Politica

La nuova sanità del Molise ora è legge: stop ai ricorsi. Chi esulta, chi grida al golpe

I sub emendamenti presentati da Movimento 5 Stelle, Democratici e progressisti e Sinistra Italiana non sono bastati: in commissione bilancio alla Camera dei deputati è stato approvato l’emendamento 34bis. Il Programma operativo sanitario sarà legge di Stato e non potrà essere modificato o impugnato davanti al Tar Molise dai vari comitati nati a difesa degli ospedali pubblici. Domani, 30 maggio, l’ultimo step: la discussione in Aula sul testo a cui è stata posta la fiducia. Intanto il governatore-commissario Paolo di Laura Frattura esulta: "Finalmente attueremo la nostra riforma. Chi grida allo scandalo sa che sta facendo tanto rumore per nulla".

Il Molise scopre all’ora di pranzo che su ospedali, posti letto e reparti non i propri rappresentanti istituzionali non avranno più voce in capitolo. Saranno inutili pure manifestazioni di protesta e i ricorsi ai tribunali amministrativi dei vari comitati nati per difendere i presidi pubblici. Il Piano operativo straordinario sarà legge dello Stato, come prevede l’emendamento 34bis della manovrina approvato in Commissione Bilancio alla Camera dei deputati. Manca un ultimo step, il passaggio formale in Aula a Montecitorio. Ma la fiducia posta sul testo dovrebbe spianare la strada all’approvazione del pacchetto necessario a correggere i conti pubblici.
Sarà un punto di non ritorno per la sanità molisana: il programma operativo non potrà essere impugnato davanti ai giudici del Tar Molise. Associazioni e comitati, dunque, perderanno un’importante occasione per avere giustizia sul depotenziamento degli ospedali pubblici attuato in questi anni.

Nemmeno il Consiglio regionale potrà modificare il testo. Ma in quest’ultimo caso non sarebbe una novità: da quando la sanità molisana è commissariata – dieci anni orsono – il famoso tavolo tecnico interministeriale è l’unico a poter decidere.

In Commissione Bilancio alla Camera dei deputati, presieduta dall’onorevole Pd Francesco Boccia (che il Molise conosce molto bene essendo professore associato del Dipartimento giuridico dell’Unimol), non sono passati i subemendamenti presentati da Movimento 5 Stelle, Democratici e progressisti e Sinistra Unita. Tutti bocciati.

Il Pd, dunque, è andato dritto per la sua strada confermando l’atto proposto dal Governo e considerato «urgente» per porre fine alla «perdurante e grave situazione economico-finanziaria e sanitaria della Regione Molise». L’Italia deve correggere i suoi conti come richiesto dall’Europa e i debiti del Molise non sono un buon biglietto da visita.
Il Programma operativo straordinario, dunque, diventerà legge dello Stato per «ricondurre la gestione nell’ambito dell’ordinata programmazione sanitaria e finanziaria, anche al fine di ricondurre i tempi di pagamento al rispetto della normativa dell’Unione europea» e tenuto conto del contributo triennale di solidarietà interregionale per 73 milioni di euro, riconosciuto fino al 2017 dalla Conferenza Stato-Regioni.
Da giorni in Molise infuriano le polemiche politiche. Contro il Governo Gentiloni e Paolo di Laura Frattura non hanno lesinato bordate centrodestra, sinistra e Movimento 5 Stelle. Ma il capo della giunta, che aveva annunciato la novità legislativa lo scorso 19 maggio, esulta a poche ore di distanza dall’approvazione dell’emendamento 34 bis che rende il Programma operativo straordinario legge dello Stato. «Un fatto estremamente positivo che non mina l’autonomia decisionale della Regione nella gestione del nostro servizio sanitario, ma al contrario la blinda», spiega il presidente. Due gli effetti immediati: «Ci consente di cancellare, la possibilità che chiunque, anche senza una riconoscibilità giuridica, possa impugnare l’atto di programmazione delegando a terzi la decisione sulla funzionalità e sulla bontà del documento stesso». Inoltre, «finalmente daremo la spinta necessaria all’attuazione della riforma sanitaria».
Dopo aver ricordato che lo stesso iter è stato seguito nel 2011 in Abruzzo, Frattura spegne pure il fuoco arrivato dagli avversari politici che avevano gridato allo scandalo: «Chi lascia intendere devastanti scenari apocalittici per la sanità molisana, sa di fare soltanto molto rumore per nulla, come al solito».

Una visione che il Movimento 5 Stelle demolisce. Per Antonio Federico e Patrizia Manzo quanto successo in Commissione bilancio è «una procedura vergognosa, una scorciatoia per superare gli oggettivi problemi dei ricorsi, scavalcare l’ostilità di migliaia di cittadini ed evitare il confronto con il Consiglio regionale già esautorato una prima volta con il commissariamento».

Mentre si consuma «la giornata più nera per la sanità molisana», i consiglieri di opposizione a 5 Stelle criticano fortemente anche chi ha messo in piedi una «recita politica», ossia Michele Iorio e Danilo Leva. Sparano a zero contro l’ex presidente «colpevole di aver avviato il gravissimo indebitamento della sanità». Al veleno pure le considerazioni espresse nei confronti del deputato di Mdp: «Danilo Leva ora si sbraccia contro la privatizzazione della Sanità, ma che nel 2013 benediceva l’ingresso del ‘gruppo Patriciello’ nel centrosinistra. Una unione che indirettamente ha comportato le attuali storture politiche e rappresentative molisane fatte di interessi privati in ambito pubblico».
Il secondo tempo di questa partita si giocherà alla Camera dei deputati. Con la fiducia posta dal Governo il finale sembra già scritto.

Più informazioni
commenta