Circumlaquale e galleria fantasma di san giuliano

17 mln per una strada che non c’è. Corte dei Conti: “I tecnici non devono pagare i danni”

La Corte dei Conti del Molise, con sentenza del 18 aprile 2017, ha dichiarato inammissibile la richiesta della Procura Regionale che aveva chiesto otto milioni di euro di danni a tecnici e politici per la vicenda ventennale della cosiddetta Circumlaquale, opera strategica che doveva collegare il Molise alla Campania e alla Puglia, mai ultimata. Secondo la sezione giurisdizionale della Corte dei Conti, che ha accolto le eccezioni della difesa, i 12 citati in giudizio non hanno alcuna responsabilità erariale diretta. Soddisfatte le difese. Per Salvatore Di Pardo: "Giudizio importantissimo"

Inizialmente le persone coinvolte nella inchiesta della Guardia di Finanza del Molise sulla cosiddetta Circumlaquale, arteria strategica che avrebbe dovuto unire le aree interne di Molise, Puglia e Campania, disegnata lungo la riva a sud del lago di Occhito e mai ultimata, erano 25. Sono rimaste 12, a carico delle quali la Procura generale della Corte dei Conti aveva chiesto un risarcimento di 8 milioni di euro, divisi in base ai ruoli e alle presunte responsabilità. Ma oggi i giudici contabili si sono pronunciati dichiarando inammissibile l’azione proposta dalla Procura Regionale.

Nessun risarcimento da dare alla Regione Molise, dunque, e nessuna responsabilità erariale accertata per i tecnici, i progettisti, i collaudatori e gli esecutori delle imprese coinvolte nel faraonico progetto del quale è stata realizzata solo una piccola parte: 200 metri di galleria a San Giuliano di Puglia.

Il processo era iniziato nel settembre 2015. Il primo a comparire dinanzi ai magistrati contabili era stato l’ex responsabile unico del progetto, Mario Consiglio, che secondo l’accusa avrebbe pagato il progettista – anche lui segnalato dalla Tributaria – “in assenza di forma scritta”. Producendo un ’buco’ da 1,4 milioni di euro.
Oltre a lui, i nomi delle persone citate in giudizio alle quali la Procura della Corte dei Conti aveva chiesto complessivamente un risarcimento da versare nelle casse pubbliche di 8 milioni, sono Mario Martino, Giuseppe Abbamondi, progettista e direttore dei lavori, Nicola Cefaratti, ingegnere, Vincenzo Di Grezia, ex dirigente della Regione Molise e commissario straordinario della Comunità montana, Nicola Selvaggio, Giorgo Marone (collaudatore), Giovanni Lapenna, Rossana Renzi, Luigi Barbieri (sindaco di San Giuliano), Domenico Molinaro e Giuseppe Supino.

Per tutti loro la magistratura si è pronunciata ritenendo inammissibile la richiesta del danno e inammissibile l’atto stesso di citazione, che andrebbe a sovrapposti peraltro a singoli giudizi sempre presso l’organismo che controlla e giudica sulla legittimità delle spese pubbliche.

Secondo la Procura l’opera, ad oggi non completata per assenza di fondi, rappresentava uno spreco di denaro pubblico e un danno ingente alle casse dell’Erario, tanto da dover agire con almeno 9 distinti giudizi nei confronti degli incolpati. Gli accertamenti disposti dall’ex procuratore regionale Carlo Alberto Manfredi Selvaggi avevano evidenziato «una illecita gestione dell’appalto» in particolare durante la fase esecutiva dei lavori, «caratterizzata – come si legge nella informativa dei finanzieri – da diverse perizie di variante illegittime, che hanno comportato impedimenti e notevoli ritardi nell’esecuzione dell’opera e soprattutto il conseguente affidamento a trattativa privata c.d. “a unico soggetto”, in aperta violazione delle norme della concorrenza e della trasparenza dell’azione amministrativa».

La sentenza odierna annulla la richiesta risarcitoria collettiva da dividere fra i 12 tecnici, ingegneri e esponenti di organismi coinvolti in varia misura nel mega progetto, dando ragioni alle eccezioni sollevate dalle difese. Soddisfatto Salvatore Di Pardo, difensore fra gli altri di Vincenzo Di Grezia, che definisce «Importantissima la decisione della Corte dei Conti del Molise che ha dichiarato inammissibile l’azione proposta dalla Procura Regionale che aveva richiesto oltre otto milioni di euro di danni a tecnici e politici».

«Il Giudice contabile in accoglimento delle numerose eccezioni formulate dalle difese – conclude Di Pardo – ha dichiarato inammissibile l’azione della Procura mandando esenti da responsabilità tutti gli incolpati».

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