Tensioni sul corpus domini

L’Antiterrorismo ’sfratta’ pure la Tenda del vescovo, è polemica per le misure di sicurezza

Anche la Curia di Campobasso deve fare i conti con l’inasprimento delle misure di sicurezza, intensificate a livello internazionale dopo la strage al concerto di Ariana Grande a Manchester. Nelle ultime ore sono emerse difficoltà logistiche per la Tenda eucaristica che ogni anno viene collocata in città per consentire ai fedeli di accostarsi al sacramento nei giorni del Corpus Domini. Sarebbe dovuta essere sistemata in piazza della Repubblica, che invece sarà occupata dal palco che ospiterà il concerto di Alex Britti e gli altri eventi musicali organizzati dal Comune.

Non solo il ‘concertone’. Ora l’Antiterrorismo sconvolge pure i piani della Curia per la sistemazione della Tenda eucaristica (nella foto in pagina di Gino Calabrese), luogo di silenzio e preghiera negli giorni affollati del Corpus domini, uno degli momenti più importanti dell’anno liturgico per il mondo cattolico.

L’anno scorso la Tenda venne sistemata davanti alla chiesa del Sacro cuore in linea con i suggerimenti di Papa Francesco che, nell’anno del Giubileo, ha posto attenzione alle periferie delle città. Fu un’eccezione: nelle altre edizioni del Corpus Domini, il luogo simbolo dell’adorazione del Santissimo Sacramento è stato collocato in piazza della Vittoria (la famosa ‘piazzetta’ di Campobasso) oppure in piazza della Repubblica.
Entrambe quest’anno sono occupate: la prima ospiterà le casette dei Comuni che hanno aderito alla ‘Città dei Misteri tra borghi e tradizioni’, la seconda invece è la location scelta dall’amministrazione e dalla Prefettura per gli spettacoli organizzati a Corpus Domini, come il concerto di Alex Britti.


L’imprevisto ‘sfratto’ della Tenda eucaristica avrebbe rammaricato non poco il vescovo Giancarlo Bregantini. La Curia perciò sta correndo ai ripari per trovare una sistemazione alternativa. Ma nemmeno la Chiesa ci sono sconti: i dispositivi di sicurezza, irrigiditi a livello internazionale dopo l’attentato terroristico di Manchester che ha provocato morti e feriti, valgono pure per la Tenda eucaristica. Anche perché potrebbe essere considerata un obiettivo sensibile.

Stringi stringi, attualmente un’alternativa per la location della Tenda eucaristica non c’è. Il che avrebbe provocato imbarazzi e nervosismo tra i rappresentanti della Chiesa locale. Compromessi, purtroppo, non ce ne sono: anche la Curia e il Comune dovranno trovare una location che rispetti le misure di sicurezza.
Per la prima volta nella sua storia, dunque, Campobasso si scontra con i pericoli del terrorismo. Le recenti disposizioni internazionali, irrigidite dopo Manchester, hanno guastato i piani a parecchi – amministrazione e Chiesa – per questo Corpus Domini, scontentando tutti e creando oggettive difficoltà logistiche.

A farsi portavoce dei nervosismi di questi giorni è il coordinatore regionale di Idea – Popolo e Libertà, Maurizio Tiberio: «E’ davvero incomprensibile ed inaccettabile riempirsi la bocca nel dire che mai la strategia dei terroristi islamici di condizionare e cambiare il nostro stile di vita occidentale fatto di quotidianità (vedi ultimo attentato al concerto di Manchester) potrà incidere nel cambiamento della nostra cultura millenaria, instillandoci la paura e cosa avviene invece nella nostra, importante , emblematica, sensibile città ? Viene alzato il livello di allerta tanto che Comune , Questura e Prefettura decidono di cambiare la consuetudine dei cittadini di Campobasso di assistere al concerto finale di Corpus Domini in piazza Pepe per dirottarlo su un sito, per loro più sicuro dal rischio attentato, piazza della Repubblica».

Per Tiberio forse sono stati utilizzati due pesi e due misure. Ad esempio, non sono state previste restrizioni per la sfilata dei Misteri che porta solo in corso Vittorio Emanuele oltre 30.000 persone. Anche questo luogo, forse, potrebbe essere scelto per un attentato terroristico di matrice islamica.
«È assurdo – la sua chiosa finale – ed è un segnale pericolosissimo di debolezza abdicare (i pochi a decidere) in favore della strategia del terrore islamico, contro il sentire comune del popolo che, a differenza del bigottismo ‘laviamoci le mani’ non vuole cambiare il proprio modo di vivere costruito in centinaia di anni di cultura occidentale».

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