Il cento per cento delle siepi presenti in villa De Capoa è malato: ad aggredire la pianta è la piralide del bosso, un grazioso insettino di un bel colore verde acceso apparentemente alla grande famiglia dei lepidotteri (farfalle). La sua larva, innocua solo all’apparenza, divora le foglie limitando la fotosintesi clorofilliana del bosso «che va in stress» come spiega a Primonumero il dottore forestale Stefano Beltrani il quale sta seguendo l’evoluzione della ‘malattia’ e prescrivendo una ‘cura’ efficace per evitare la morte dei circa 2 chilometri di siepe presenti nello storico parco della città.
Da lunedì 24 aprile e fino al 30 dello stesso mese villa De Capoa sarà chiusa al pubblico: in quei giorni, salvo pioggia o vento, verrà nebulizzato un insetticida prima di procedere alla potatura dei cespugli. «E dopo un paio di settimane molto probabilmente ripeteremo la disinfestazione – ha aggiunto l’assessore all’Ambiente Stefano Ramundo – . La piralide è presente nella villa da molti anni ma la sua azione non era stata mai tanto aggressiva. Una delle cause va ricercata negli inverni troppo miti degli ultimi due anni che hanno favorito la schiusa delle uova deposte sotto la foglia».
A colpire le verdi siepi della villa, poi, è un complesso di malattie: «Oltre alla piralide – sostiene ancora Beltrani – ci sono anche la psilla, un insetto succhiatore di linfa e la minatrice del bosso, una larva che iniettando il suo uovo causa la foratura della foglia quando queste, una volta adulte si schiudono e lasciano il guscio per andare via. In tutti e tre i casi assistiamo a un forte deperimento della pianta».
La migrazione degli insetti è l’altro aspetto che preoccupa: la piralide, infatti, ha attecchito anche nel vicino circolo del tennis e nei pressi del campo di bocce. Piccole bordature di bosso sono presenti anche nella villetta di via Ugo Petrella (alle spalle del Monumento ai caduti) e in villa Dei Cannoni.
Incognita invece sui costi dell’operazione «che non era mai stata fatta prima» come conferma Ramundo. «Orientativamente la spesa dovrebbe aggirarsi intorno ai duemila euro ma tutto dipenderà dalla risposta successiva al trattamento. In tutti i casi si tratta di un intervento indispensabile per salvare il patrimonio arbustivo del ‘polmone verde’ di Campobasso dove sono previste ulteriori attività di monitoraggio fin quando non si sarà accertata la completa eliminazione del parassita».
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