Cronache

Cure e privacy speciali per le vittime di abusi: il Codice Rosa arriva nel Pronto Soccorso

Finalmente, dalla prossima estate, anche gli ospedali della nostra regione saranno dotati di stanze riservate a chi ha subito violenze: non solo donne, ma anche bambini, anziani e disabili. Oltre all’assistenza sanitaria, sarà possibile attivare l’intervento delle forze dell’ordine.Il procuratore generale Guido Rispoli: «In nessun’altra regione il ‘percorso rosa’ nei pronto soccorso è previsto in maniera così capillare come avverrà qui in Molise».

Arrivare al pronto soccorso con un labbro sanguinante, un occhio nero o le ferite sulla testa e raccontare ai medici cosa è successo è una doppia umiliazione per tante donne. La classica scusa ‘sono caduta dalle scale’ non regge. Alle ferite del corpo si aggiungono quelle dell’anima. Un servizio già offerto in tutta Italia, ora arriva anche in Molise. Nei pronto soccorso degli ospedali della nostra regione alle vittime di violenze viene assegnato un ‘codice rosa’ dal personale medico appositamente formato. Cure mediche e tutela della privacy garantite non solo alle donne, ma a tutti i cosiddetti ‘soggetti deboli’: bambini, anziani e disabili.

A prevederlo il protocollo d’intesa firmato oggi, 19 aprile, in Tribunale a Campobasso dal procuratore generale Guido Rispoli, dal procuratore della Repubblica per i minorenni Claudio Di Ruzza, dai procuratori di Larino, Campobasso e Isernia Ludovico Vaccaro, Elisa Sabusco e Maria Carmela Andricciola, dal dg dell’Asrem Gennaro Sosto e infine dalla consigliera di Parità Giuditta Lembo.

Al paziente che arriva al pronto soccorso con lesioni o ecchimosi, al di là del normale codice del triage (rosso, giallo e bianco), sarà fornito un codice criptato visibile solo ai medici e una stanza riservata. Nel momento in cui il personale sanitario sospetterà che le ferite sono il frutto di maltrattamenti e abusi, scatta il codice rosa con l’attivazione di una squadra composta da medici e forze dell’ordine per garantire anche il necessario sostegno psicologico. Al paziente che decide di denunciare sarà garantita anche assistenza giudiziaria: difficilmente le vittime scelgono di raccontare cosa è successo. Hanno paura di restare sole o di essere giudicate male.
Scardinare tutto il sommersoche c’è attorno alla violenza su donne, bambini, anziani e disabili: è uno degli obiettivi della task force interistituzionale. Abusi che troppo spesso in Molise avvengono tra le mura domestiche, lontano da occhi indiscreti.

«Credo che sia un protocollo di grande importanza – spiega il procuratore generale Guido Rispoli – perché cerca di andare a fornire una tutela nei confronti dei cosiddetti ‘soggetti deboli’ verso cui lo Stato ha un dovere maggiore di tutela. Credo che la capillarità prevista con la creazione del ‘percorso rosa’ nei pronto soccorso del Molise sia una novità a livello nazionale».

Sulla task force interistituzionale aggiunge: «Nascerà per studiare il fenomeno, raccogliere i dati e approntare attività di assistenza e di prevenzione delle persone nel momento in cui si individuano vicende criminali che interessano il nostro territorio». Rispoli la definisce «una grande opportunità per riuscire a tutelare le persone e a prevenire i reati»

Il codice rosa sarà operativo la prossima estate nei pronto soccorso degli ospedali molisani. Ma prima, rimarca il dg Asrem, «sarà necessaria una formazione diffusa del personale, altrimenti non si raggiungerebbe quel risultato di capillarità e di contrasto del fenomeno. Nelle prossime settimane, avvieremo dei percorsi di formazione adeguati e scambi di esperienze reciproche tra le varie istituzioni, Procure e forze dell’ordine per capire anche che tipo di approccio avere quando si manifestano questi casi».

La prima esperienza di codice rosa a Grosseto nel 2010. Poi il servizio si è diffuso in tutta Italia. «Grazie al procuratore regionale è stato possibile sottoscrivere questo protocollo. Mai come questa volta c’è stata una velocità incredibile e mi auguro che potremo agire il prima possibile», riconosce Giuditta Lembo. «Spero che ora possiamo iniziare questo nuovo percorso e offrire servizi di qualità alle vittime di violenza».
Ma il Molise purtroppo arriva in ritardo. «Abbiamo dovuto approvare l’approvazione della legge regionale numero 15 del 2013», specifica la consigliera di Parità.

Non solo le donne, ma anche i bambini potranno accedere al ‘codice rosa’. Tanti casi finiscono proprio sotto la lente della Procura per i minorenni. La sensibilizzazione inizia dai più piccoli, che spesso sono coinvolti in episodi di violenze e bullismo. «Oltre a quello operativo – rimarca per questo il procuratore Vaccaro – c’è anche un aspetto culturale che il protocollo valorizza e che riprende la legge contro la violenza di genere, ossia il riferimento alla diffusione della cultura della non violenza a partire dalle scuole e che questo protocollo prevede».

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