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Liberato, Giovanni e Italo ‘il diavolo’: “Noi, Corpus Domini e papà Cosmo Teberino”

A pochi giorni dalla Processione del Corpus Domini, con la sfilata dei Misteri che attirerà decine di migliaia di persone a Campobasso, abbiamo incontrato i fratelli Liberato e Giovanni Teberino dell’Associazione Misteri e tadizioni, che con la loro famiglia, da 49 anni curano la parte organizzativa dei Misteri. Emozionati nel ricordo di papà Cosmo, spiegano: “Viviamo gli ultimi giorni con una sana tensione. Costumi, ingegni, bambini e portatori: tutto è pronto”. Perfettamente calato nella parte Italo Stivaletti, il diavolo che tenterà la dunzella: “E’ sempre una grande emozione e per me un vero onore, farò di tutto per far divertire gli spettatori”.

Ci sono poche cose che non potete togliere a un campobassano verace, I Misteri appartengono a questa categoria. Quando parliamo della spettacolare sfilata nel giorno del Corpus Domini non possiamo prescindere da chi ha raccolto il testimone nella cabina di regia di questa straordinaria tradizione. Dal 1968 papà Cosmo Teberino ha curato ogni dettaglio nella preparazione scenografica degli ingegni del ‘mitico’ Paolo Saverio di Zinno. Oggi ci sono loro, Liberato e Giovanni, i suoi figli. Dal 1997 si sono costituiti nell’Associazione Misteri e tradizioni e oggi rappresentano la continuità, il tramando e si emozionano nel ricordo di chi fino all’ultimo li ha assistiti nell’impresa.

All’inizio della settimana più attesa in città, abbiamo incontrato Liberato, ovviamente nell’ex palestra di via Genova dove oggi c’è il Museo dei Misteri, uno spazio ottimamente tenuto che non solo conserva gli ingegni e i costumi ma fornisce anche lo spunto e l’ambiente giusto per lanciare altre iniziative che uniscono la creatività artistica degli artigiani alla tradizione locale.
Troviamo Liberato insieme con il fratello, Giovanni, e l’amico Italo Stivaletti, l’uomo dagli occhi di ghiaccio, il diavolo dei diavoli dei Misteri, colui che ogni anno tenta di strappare un sorriso alla seriosa donzella, impresa che gli è riuscita l’anno scorso, a San Leonardo, quando la ragazza vestita di bianco, all’anagrafe Katiana Capobianco, seduta sulla sedia di velluto, ventaglio in mano, è caduta in tentazione. “Ho preparato tutto – ci ha detto Italo – e ho avvisato anche la nuova ‘tunzella’ (Maria Chiara De Michele, 25 anni di Campodipietra, ndr) farò del mio meglio per ‘rubarle’ il sorriso e per far divertire la gente”. Lo dice cacciando la lingua, come quando è sul Mistero di Sant’Antonio Abate. Stavolta non è dipinto di nero, né scuote con veemenza la coda di vacca, anche se tiene a precisare che l’ha ordinata dal macellaio due settimane fa. Passerà a prenderla il giorno prima della sfilata.

Italo Stivaletti è uno dei volti più noti dei Misteri. Il proscenio è tutto suo la domenica mattina, mentre dietro le quinte i fratelli Teberino si godono lo spettacolo dopo aver lavorato con passione per settimane. “Ormai siamo pronti – spiega Liberato – Viviamo gli ultimi giorni con una sana tensione. Le strutture sono state approntate e controllate, i bambini e i portatori, selezionati. Domenica mattina, quando il Mistero di Sant’Isidoro varcherà il cancello del Museo, potremo dare il via alla sfilata. Sarà un momento emozionante, come ogni anno, come quando c’era papà, che fino a quando è stato con noi, supervisionava tutto. Ora sappiamo che ci guida dall’alto ed è comunque sempre qui con noi”.

Liberato è comprensibilmente fiero della tradizione di famiglia. I Misteri a Campobasso sono una manifestazione capace di attirare centomila persone, anche di più. La responsabilità è enorme ma è grande anche la soddisfazione di organizzare la parte più spettacolare del Corpus Domini. Ecco cosa ci ha detto nell’intervista che ci ha rilasciato ieri sera, lunedì, prima di concedere la scena a Italo Stivaletti che, con tanto di linguaccia, non ancora colorata del rosso accesso di un vero diavolo, saluta i nostri lettori e dà appuntamento a tutti per il giorno più atteso: domenica mattina. “Noi saremo qui già dalle 6 – dice – ci prepareremo per bene, poi – conclude – usciremo per la festa di tutti i molisani”. Dopo di che lui e gli altri diavoli la canteranno a tutti: “Dunzella dunzé, vietenne vietenne, ci vediamo all’inferno…”.

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