I tempi che cambiano

La crisi si abbatte anche sul caro estinto: boom di richieste per la sepoltura sotto terra

Addio al ’vecchio’ loculo: a Campobasso sono aumentate le richieste per le inumazioni. Motivi economici ma anche sociali spingono tante famiglie (soprattutto meno abbienti) a fare questa scelta: c’è chi non può permettersi di pagare 2265 euro per l’acquisto di una nicchia nel cimitero di via San Giovanni. "Le richieste di inumazioni sono aumentate tanto", conferma l’assessora Maripina Rubino. "I motivi sono due: da un lato, c’è una grossa differenza di costo rispetto all’acquisto di un loculo. Dall’altro lato, c’è anche una sensibilità maggiore dal punto di vista etico".

E’ stato il ‘desiderio’ di tante generazioni: mettere da parte un gruzzoletto per poter comperare un loculo nel cimitero cittadino. Un pensiero fisso di nonni e genitori: alzi la mano chi non ha un parente che ha deciso di acquistare la propria nicchia (magari vicino ad un caro defunto) con ampio anticipo. Venti, anche trent’anni dell’ultimo saluto. Probabilmente qualche volta ci siamo sentiti dire: «Voglio acquistare il loculo per stare tranquillo che quando arriverà il momento sarà già tutto a posto». Un’abitudine che però si sta sempre più estinguendo: un po’ perché i tempi sono cambiati, ma soprattutto perché la crisi economica si è fatta sentire pure in questo settore. Precarietà o mancanza di lavoro rendono impossibile risparmiare i soldi necessari all’acquisto di un loculo. C’è chi decide addirittura di abbattere del tutto i costi facendosi seppellire sotto terra. Il boom delle inumazioni si registra anche a Campobasso per due motivi fondamentali: uno è di natura prettamente economica, l’altro è sociale. «Da un lato, è una scelta voluta dal soggetto stesso o dalla famiglia perché dal punto di vista economico c’è una grossa differenza di costo rispetto all’acquisto di un loculo. Dall’altro lato, però, ci sono anche un interesse e una sensibilità maggiori dal punto di vista etico. Negli ultimi cinque anni, in base ai dati emersi da uno studio effettuato dal Comune, abbiamo registrato un aumento imprevisto rispetto al passato», sottolinea l’assessora comunale con delega ai Servizi cimiteriali Maripina Rubino.
Nel camposanto di via San Giovanni per l’inumazione si corrispondono alla ditta incaricata circa 200 euro perché si tratta di sepolture non soggette a concessione. Cifre molto distanti dall’acquisto del loculo: ne occorrono 2265 euro, indipendentemente dalla fila. Ma si può arrivare fino a 3500 euro se si sceglie un posto nelle cosiddette cappelle monumentali. Insomma, con l’inumazione il risparmio è assicurato.
Di fronte all’impennata di richieste («Ora ne arriva una ogni dieci-quindici giorni, prima i tempi erano molto più lunghi», aggiunge l’assessora), l’amministrazione di palazzo San Giorgio è dovuta correre ai ripari. Il ‘campo H’ del cimitero cittadino, originariamente destinato alla costruzione di nuovi loculi, sarà destinato esclusivamente alle inumazioni: 73 i posti a disposizione. «Almeno riusciamo a tamponare l’emergenza», evidenzia l’esponente della giunta Battista a cui non hanno risparmiato critiche gli esponenti del Movimento 5 Stelle. «Abbiamo proposto alla giunta – spiega il consigliere Roberto Gravina – di realizzare un altro campo per le inumazioni nelle vicinanze della strada che costeggia il perimetro del vecchio cimitero». Poi mette in luce un secondo aspetto: «A nostro avviso, è necessario bloccare la costruzione di nuovi loculi e realizzare altri campi di inumazione».
Polemiche politiche a parte, in questi giorni l’area è stata appositamente trattata e drenata per ridurne l’argillosità. La natura del terreno è uno dei problemi principali, tanto che nei giorni scorsi il Consiglio comunale ha approvato una proposta di deliberazione per aumentare da dieci a tredici il termine per procedere poi alle esumazioni ordinarie. In questo lasso di tempo, il corpo viene trattato con sostanze biodegradabili per accelerare il processo di scheletrizzazione. Dopo di che, le ossa raccolte con le esumazioni vengono raccolte nell’ossario comune, a meno che la famiglia non faccia domanda di raccoglierle e deporle in apposite cellette.

L’amministrazione probabilmente dovrà riprendere in mano pure il progetto del ‘tempio della cremazione’, finito in un cassetto dopo le proteste di associazioni e comitati contro il Comune. «Riceviamo da più parte delle sollecitazioni perché chi sceglie di essere cremato attualmente è costretto ad andare fuori regione», ammette la Rubino. Una tendenza che paradossalmente potrebbe rendere superflui i 700 loculi di recente costruiti nel camposanto di via San Giovanni e costati fior di quattrini: il project financing con il Comune si aggira sui 2 milioni di euro.
Ad ogni modo, l’aumento di richieste per la cremazione è un altro segno dei tempi che cambiano: in pochi ormai possono spendere migliaia di euro per un funerale ‘tradizionale’. A Campobasso, in particolare, i costi si aggirano sui 7mila euro tra l’acquisto di loculo, bara, agenzia funebre e fiori. A meno che anche qui non arrivino i funerali low cost già diffusi in tutta Italia.

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