Cronache

Prove di unità fra cristiani grazie a San Timoteo: rito ortodosso in Cattedrale coi vescovi romeni

Tra le iniziative dedicate alla festa di San Timoteo, compatrono della Diocesi di Termoli-Larino, spicca la celebrazione con rito ortodosso tenuta in Cattedrale da vescovi e sacerdoti della chiesa romena. Una funzione molto suggestiva che, al di là dell’azione liturgica, rappresenta anche una prova riuscita di ecumenismo possibile proprio grazie al ruolo del discepolo di San Paolo. Entusiasta il parroco, don Benito Giorgetta che ha rinnovato anche il senso della fraternità: «In questi momenti si conferma e si auspica uno scambio di esperienze con una spinta e una attrazione verso il desiderio di unità che si fonda proprio su un dono comune».

La Cattedrale della città come luogo punto di riferimento per l’ecumenismo e il dialogo. Chi ha varcato il portone del Duomo in mattinata avrà certamente notato qualcosa di diverso durante una celebrazione durata diverse ore. Gli abiti sacri, la liturgia, i canti, le icone, simboli e gesti «diversi» nella pratica ma condivisi con la stessa fede: l’Eucarestia, la Trinità, la Madonna, i Santi. Proprio uno di loro, San Timoteo, discepolo dell’apostolo Paolo, ha svolto il «ruolo» di collante in una giornata significativa e particolare dedicata al compatrono di Termoli e dell’intera Diocesi e all’incontro con la chiesa ortodossa romena. La celebrazione è stata officiata dai rappresentanti di una realtà che in Molise conta anche una parrocchia a San Martino in Pensilis. Particolari le candele accese sull’altare: da un lato tre a rappresentare Padre, Figlio e Spirito Santo e dall’altro due per indicare la natura divina e umana del Signore Gesù Cristo.

Entusiasta il parroco, don Benito Giorgetta in occasione dell’anniversario del rinvenimento, nella cripta della Cattedrale, del corpo di San Timoteo (11 maggio 1945) per una ricca tradizione che porta ad onorare e celebrare questo dono che per la chiesa locale rappresenta anche un onere: «La figura di Timoteo è antecedente allo scisma di Oriente e di Occidente che come sappiamo storicamente collocata intorno al 1054. Prima di allora i cristiani erano uniti e Timoteo è una figura che ci riporta continuamente alla memoria di questa unità in quanto è vissuto alle origini del cristianesimo che ha radici di perfetta unità. La presenza a Termoli di fratelli ortodossi che celebrano Timoteo come apostolo prima di tutto e poi con una continua presenza in mezzo a noi. Emerge così il richiamo a un senso di unità che non nascerà a tavolino ma semplicemente dal desiderio popolo di Dio».

Suggestiva e singolare, per chi l’ha seguita per la prima volta, la divina liturgia concelebrata dai vescovi e dai sacerdoti ortodossi giunti da tutta Italia insieme ai fedeli della basilica Cattedrale di Termoli. L’azione liturgica di rito orientale risulta più articolata laddove non si celebra l’eucarestia ogni giorno ma settimanalmente nel giorno in cui si ricorda la resurrezione. «Siamo sempre pronti ad accogliere la diversità comportamentale – ha osservato don Benito – ma la sostanza teologica è la stessa. In questi momenti si conferma e si auspica uno scambio di esperienze con una spinta e una attrazione verso il desiderio di unità». Secondo il parroco di San Timoteo è fondamentale rimarcare un aspetto di fraternità: «Siamo già fratelli non dobbiamo diventarlo; la fraternità deriva da un dono di Dio, dalla sua paternità. La fraternità è già scritta nella vita di ognuno di noi a partire dal giorno del nostro Battesimo». (FO)

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