Cronache

Scroccava l’auto della Provincia, il dipendente infedele si difende in aula: “Tutti giri di lavoro”

Con l’ascolto degli ultimi teste, si è conclusa la fase dibattimentale del procedimento in cui è coinvolto R.D.B., una delle guardie ambientali della Provincia di Campobasso. L’uomo, che non ha mai smesso di lavorare (se non durante una breve sospensione), è accusato di peculato e truffa ai danni dello Stato perchè utilizzava a scrocco l’auto dell’ente. Il prossimo 7 giugno l’udienza.

Quando la sua storia fu scoperta fece parlare tanto. Forse perché in Molise era una delle prime vicende che coinvolgevano quelli che poi sono stati definiti i ‘dipendenti furbetti’. ‘Categoria’ in cui è rientrato anche lui, guardia ambientale in servizio alla Provincia di Campobasso, accusato di peculato e truffa ai danni dello Stato. Una vicenda che risale a tre anni fa.

Il processo in cui è coinvolto è agli sgoccioli: questa mattina, 19 aprile, in Tribunale a Campobasso, sono stati ascoltati gli ultimi testimoni. La dottoressa Rosa Iacobacci la più importante di tutti: è il capo degli agenti della Polizia provinciale, colei che ha potuto fornire qualche dettaglio in più per ricostruire la vicenda e per capire se gli spostamenti che R.D.B. faceva con l’auto di servizio fossero dovuti o meno a motivi di lavoro. Oppure se girava con il Sukuzy Vitara per le proprie faccende personali, come sostenevano fa le segnalazioni di un collega a cui sono seguite le indagini della Polizia di Campobasso. Per controllare gli spostamenti del dipendente sotto l’auto di servizio era stato inserito anche un sistema di gps.

In Aula, incalzata dalle domande del pm Enrico Colagreco e dell’avvocato Giuseppe Fazio (legale difensore dell’uomo), la Iacobacci ha parlato per un’ora. Ha definito le stesse segnalazioni delle «voci di corridoio» emerse nel palazzo di via Roma. Inoltre, anche dai primi accertamenti effettuati dalla Provincia non sarebbero emersi spostamenti ‘anomali’. Il pm, invece, ha ribadito la sua tesi: R.D.B. non si era attenuto alle disposizioni dei suoi superiori sulle zone da controllare, quel Suzuky era stato utilizzato ‘a scrocco’.

Contestazioni a cui l’uomo ha ribattuto. «L’auto della Provincia veniva utilizzata solo per motivi di lavoro, ma essendo il territorio molto vasto, con delle strade che possono ricadere ad esempio anche nella provincia di Isernia, poteva succedere che venissero percorse zone che non erano state assegnate», le spiegazioni fornite ai giudici Scarlato, Cardona Albini e D’Onofrio.

R.D.B., poi, essendo una guardia ambientale, «oltre ad avere una certa autonomia operativa, aveva compiti in materia di caccia, pesca, tartufi e ambiente, controllava i cacciatori di frodo oppure i cercatori di tartufo nei periodi vietati», ha aggiunto il suo avvocato.

Il prossimo 7 giugno l’atteso verdetto dei giudici. Una sentenza che potrebbe fare giurisprudenza: in questi mesi gli organi inquirenti hanno scoperto parecchi casi del genere. L’ultimo poche settimane fa, quando la Polizia ha incastrato due impiegati che negli orari di lavoro in Provincia si dedicavano ad altre attività.
Nel frattempo la guardia ambientale è stato anche raggiunto da un provvedimento disciplinare della Provincia di Campobasso: è stato sospeso dal lavoro. Ma solo per un breve periodo: la misura infatti è stata impugnata dai suoi legali e il 50enne ha continuato a lavorare normalmente a Palazzo Magno.

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