Cronache

Malati di cancro, 6 posti letto a Termoli. Oncologia al Cardarelli va nella “piastra funzionale”

Nell’ospedale di Campobasso si respira un clima di timore per il paventato trasferimento in blocco del reparto di oncologia da 14 posti letto alla Cattolica. Ma la direzione Asrem smentisce: «Nessun trasferimento in altra struttura, ma il reparto verrà assorbito nell’area funzionale di Medicina per malati gravi. Per i pazienti non cambierà nulla». Intanto al San Timoteo di Termoli, dove è stato spostato l’ambulatorio oncologico che fino a un mese fa si trovava nel Vietri di Larino, saranno ricavati 6 posti letto riservati a oncologia, sempre nell’area funzionale alla quale si sta lavorando.

Neoplasie che aumentano, popolazione – anche giovane – che si ammala. Percentuali di mortalità dovute a tumori sempre più elevate, in un rapporto direttamente proporzionale al numero dei pazienti che purtroppo continua ad aumentare. E’ l’oncologia la branca della medicina sulla quale serve un potenziamento, oggi più che mai.Tagliare posti letto, ridimensionare reparti sotto la mannaia della riorganizzazione imposta da Roma per i conti in rosso del Molise, in questo campo non solo non è accettabile, ma diventerebbe un boomerang, con cittadini molisani costretti giocoforza a farsi curare in altre regioni e a costi più alti.

I timori all’ospedale Cardarelli sono palpabili da quando, giorni fa, ha cominciato a circolare con sempre più insistenza la voce che vorrebbe il trasferimento in blocco alla Cattolica del reparto di Oncologia, che conta 14 posti letto esclusi i 6 posti in day hospital, dove si effettuano i ricoveri diurni con possibilità di ospitare fino a due pazienti al giorno per ogni singolo posto letto. Il codice di comportamento voluto dalla direzione generale, che cuce la bocca ai medici e al personale in servizio negli ospedali, stabilendo l’obbligo di una autorizzazione specifica per parlare con la stampa, non riesce però a modificare anche le espressioni dei volti. Che sono tesi, segnati dall’amarezza. Oncologia andrà via dal Cardarelli? Si alzano le spalle, si sospira. La paura è forte, e significherebbe privare il più grande ospedale della Regione, l’unico che può ancora definirsi di II livello, di un settore nevralgico e fondamentale.

Il trasferimento di Oncologia d’altronde era già stato prospettato dallo stesso Commissario ad acta e Governatore Paolo Frattura alla fine del 2015. E ora sembra essere arrivato il momento temuto, quello in cui si darebbe attuazione alla modifica a vantaggio della Fondazione di largo Gemelli, specializzata proprio nella diagnosi e cura delle neoplasie. Ma la direzione Amministrativa dell’azienda Asrem smentisce.

«Oncologia – garantiscono dagli uffici preposti – resterà al Cardarelli. Non soltanto l’ambulatorio e il day hospital da 6 posti, ma anche i posti letto in ricovero ordinario». Il come tuttavia resta una incognita, visto che il reparto, nella fusione tra pubblico e privato che di fatto va a realizzare un unico ospedale, dovrebbe essere assorbito da quello della Cattolica per evitare i tanto contestati “doppioni”, che ai tecnici ministeriali sono particolarmente invisi. Doppioni peraltro negati in modo secco anche dal decreto Balduzzi, che ha drasticamente ridimensionato la sanità molisana – e non solo – sotto il piano dei numeri.

Un chiarimento arriva dal direttore amministrativo Antonio Forciniti, il quale mette a tacere le voci di imminente soppressione di Oncologia al Cardarelli. «L’obiettivo è il contrario, cioè pensare ai malati e quindi migliorare il più possibile la possibilità di ricovero e cura in oncologia. Tuttavia è impensabile mantenere il reparto di oncologia così come è strutturato, per carenza di medici e infermieri. Ma la paura che venga sacrificato è ingiustificata ». Sembrerebbero esigenze inconciliabili: da una parte leggi, norme stringenti, carenza di personale, e dall’altra un aumento della richiesta assistenziale oncologica. Ma secondo la Asrem, che ritiene di aver imboccato la strada giusta, la soluzione c’è. Si chiama “piattaforma” o “piastra” funzionale, ed è un reparto multidisciplinare, ricavato nell’ambito di Medicina, dove far confluire posti letto (senza più il reparto dietro) destinati ai malati trattati in diversi campi della medicina e accomunati dalla gravità del quadro clinico. Oncologia, in primis, ma anche Malattie Infettive e altri settori medici. In pratica, secondo il progetto messo nero su bianco nel Piano Operativo che si appresta a diventare legge dello Stato, i pazienti affetti da tumori e neoplasie saranno ricoverati in un’ala specifica di Medicina, dove le interazioni e le consulenze fra medici specialisti dovrebbero garantire diagnosi e terapie più efficaci, smantellando quel sistema di indipendenza delle unità operative sul quale si reggono gli ospedali.


«Il paziente sarà assistito in modo ancora più adeguato in questa piattaforma di servizi per aree funzionali» è la promessa della Asrem, che tuttavia non è ancora in grado di spiegare né i tempi della riorganizzazione, anche logistica, del Cardarelli, né il numero esatto di posti letto riservati ai pazienti oncologici. Saranno 14, come oggi, oppure di meno? Una domanda che non ha risposte certe, ma apre a forti dubbi circa la possibilità di conservare tutti e 14 i letti.

Più certo invece il numero dei posti letto di oncologia del quale si doterà nei prossimi mesi l’ospedale di Termoli. Saranno sei, a fronte degli zero di oggi. Anche qui però non un vero e proprio reparto, ma un settore nell’area funzionale riservata ai casi più seri o comunque a quelli che coinvolgono settori differenti. Una sorta di “area di cura” ad alta intensità, con posti letto riservati ai pazienti che devono operarsi di tumore o sostenere cicli di chemio e radioterapia.

E’ comunque una novità per il BassoMolise, dove un reparto oncologico non è mai esistito. Finora solo un ambulatorio, che fino a un mese fa si trovava nel Vietri di Larino, ormai ex ospedale riconvertito in residenza sanitaria assistenziale da 40 posti letto. La mancanza di personale ha imposto il trasferimento dell’ambulatorio da Larino a Termoli. Le attrezzature e le strumentazioni diagnostiche sono state caricate sui furgoni e portate in blocco nel nosocomio adriatico, nell’ala ricavata al piano terra dove hanno trovato posto l’ambulatorio oncologico per le visite specialistiche e lo studio dove si effettuano trattamenti di chemioterapia.

Le polemiche che hanno accompagnato il ‘trasloco’ però non rispecchiano l’umore dei pazienti in attesa. «E’ sicuramente più scomodo per me che vengo da Larino con mio marito, che ha appena iniziato il settimo ciclo di chemioterapia – confida la signora Anna mentre aspetta fuori dalla porta il compagno di vita – ma in un certo senso mi senso più sicura: qui c’è un ospedale dietro, con un reparto di rianimazione nel caso dovesse accadere qualcosa di drammatico. Al Vietri ormai non c’è rimasto più niente».

«Io sono di Termoli e trovo molto più comoda questa soluzione, ovviamente» spiega un residente nella città adriatica in attesa di entrare. Per chi vive sulla costa e nell’hinterland il san Timoteo, che fino a qualche giorno fa non aveva alcun ambulatorio oncologico, rappresenta una soluzione logistica ideale.

«I disagi degli spostamenti sono stati affrontati e risolti» dicono dalla Asrem, liquidando la polemica. In teoria i pazienti hanno a disposizione due navette da Larino: una della Asrem e l’altra della Lilt, la lega Italiana per la lotta ai tumori, entrambe su prenotazione. Finora però nessuno ne ha usufruito, complice anche il difetto di comunicazione, ma dagli uffici amministrativi rassicurano che «gli anziani, chi non può essere accompagnato, chiunque avesse bisogno di essere portato a Termoli e riportato indietro, può usare il servizio navetta gratuitamente».

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