Clima rovente in comune

Le primarie scaldano il Pd, Libertucci ’litiga’ con D’Elia e Colagiovanni. Poi si dimette

Dopo Lello Bucci che a novembre lasciò il gruppo dei democratici in rotta con il capogruppo Giose Trivisonno, Pino Libertucci si è dimesso dalle commissioni Attività produttive e Mobilità accusando l’assessore Salvatore Colagiovanni e il collega del Pd Giuseppe D’Elia: «Inopportuno il suo doppio ruolo in Comune e in Provincia». Mal di pancia dovuti probabilmente alle primarie nazionali e alla richiesta di consultazioni anche per la scelta del candidato del centrosinistra alle Regionali di febbraio.

I primi mal di pancia nel Pd di palazzo San Giorgio sono scoppiati a fine novembre, quando il sindaco Antonio Battista ha deciso di allargare la giunta a nove. L’ingresso di Francesco De Bernardo e Maripina Rubino non è stato accettato da Lello Bucci che ha restituito al primo cittadino la delega alla mobilità e, dopo un duro scontro con il capogruppo Giose Trivisonno, ha lasciato i dem per fondare un gruppo autonomo con Michele Coralbo.

A pochi giorni dalle primarie nazionali, i cui esiti si intrecciano con la partita per le elezioni di febbraio, i malumori tornano ad agitare il Partito democratico. Saranno il primo test sul gradimento dei vertici dem locali (in campo per l’ex premier Matteo Renzi) in attesa della convocazione delle consultazioni per la scelta del candidato presidente del centrosinistra alle Regionali. Giuseppe Libertucci, Pino per gli amici, prende le distanze dai democratici e dalla maggioranza in Comune. Lui, uno dei pochi eletti in Municipio a schierarsi con la mozione di Andrea Orlando, si è dimesso dalle commissioni consiliari Attività produttive e Mobilità. La comunicazione è arrivata nel palazzo di Città con una pec.

E’ soprattutto all’interno della commissione Mobilità che si consuma uno scontro acceso. Molto probabilmente perché è presieduta da Peppe D’Elia, molto vicino a Roberto Ruta. Libertucci denuncia «la situazione di stallo» che caratterizza la commissione e che «impedisce di svolgere appieno le mie attività istituzionali». Sul banco degli imputati finisce proprio D’Elia: «Il ruolo ricoperto in Provincia di delegato alla mobilità stride con la carica di presidente di questa commissione», la bordata dell’esponente ‘orlandiano’.
Il secondo siluro è per l’assessore Salvatore Colagiovanni dal momento che, spiega il consigliere, «le proposte presentate non trovano analoga considerazione dalla struttura tecnico amministrativa». Due in particolare: la proposta sulla fiscalità di vantaggio per le attività produttive del centro storico e del centro murattiano e la delibera di indirizzo per regolamentare le nuove attività produttive e frenare le aperture nei centri commerciali. Ecco perché Libertucci ha sbattuto la porta anche nella commissione Attività produttive guidata da un altro esponente del Pd, Antonio Molinari.

Sono solo gli ultimi di un lungo elenco di attacchi che Libertucci sta riservando ai dem. Altre due punture di spillo sono arrivate durante il ponte del 25 aprile. Questo il ‘benvenuto’ riservato al renziano Ettore Rosato, in città domenica 23 aprile, giorno dedicato a San Giorgio. In quell’occasione stigmatizzò la «strumentalizzazione della festa cittadina». Il giorno dopo l’attacco ad Antonio Di Pietro («Sta con i Cinque Stelle o con il centrosinistra?»).

Prove generali di una resa dei conti che potrebbe scatenarsi dopo il voto di domenica 30 aprile. Libertucci, tra i firmatari della richiesta di primarie per il candidato presidente alle elezioni di febbraio, si prepara a chiedere al segretario regionale la convocazione di una conferenza programmatica. Le malelingue, invece, sostengono che la sua aspirazione è prendere il posto di Trivisonno (candidato invece per Michele Emiliano) come capogruppo a palazzo San Giorgio. E meno male che le primarie non dovevano trasformarsi in una lotta di potere.

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