Cronache

A settembre la ’primavera’ della biblioteca più grande del Molise: garanzie a direttore e dipendenti

Entro l’autunno la biblioteca provinciale passata al Ministero dei beni culturali riaprirà i cancelli. Alla guida lo storico direttore Vincenzo Lombardi, riconfermati anche i dipendenti. "Riattiveremo i contratti di collaborazione con le cooperative", assicura il rappresentante del Mibact Leandro Ventura. Il governatore Paolo di Laura Frattura: "Obiettivi raggiunti, abbiamo trasformato un ipotetico problema in una opportunità culturale".

Per i più pessimisti i cancelli della ‘Pasquale Albino’ non avrebbero mai più riaperto e i libri sarebbero stati dimenticati sotto un cumulo di polvere. Per la Provincia di Campobasso, affossata dalla riforma Delrio, non era più possibile spendere i 500mila euro all’anno necessari tra la gestione della struttura e il personale.

Disfattisti smentiti, per fortuna. Quasi un anno dopo la firma dell’accordo per il passaggio al Ministero per i beni culturali (era il 13 settembre 2016), la biblioteca più grande del Molise è pronta a riaprire. «A settembre se non ci sono intoppi, ma comunque agli inizi dell’autunno», puntualizza il direttore del Polo museale del Molise Leandro Ventura nel giorno della consegna ‘in uso governativo’ dell’istituzione inaugurata il 24 settembre 1861. La firma dell’atto avviene prima della conferenza stampa e diventa un momento per divagare su argomenti sportivi. Si parla pure di Juventus e Campobasso. Poi si entra nel vivo.

Oltre alla riapertura, il Ministero procederà con una serie di aspetti tecnici: riattivazione delle utenze, il canone di locazione per un deposito esterno, i contratti di manutenzione per l’ambiente digitale della biblioteca. Poi si provvederà alla nomina del personale e del nuovo direttore: «Il personale proveniente dalla Provincia e passato al Ministero – puntualizza Ventura – sarà assegnato alla biblioteca. Questo passaggio dovrà avvenire sulla base di un accordo sindacale. Inoltre, riattiveremo i contratti di collaborazione con le cooperative». Una buona notizia per i dipendenti. Inoltre, la presenza alla conferenza stampa di oggi, 26 maggio, di colui che l’ha diretta fino alla chiusura, Vincenzo Lombardi, fa intuire la riconferma dell’ex direttore.

Per la Regione e la Provincia di Campobasso è il giorno della festa, ma anche il momento della rivincita rispetto a chi aveva profetizzato la chiusura definitiva della biblioteca. «Ci eravamo dati tre obiettivi – scandisce il governatore Paolo di Laura Frattura – e li abbiamo centrati tutti: tutela del personale che senza una soluzione sarebbe finito sul portale della mobilità. In secondo luogo, valorizziamo le funzioni e i servizi della biblioteca che viene inserita in una rete nazionale. Infine, ci sarà una gestione sistematica del patrimonio. Siamo riusciti a mettere a sistema Stato, Regione e Provincia trasformando in un’opportunità culturale il problema legato ai costi».

Per l’ente di via Roma era impensabile sostenere una spesa di mezzo milione di euro all’anno per la biblioteca Albino: 250mila euro per la gestione, altrettanti per il personale.

«Grazie alla sensibilità del nuovo presidente della Provincia Antonio Battista – riconosce il numero uno della giunta regionale – le oggettive difficoltà che avevamo avuto col past president (il riferimento è a Rosario De Matteis, ndr) le abbiamo superate nel giro di poco tempo. Inoltre, siamo riusciti grazie anche al lavoro di Nico Ioffredi e del direttore a chiudere la vicenda».

Battista riesce a mettere una bandierina importante nei primi nove mesi di mandato in Provincia. «In alcuni momenti – ammette – c’è stato uno scoramento perché le difficoltà non sono mancate. Ora speriamo di riaprire presto la biblioteca. Non mi appassiona di chi è la proprietà, l’importante è che la biblioteca resti a Campobasso. Amministrazione comunale e provinciale sono a disposizione per un’ottimizzazione della spesa nella gestione di altri immobili con una strategia territoriale coordinata».
La biblioteca ‘Albino’ potrebbe non essere l’unica struttura che ha beneficiato della collaborazione tra Stato ed enti locali. Nell’accordo con il Mibact rientrano anche la sede del Museo Sannitico ‘Palazzo Mazzarotta’, le opere del Maestro Antonio Pettinicchi, la collezione di Giuseppe Ottavio Eliseo, il patrimonio documentario degli Archivi storici provinciali, i due edifici di proprietà della Provincia di Isernia presenti nell’area del Museo del Paleolitico e il percorso di accesso al sito archeologico di Pietrabbondante.

Non solo. L’obiettivo del Governo è di ottimizzare anche le ex caserme della Forestale, ora accorpato ai Carabinieri. «Il patrimonio pubblico è pubblico, non c’è più la distinzione tra Comune, Regione e Stato e devono funzionare», spiega il direttore regionale Abruzzo e Molise dell’Agenzia del Demanio, Vittorio Vannini. «Questa collaborazione proficua può consentire allo Stato di risparmiare risorse».

La cosiddetta filiera istituzionale potrebbe dare i suoi frutti anche per il riconoscimento da parte dell’Unesco del sito benedettino di San Vincenzo al Volturno. «Il Molise potrebbe avere una ribalta internazionale importante», sottolinea il consigliere delegato della Regione Nico Ioffredi.

Intanto il Molise salva il primo importante pezzo della propria cultura: la biblioteca ‘Albino’ possiede circa 130.000 volumi e 2.400 periodici, manoscritti, fotografie, carte geografiche e mappe, bandi e manifesti, disegni e stampe. Senza dimenticare la sezione musicale (1.000 volumi e di 10 periodici) e i fondi musicali (600 manoscritti e 600 edizioni musicali, 303 libretti) e la raccolta di circa 250 cartoline (secoli XIX-XX ) con ritratti di musicisti famosi, scene e costumi da opere italiane ottocentesche.
SP

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