4 anni dopo le elezioni

Scenari stravolti: Nagni e Parpiglia con Alfano, Di Pietro e Di Nunzio “ci pensano su”

L’assessore regionale ai Trasporti ufficializza il passaggio al nuovo soggetto politico moderato Alternativa Popolare, nato dalle ceneri del Ncd. Per il consigliere Parpiglia adesione quasi certa, mentre l’ex Italia dei Valori Cristiano Di Pietro deve sciogliere ancora alcune riserve. Il colpo di scena è rappresentato dal corteggiamento di Ap a Domenico Di Nunzio, eletto col Pd. I beninformati danno plausibile il "salto" nell’area moderata anche per lui. Il dato politico più importante è rappresentato da uno stravolgimento completo, 4 anni dopo le elezioni regionali, dei partiti e dei movimenti. Quasi nessuno è rimasto coerente al gruppo iniziale, con l’eccezione dei 5 Stelle.

Con le elezioni regionali sempre più vicine, le grandi manovre della politica sono ufficialmente partite. E insieme con i “cambi” e i “salti” motivati soprattutto da quelle che la politica chiama esigenze di rappresentanza, arrivano le conferme alle indiscrezioni che hanno circolato a palazzo D’Aimmo negli ultimi mesi.

A cominciare dalla adesione – che primonumero.it aveva anticipato a febbraio scorsodell’assessore Pierpaolo Nagni al nuovo soggetto politico di Angelino Alfano. «Continua proficuamente il grande lavoro che vede sempre più amministratori locali aderire ad Alternativa popolare, progetto che da un lato punta a un’Europa migliore e più forte e dall’altro difende il movimento popolare»: con queste parole del leader di Ap che ha sciolto il Nuovo Centrodestra per rimettere la barra al centro anche in vista di una legge elettorale proporzionaleche permette di presentarsi senza coalizione, l’assessore regionale ai Trasporti sposa ufficialmente il nuovo soggetto.

«Alternativa Popolare incarna oggi il partito in cui sono sintetizzati quei principi e quei valori moderati, centristi e progressisti, che da sempre contraddistinguono la mia attività politica e che vedono nel dialogo, nella mediazione e nella valorizzazione delle esperienze delle persone presupposti irrinunciabili. Sin da subito, mi adopererò affinché altri amministratori molisani, ma anche cittadini e membri della società civile, si avvicinino a questo partito che si è sempre distinto per apertura e dinamismo rispetto al mutevole scenario della politica nazionale, mantenendo comunque fermi i suoi principi fondamentali che mirano a innovazione, crescita e sviluppo» dichiara Nagni anticipando la visita a breve del ministro Alfano che ha già fatto sapere come «presto sarò in Molise al fianco di Pierpaolo e di quanti si avvicineranno ad Ap, alternativa ai movimenti populisti ed anti europeisti».

Un invito al quale avrebbe già risposto, a giudicare dai bene informati, il consigliere Carmelo Parpiglia, che quattro anni fa era stato eletto sul listino maggioritario di Frattura, proprio come Nagni, in rappresentanza dell’Italia dei Valori, il partito di Tonino Di Pietro che in questi anni è radicalmente modificato ed è stato abbandonato dal suo stesso creatore, l’ex pm di Mani Pulite. Se per Parpiglia il passaggio al gruppo di Alfano pare cosa certa, qualche dubbio resta per Cristiano Di Pietro, eletto con l’Idv nel 2013 e oggi nel gruppo consiliare “Il Molise di tutti”.

Ma il vero colpa di scena è rappresentato dal corteggiamento di Ap nei confronti dell’esponente piddino Domenico Di Nunzio, la cui storia politica racconta di una vicinanza ai centristi praticamente da sempre. In Molise si sa, i post democristiani sono la maggioranza ancora oggi e un passaggio del genere può sorprendere fino a un certo punto. Anche perché l’attuale composizione del consiglio regionale fotografa una situazione di totale stravolgimento rispetto al giorno dell’insediamento nel tardo inverno 2013.

Vale sia nel centrodestra che nel centrosinistra, dove nell’attesa di una legge elettorale regionale che possa chiarire la sopravvivenza o meno degli attuali inquilini di palazzo D’Aimmo, la situazione, come si dice, è fluida, perfino liquida. Gli ultimi cambiamenti hanno riguardato l’uscita dal Partito Democratico di Francesco Totaro che ha aderito ad Articolo 1 – Movimento dei Democratici e Progressisti. Se questo passaggio sottrae un appoggio a Frattura, è controbilanciato dalla adesione all’area di centrosinistra che sostiene l’attuale governatore di Nico Ioffredi e Salvatore Ciocca, eletti rispettivamente con Sel e Comunisti italiani, partiti oggi pressoché scomparsi e soprattutto di Filippo Monaco e Salvatore Micone. Entrambi infatti vennero eletti a palazzo D’Aimmo nelle file della minoranza, il primo con Costruire Democrazia (soggetto che fa capo a Massimo Romano ed è vicino al centrodestra di Iorio) e il secondo con Grande Sud, movimento nato sotto l’ala della chioccia Iorio e uscito dai radar politici.

Nel Partito Democratico è entrato in veste ufficiale anche Vittorino Facciolla, che aveva fatto il “botto” di voti con Unione per il Molise. Sempre restando in area di centrosinistra però, ecco due consiglieri che hanno preso le distanze radicalmente dal presidente: Michele Petraroia e Massimiliano Scarabeo, eletti entrambi con il Partito Democratico, oggi si trovano di fatto all’opposizione. Il primo ha lasciato il partito di Renzi per confluire in Sinistra Italiana, mentre il secondo fa parte della corrente minoritaria del Pd. Giuseppe Sabusco invece, entrato con l’Udc quattro anni fa, oggi vive una situazione di altalena senza prendere una posizione netta.

Anche il suo ex partito ormai è naufragato dissolvendosi nella nuova prateria politica che ha stravolto completamente l’area centrista così come i due eletti dall’Udeur, Vincenzo Niro e Nunzia Lattanzio, oggi si trovano senza un punto di riferimento evidente e possono essere considerati due rebus in vista delle prossime regionali 2018. Anche nel centrodestra le cose sono cambiate drasticamente, a cominciare dal leader maximo Michele Iorio che ha mollato Silvio Berlusconi scegliendo l’ala più moderata di Raffaele Fitto e della sua Direzione Italia. Eletti con il Pdl oggi inesistente anche Nicola Cavaliere e la inossidabile Angiolina Fusco Perrella. Entrambi attualmente sono con chiarezza nello schieramento di centrodestra, ma mentre Cavaliere è dichiaratamente tornato in Forza Italia, la Perrella, ex An, non ha ancora sciolto la riserva su quale sia il suo attuale partito di riferimento.

È una fotografia dell’attuale quadro politico regionale che restituisce un’immagine sfocata, in movimento, ancora poco definita. Interi schieramenti sono stati stravolti o stanno cambiando nettamente come dopo un terremoto. Quali saranno le formazioni in campo fra pochi mesi, quando i molisani saranno chiamati a eleggere un nuovo consiglio regionale? La risposta per il momento è impossibile. Molto dipenderà dai movimenti in atto a livello nazionale, fra le alleanze del Pd, il possibile ricongiungimento del centrodestra, la legge elettorale e la data del ritorno alle urne.

E poi sarà decisiva anche la legge elettorale regionale. Da lì si potrà capire chi si alleerà con chi e chi si tirerà fuori dall’attuale fritto misto, nel quale finora è rimasta saldissima l’alleanza fra Paolo Frattura e Aldo Patriciello, il cui uomo sul campo è il presidente del consiglio regionale Vincenzo Cotugno. Su questa scala mobile gli unici che sono rimasti fedeli alle proprie posizioni politiche e al proprio posto sui banchi dell’aula sono i due esponenti del Movimento Cinque Stelle, Antonio Federico e Patrizia Manzo.

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