso positive, porgiamo, con affetto, un fraterno saluto a tutti i colleghi lavoratori dello stabilimento Vibac di Termoli».

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