Società & Costume

Torna dalla Spagna e inventa la bici-carretto dei gelati che piace a tutti: “Siamo in una nuova era”

Da qualche giorno a Termoli c’è Loris Bracone con la sua invenzione: una bici-carretto dei gelati con sei gusti. «E’ leggerissima, non inquina ed è una figata» commenta questo 25enne termolese tornato dopo tre anni in Spagna. «Ho visto i lavori sul litorale e mi sono detto che era il momento di tentare». Così ha ideato assieme a un amico grafico e alcuni ingegneri qualcosa «che prima non esisteva» registrando il marchio Dolcevita Il gelato con le ruote. Ma è solo la prima di una lunga serie, possiamo trasformare il lungomare con altre quattro di queste». E i coni vanno a ruba.

Una pedalata, il campanello che suona, bambini che si avvicinano per un cono. Un post su Facebook e Instagram, mi piace che si moltiplicano, hashtag che mettono in relazione e fanno scoprire il lungomare di Termoli anche a fusi orari diversissimi dal nostro. L’idea di Loris Bracone, 26 anni da compiere, è di quelle che “spacca”: una bici-carretto dei gelati, leggerissima da condurre, con sei gusti e altri sei di scorta che possono durare un giorno intero. Un mix fra il passato nostalgico di chi si ricorda il vecchio carretto e il futuro di un’invenzione che unisce estetica e tecnologia. «È completamente ecologica ed è bellissima. Ma non mi fermo qui, ce ne sono altre come questa pronte per essere realizzate».

Ha l’aria di uno che non si accontenta Loris. Una delle grandi novità dell’estate termolese 2017 è lui. Molti l’hanno già notato, qualcuno se ne accorgerà scendendo al mare in questi giorni. Da inizio giugno gira il litorale nord dall’incrocio con via Magellano al Sirena beach e nei fine settimana anche su via Vespucci «dove c’è una passerella tutta nuova che è spettacolare e c’è tanta gente».

Lo fa in sella a una bici a tre ruote. Normalissima dietro, originale davanti, dove è sistemato il carretto gelati. «Ne ho sei – racconta Loris in un mattino di inizio estate caldo e soleggiato -. La mia specialità è la Dolcevita, un mix di Amarena e Stracciatella. Poi ho Nutella, Crema, Fiordilatte, Limone e Fragola». Gli ultimi due sono senza lattosio, gli altri quattro senza glutine. Insomma anche gli intolleranti alimentari possono gustarsi uno dei suoi coni. Ma su quel carretto ha un po’ di tutto: coppette, vaschette, cucchiaini di plastica. «Ho anche un mini lavandino per chi vuole sciacquarsi le mani. E poi un contatore che si ricarica pedalando e che mi permette di accendere le luci a led e un vano contenitore in acciaio inox isolato dalla cella frigorifera. E poi ascolta: non ha motore, non è rumoroso. Le persone mi sentono solo perché suono il campanello».

Ma da dove nasce questa invenzione? «L’idea è venuta a me e mia sorella Jessica quattro o cinque anni fa. Ci ha ispirato una famosa scena di un film con Bud Spencer e Terence Hill (Pari e dispari, ndr) quando uno dice all’altro di volere per forza il gelato al pistacchio». Però per qualche tempo l’idea è stata accantonata. «Sì, perché lei si è stabilita a Firenze, mentre io ho deciso di lasciare gli studi in Economia e Management per trasferirmi in Spagna con la mia ragazza. Sono stato in Galizia tre anni e mezzo a fare il pizzaiolo».

Ma il 2017 è stato l’anno del suo ritorno. «In realtà ero qui per un po’ di vacanza, a gennaio. Non so, forse è stata l’aria di casa. Quando ho visto i lavori sul lungomare ho capito che era il momento di fare qualcosa». Al bando le solite lagne del “qui non si fa mai niente, non c’è nulla”. «È una scemenza. Non c’è niente se non hai voglia di fare niente. Penso che l’Italia sia un po’ uscita dalla crisi, ma continua a esserci troppa negatività. Dobbiamo essere più nazionalisti, direi quasi trumpisti. Fare le cose insieme per il bene di tutti».

Con una mentalità più che propositiva, Loris si è messo a tavolino «con un mio caro amico d’infanzia, Daniele Bucci, che fa il grafico. Con le mie idee folli e le sue capacità di creare dal nulla è nata questa bici». C’è voluto poi l’impegno di «ingegneri come mio cognato. Sono stato a Udine e a Lugano, in centri che ci hanno permesso di lavorare sul nostro progetto». Il primo giugno la prima bici-carretto è giunta a destinazione a Termoli. Loris la trasporta con un piccolo rimorchio, la scarica e inizia a pedalare. «Non ha bisogno di essere montata. La smonto solo per pulirla».

«Tutti la apprezzano: bambini, anziani, adulti. Sono stato al parchetto di via Maratona e i bambini quasi mi hanno assalito, erano felicissimi. Poi vorrei andare a Opera Serena un’ora la mattina per dare un po’ di gelato agli anziani e farli tornare con la mente a quando erano giovani». Qualcuno l’ha notato anche sulla Scalinata del Folklore sabato 3 giugno durante la proiezione della finale di Champions League. «Anche lì è andata bene, mi ha autorizzato il Comune ad andare. Devo dire che quest’Amministrazione si muove molto ed è felice di quello che sto facendo e aggiungo che senza quella nuova piazzetta mai sarei potuto andare a vendere lì. Il Comune mi ha dato il logo della città e della Costa dei delfini e io sono orgoglioso di portarlo».

Per il momento fa tappa fissa su via Colombo dalle 10,30 alle 19 e sui social è facilmente localizzabile. «Posto solo cose che hanno a che fare col mio prodotto, non vedrete mie foto. Ogni tanto metto un post e taggo il lido balneare più vicino. Voglio lavorare in armonia con loro, la prima cosa è il rispetto. Io ho portato un prodotto che sul lungomare prima non c’era, cioè il gelato artigianale. Non mi sono messo a vendere birra o pasta. Mi piacerebbe quindi che gli stabilimenti mi chiamassero per essere presente ai loro eventi. Possiamo lavorare insieme».

Mentre parla qualcuno si avvicina: una signora gli dice che le ricorda «il mitico Colarella. Me l’hanno detto in tanti: era un tizio che girava col motorino e vendeva gelati e gassosa in una cesta di ghiaccio secco, penso fosse negli anni Ottanta». C’è chi chiede di scattare una foto, «non sai quanti me lo chiedono e quanti mi scrivono» commenta Loris. Un paio di bagnanti ne approfittano per un cono, costo fisso due euro.

Ma dove ha imparato un ex pizzaiolo a fare il gelato? «I miei maestri sono stati Massimo Guardiani di Yogo e Renato Zara dell’omonima pasticceria. Ci ho messo la mia faccia tosta, loro però sono stati molto gentili». Adesso ha affittato un locale nella zona artigianale dove ha costruito un laboratorio. «Già a gennaio sono stato a Rimini per la fiera Sigep e ad altri eventi per macchinari e informazioni. Nemmeno lì ho trovato l’idea che ho lanciato io. Adesso faccio la base di fiordilatte di notte e la mattina monto il gelato, così ce l’ho fresco ogni giorno». Il carrettino ha inoltre un particolare sistema di raffreddamento «grazie al glicole, una sostanza che raffreddata mantiene il refrigeramento. Ho un’autonomia di otto-dieci ore. Si ricarica elettricamente, di solito lo faccio di notte ma in casi di emergenza ho un piccolo generatore di corrente o chiedo aiuto a uno stabilimento».

Afferma di non mirare al semplice successo personale. <<Vorrei che oltre al mio ci fossero altri quattro o cinque persone con la bici come la mia. Non nascondo che ci stiamo lavorando, anche per altri tipi di ristorazione. Il prossimo progetto sarà pronto a settembre-ottobre, inoltre stiamo migliorando le prestazioni della bici: oggi è pensata per andare in pianura, difatti la pedalata è leggerissima, ma oltre una pendenza del cinque per cento non ce la fa. Stiamo lavorando per far sì che le prossime possano andare bene anche in salita».

Il giovane imprenditore svela che il suo sogno è «che arrivi qualcuno e mi dica: “gestisco io la bici del gelato”. Così io potrò proporre la novità l’anno prossimo. Dico ai ragazzi di provare, alla fine i soldi da investire si trovano, la spesa è minima e il rischio minimizzato». Ma Loris quanto ha speso? «Beh, quindicimila euro solo per il progetto. Ma vale la pena provare, anche se si fallisce, perché il fallimento è alla base del successo visto che fa imparare dagli errori».

Potrebbe anche essere che presto il lungomare veda un certo traffico di bici-carretti. «Sarebbe bellissimo. Non ha senso fare dieci chioschi, facciamo dieci bici che non inquinano– dice indicando il suo “strumento di lavoro” -. Trasformiamo il lungomare in ecologico, sarebbe grandioso non solo per Termoli e il Molise ma per tutta Italia». Loris intanto pensa in grande. «Ho avuto proposte da zone limitrofe, come Petacciato e San Salvo. Mi piacerebbe coprire tutto l’Adriatico fino alla Romagna». Anche perché ora il marchio Dolcevita è suo, in omaggio al celeberrimo film di Federico Fellini.

L’attualità invece è il possibile “salto” in centro. «Ho presentato domanda per occupare suolo pubblico su zona pedonale ma non voglio stare sul Corso. Sarebbe scorretto verso uno dei miei maestri, Massimo, e nei confronti delle altre gelaterie. La mia prossima sfida è ravvivare piazza Sant’Antonio. Vorrei che la gente tornasse lì come quando ero piccolo, anche perché è il posto migliore per osservare Termoli». Su Facebook arriva un’altra notifica: “quando arrivi?” gli chiede un potenziale cliente. Lui fa per andare. «Siamo a una svolta, questo è l’inizio di una nuova era. Un mio collega italiano in Spagna mi diceva sempre: “non aspettare di radunare centomila persone per cambiare il mondo. Inizia a cambiarlo tu e vedrei che gli altri ti seguiranno”. Questa frase ce l’ho sempre in mente».

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