Nuova rivolta contro il comune

La protesta di Mascione per la scuola aperta a convenienza: “Ridiamo le tessere elettorali” fotogallery

La scuola è chiusa da sei mesi e senza risposte da parte del sindaco sulla riapertura, i cittadini alzano le barricate: pronte iniziative eclatanti. La prima mossa sarà la restituzione delle tessere elettorali durante uno dei prossimi consigli comunali. "C’era un finanziamento dell’ex amministrazione Di Bartolomeo per la messa in sicurezza dell’edificio. Dove sono finiti?", si chiedono infuriati i genitori. "Hanno aperto l’istituto per il referendum e lo slalom Battistini, ai nostri bambini non pensano?".

Il nuovo frontedella lunga battaglia per la sicurezza delle scuole si apre a Mascione, la verde contrada di Campobasso, periferica e popolata. L’edificio è stato chiuso a novembre del 2016. Cento piccoli alunni trasferiti nell’istituto comprensivo di via Scarano. Per sei mesi è sceso il silenzio. Poi, nell’ultimo giorno di un anno scolastico tormentato, è scoppiata la rivolta dei genitori: le incertezze sul futuro e le mancate risposte dell’amministrazione comunale hanno esasperato gli animi. Restituiranno le schede elettorali come segnale di sfiducia nei confronti delle istituzioni da cui non si sentono rappresentati. La decisione è stata presa al termine del sit-in di protesta di ieri, 8 giugno.

Davanti all’edificio giallo di Mascione, tra i palloncini colorati dei bambini, sono stati appesi striscioni che esprimono rabbia e amarezza: ‘Restituite la scuola ai nostri bambini’, ‘Scuola aperta a convenienza. La contrada non ha più pazienza’. E ancora: ‘Giù le mani dalla nostra scuola’.
L’esito degli studi di vulnerabilità che il Comune ha affidato all’Università del Molise non si conosce ancora. Ma senza quelle risultanze non si può nemmeno progettare un eventuale adeguamento sismico. Il che rende difficile la riapertura dell’istituto.
«C’era un progetto finanziato con fondi Cipe e risalenti all’ex amministrazione Di Bartolomeo per la ricostruzione di questa scuola», ha sottolineato Salvatore Tronca, uno dei rappresentanti dei genitori assieme a Massimo Libertone e Angelo Palladino. L’ex sindaco aveva stanziato poco più di un milione di euro. «Non si capisce perché questa amministrazione ha rimodulato quei finanziamenti, li ha tolti a questa scuola e ci ha assegnati i fondi Bei che non si sa quando verranno erogati. I fondi destinati alla scuola di Mascione insomma sono stati spostati su altre esigenze. Perciò, noi oggi ci sentiamo cittadini di serie B».
Qualche giorno fa l’incontro con il prefetto di Campobasso. Ai genitori è stato detto che solo dopo le risultanze degli studi dell’Unimol saranno prese delle decisioni. Ma a loro questo non basta. «Protesteremo, ma sempre pacificamente. Per ora la maggioranza di noi restituirà le tessere elettorali». Probabilmente saranno restituite durante uno dei prossimi consigli comunali. Non solo: i genitori, forti di 1200 firme già raccolte a sostegno della mobilitazione, stanno valutando anche manifestazioni di protesta più eclatanti davanti al Municipio. Qualcuno avrebbe voluto tentare il ‘blitz’ durante il Corpus Domini.

Una proposta che non ha trovato tutti d’accordo: il rischio è di confondersi tra le migliaia di persone che il 18 giugno saranno in città per i Misteri. Loro, invece, vogliono farsi notare e soprattutto ascoltare dal sindaco Antonio Battista. La sfiducia nei confronti del Comune è al massimo. «Da un lato riconosciamo al sindaco che sta dando attenzione al problema della sicurezza delle scuole – il ragionamento di Massimo Libertone – ma noi abbiamo visto riaprire la scuola di Mascione in due occasioni: per il referendum del 5 dicembre e per lo slalom ‘Battistini’ perché l’Aci aveva chiesto una sede per la direzione della gara. E Battista ha ceduto la scuola perché si trattava di una manifestazione ludica. Ecco perché noi ci sentiamo presi in giro».
La pazienza è finita. «In questi mesi – ha aggiunto Massimo Libertone – abbiamo scelto la strada del dialogo e della comprensione. Al sindaco abbiamo chiesto un confronto e non abbiamo mai avuto un atteggiamento aggressivo, siamo stati sempre civili». Ma non è bastato. «Dal sindaco – l’accusa – non abbiamo mai ricevuto risposte». Ed essere stati trascurati per aver chiesto tutele per i propri figli, ai genitori non è piaciuto. Ecco perché a Mascione hanno deciso di alzare le barricate.

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