La riorganizzazione

Nasce Rete Oncologica: 78 posti letto per 4 ospedali. “Fidatevi, è un modello all’avanguardia”

Per i malati di tumore del Molise una riorganizzazione completa tra Campobasso, Termoli e Isernia. Alla Cattolica restano i ricoveri ordinari, che vengono attivati anche al san Timoteo e al Veneziale con 5 e 6 posti letti. Al Cardarelli rimane il Day Hospital e la possibilità, in caso sia necessario il ricovero, di trattare il paziente nelle nuove aree specializzate di Medicina. "E’ un servizio di assistenza moderno e più efficace - commenta il direttore sanitario Lucchetti . che va incontro alle esigenze dei malati".

Riorganizzazione di Oncologia a Campobasso, tra il Cardarelli e la Cattolica, ma anche a Termoli e Isernia. Nasce la rete: l’Azienda Sanitaria molisana ufficializza i numeri di quello che a breve diventerà il nuovo servizio di assistenza per malati di neoplasie nella regione.

Una “Rete Oncologica” che coinvolge soprattutto la Fondazione Giovanni Paolo II, o Cattolica, l’Istituto specializzato nel trattamento dei tumori e nei cicli terapeutici di chemioterapia e radioterapia. Qui confermati 8 posti letto di degenza ordinaria, 2 posti letto di day hospital in oncoematologia e 2 posti letto di day hospital oncologico.
Sempre nella Cattolica trovano spazio 8 posti letto di degenza ordinaria. Degenza ordinaria che però scompare dall’ospedale pubblico del capoluogo, che resta con 6 posti letto di day hospital riservati a Oncologia.

La rete si estende anche agli ospedali di Termoli e Isernia . Sia al San Timoteo che al Veneziale sono rispettivamente 4 i posti letto di degenza ordinaria in oncologia. A Termoli inoltre 5 posti in day hospital, che a Isernia arrivano a 6.

A questi si aggiungono i 28 posti letto di degenza ordinaria in chirurgia oncologica, i 2 posti letto di day hospital di chirurgia oncologica e i 3 posti letto in radioterapia, tutti e 33 nell’Istituto di Largo Gemelli a Campobasso.

Una riorganizzazione – precisa il direttore sanitario Antonio Lucchetti – il cui obiettivo è «garantire ai cittadini molisani la migliore qualità dell’assistenza con moderni criteri organizzativi, che concentrano le risorse in base alla intensità della assistenza necessaria per ogni singolo caso». Tradotto in parole povere e a beneficio di tutti, significa che i pazienti con neoplasie verranno comunque ricoverati anche negli ospedali pubblici e in modo particolare al Cardarelli, dove anche se scompare il reparto tradizionale di Oncologia, arriva nella unità complessa di Medicina l’area cosiddetta “funzionale”, dove i pazienti vengono dirottati a seconda del quadro clinico verso la bassa o media intensità.

E’ sempre la Asrem a rassicurare i cittadini molisani sul fatto che la riorganizzazione della rete oncologica con questa modalità, stabilità dal Piano Operativo sanitario 2015-2018 e dall’atto aziendale, e che prevede 5 punti di prestazioni di servizi, «è più efficace e va incontro alle esigenze dei malati».
La domanda maggiore di assistenza in oncologia, scrive sempre il direttore Lucchetti, «si ha nel day hospital e solo in casi particolari deve essere utilizzato il ricovero ordinario. Tale ricovero poi non ha mai caratteristiche di emergenza, in quanto il paziente oncologico in emergenza è quasi sempre trattato in rianimazione o in una medicina interna, per usufruire di servizi come il laboratorio ed eventualmente la medicina trasfusionale».

Insomma, un modo per fugare i timori, soprattutto all’interno del presidio ospedaliero del capoluogo di regione, che gravitano attorno alla soppressione del reparto di oncologia, che di fatto viene spostato completamente alla Cattolica. Ma secondo la Asrem non è uno svantaggio bensì un vantaggio. Anche perché – aggiungono dagli uffici – «sono già attive modalità di collaborazioni professionali con la Fondazione per eventuali approfondimenti diagnostici terapeutici, secondo la logica di rete che evita doppioni», e quindi evita di sforare il budget di spesa.
L’importante – è la sintesi dell’Azienda – è che al Cardarelli restino i 6 posti letto di Day Hospital Oncologico, «perché nel caso vi sia l’esigenza di trasformare il day hospital in un ricovero ordinario il paziente è indirizzato verso la piastra funzionale di Medicina».

78 posti letto nel complesso, riservati a una branca della medicina che oggi più che mai, in tutto il Molise come peraltro nel resto d’Italia, prevede una domanda in ascesa costante. Per rispondere a questa domanda la nuova sanità molisana che sta cercando di riorganizzare se stessa facendo i conti con debiti e necessità di rientrare dal deficit e di ottimizzare il personale e i reparti, mette in campo un modello assistenziale praticamente sconosciuto da queste parti.
«Da un lato – conclude il direttore Antonio Lucchetti – viene graduata l’assistenza secondo il quadro clinico, dall’altro si adegua l’assistenza alla persona secondo il bisogno individuale: più personale di assistenza dove serve, e meno dove non serve».
Il modello prevede che sia l’equipe medica a muoversi all’interno dell’ospedale e non il paziente, che viene ricoverato nell’area di degenza più appropriata ai suoi bisogni e trattato in base alle sue necessità in un contesto di collaborazione di medici e infermieri. Questa la ragione per cui l’ospedale Cardarelli a breve verrà rimodulato nei suoi spazi logistici, prevedendo una serie di aree specifiche che vanno dalle malattie infettive alla nefrologia alla neurologia alla pediatra alla oncologia appunto, con nei piani intermedi della struttura aree di medicina a bassa intensità e aree di medicina ad alta intensità.

commenta