Cronache

Black hole, ultimo atto: assolto il capitano Sciarretta per l’autorizzazione al kebabaro

Secondo i giudici del Tribunale di Larino «il fatto non sussiste». Assolto dall’accusa di abuso d’ufficio l’ex capitano dei vigili urbani Ugo Sciarretta, unico ad aver rinunciato alla prescrizione. E’ l’ultimo capitolo della nota vicenda giudiziaria denominata Black Hole che coinvolse politici, professionisti e forze dell’ordine fra il 2006 e il 2007 portando ad arresti eccellenti, compreso proprio quello del numero uno della Municipale dell’epoca. Soddisfazione adesso da parte dei legali dell’ex comandante. In precedenza l’intera inchiesta era finita fra prescrizione e proscioglimenti.

L’ex capitano della Polizia Municipale di Termoli Ugo Sciarretta è stato assolto dai giudici del Tribunale di Larino dall’accusa di abuso d’ufficio relativo all’autorizzazione di rilascio della concessione di suolo pubblico permanente a favore del cosiddetto kebabaro del lungomare nord. La sentenza di assoluzione è stata emessa perché «il fatto non sussiste». Si chiude così, con l’ennesima vittoria della difesa, l’ultimo capitolo della maxi inchiesta denominata Black Hole che fra il 2006 e il 2007 portò ad arresti eccellenti che videro coinvolti, tra gli altri, l’ex sindaco Remo Di Giandomenico, professionisti del settore Sanità molto noti in Molise e per l’appunto esponenti delle forze dell’ordine.

Sciarretta all’epoca era il numero uno dei vigili urbani termolesi, mentre oggi, a 68 anni, è pensionato dopo un breve ritorno alla guida della Municipale. Era rimasto coinvolto in diversi filoni della maxi inchiesta della Procura di Larino all’epoca guidata da Nicola Magrone. Dopo le indagini il processo era stato trasferito a Bari, dove nell’aprile 2015 fa è stato praticamente smontato. Una raffica di proscioglimenti, uniti a non poche prescrizioni, ha fatto sì che dei 110 indagati per i quali era stato chiesto il rinvio a giudizio, solo una decina hanno dovuto affrontare il processo.

Nella vicenda dell’autorizzazione per il furgone del kebabaro, che ormai da un decennio staziona sul tratto iniziale di via Cristoforo Colombo, Sciarretta fu l’unico a rinunciare alla prescrizione, a differenza della titolare dell’attività e dei dirigenti Fagnano e Marinucci che erano coimputati. L’ex comandante ha deciso di andare fino in fondo, sostenuto chiaramente dai legali difensori Ruggiero Romanazzi e Luigi Greco, convinti di poter provare l’innocenza del loro assistito.

Così è stato. Quest’oggi 6 giugno il collegio giudicante composto dai giudici Russo, Colucci e Di Nino ha emesso la sentenza d’assoluzione dall’accusa di abuso d’ufficio. La pm Ilaria Toncini avevachiesto la pena minima sostenendo che Sciarretta avesse favorito il rilascio dell’autorizzazione per l’ambulante. Ma per i giudici del Tribunale frentano «il fatto non sussiste». La vicenda Black Hole, a questo punto, può ritenersi totalmente conclusa.

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