Cronache

L’Albero della legalità mette radici a scuola: “Eliminate la mafia che è dentro di noi”

Cerimonia emozionante questa mattina 10 maggio nel cortile della scuola media di Portocannone dove è stato piantato un albero di magnolia donato dal sindaco: sarà simbolo di legalità. Il fratello del magistrato Paolo Borsellino e la sorella del giudice Giovanni Falcone hanno inviato dei telegrammi nei quali hanno invitato a «eliminare quel poco di mafia che è dentro ognuno di noi». Caporicci ha definito il gesto di oggi «un monito per le giovani generazioni» mentre dal professor Musacchio un ricordo per le vittime della criminalità organizzata.

Questa mattina un bellissimo esemplare di magnolia è stato trapiantato nel cortile della scuola media di Portocannone. L’albero, donato alla comunità dal primo cittadino Giuseppe Caporicci, è divenuto il simbolo della legalità all’indomani delle stragi del 1992 che provocarono la morte di Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e della loro scorta. L’Albero della legalità ha messo, dunque, radici a Portocannone in un luogo simbolo dell’educazione e della formazione come la scuola. Albero che non vuole essere «solo un simbolo da ricordare annualmente – dichiara Caporicci – ma un monito affinché, a partire dalle giovani generazioni, l’intera comunità possa ritrovare quel sano spirito di partecipazione e collaborazione attiva e diventare nuovamente protagonista».

Così, dopo il trapianto dell’Albero della legalità, l’esecuzione dell’Inno nazionale di Mameli eseguito dagli studenti dell’istituto, il convegno si è aperto con i saluti ai presenti del primo cittadino che nel ricordare «dell’enorme significato che acquisterà nel tempo», ha letto i due telegrammi di saluti inviati per l’occasione da Maria Falcone e Salvatore Borsellino, rispettivamente sorella e fratello dei magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.

«Bisogna iniziare a combattere e a eliminare quel poco di mafia che c’è dentro ognuno di noi. Bisogna essere comunità attive e partecipare, partire dell’educazione delle giovani generazioni per avere un futuro migliore».
La parola poi passa al Dirigente scolastico Cristina Acciaro che ha presentato i relatori e ha ringraziato «tutti i docenti della scuola che da molto tempo dedicano il loro tempo non solo all’insegnamento scolastico ma anche all’attivazione di percorsi di legalità all’interno della scuola».

È stata la volta poi del Presidente emerito della Corte Costituzionale, il professor Paolo Maddalena. Due sono le parole d’ordine per il professore Legalità Costituzionale. «I principi e valori della nostra carta Costituzionale si rafforzano attraverso questo tipo di iniziative fatte in luoghi simbolo come la scuola, luogo di educazione, di formazione e di crescita».

Il professore dapprima ricorda ai presenti «di essere arrivato a Portocannone all’età di otto da Napoli dove vi era la guerra» e di «essere stato accolto in maniera straordinaria dalla comunità» e di essere rimasto affascinato «dall’italianità delle genti nonostante queste parlassero tutte albanese». Infine, dopo aver letto alcuni articoli della Costituzione, ha invitato i cittadini a partecipare alle iniziative pubbliche delle istituzioni quali i consigli comunali. «I politici sono uomini e in quanto tali possono sbagliare. Noi come cittadini possiamo aiutarli a commettere meno errori possibili attraverso le nostre osservazioni e critiche. La partecipazione è fondamentale in un percorso di trasparenza».

A chiudere il convegno il professor Vincenzo Musacchio, direttore scientifico della Scuola di legalità “Don Peppe Diana” di Roma e del Molise. Musacchio ha ricordato le vittime di mafia e in particolare la figura di Peppino Impastato, del quale ieri ricorreva l’anniversario della sua uccisione. «La mafia ha fatto vittime in ogni settore della società: professori, uomini di legge, uomini della chiesa, politici, sindacalisti e semplici cittadini». Infine ha citato un dato impressionante: «il numero delle nostre vittime di mafia è pari alle vittime della criminalità organizzata del mondo» e facendo chiudere il convegno con un «W Falcone! W Borsellino!» fatto urlare a squarciagola ai presenti.

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