La protesta per la sanità pubblica

L’exit strategy di Frattura: “Io mai per la sanità privata. Ruta e Leva? No a libro dei sogni”

A poche ore dalla manifestazione organizzata dal Forum che si batte contro la chiusura di ospedali e reparti, il governatore-commissario prova a mediare: «Il primo investimento della Regione è sul personale, questo vuol dire rilanciare la sanità pubblica». E agli ex amici parlamentari dice: «Ogni proposta deve essere sostenibile e contestualizzata».

Il 18 maggio dello scorso anno, quando per la prima volta migliaia di persone ‘invasero’ il capoluogo per difendere la sanità pubblica, il commissario-governatore Paolo di Laura Frattura rimase ‘alla finestra’. Si limitò a commentare la manifestazione all’Ansa specificando che «qualora la nostra riorganizzazione dovesse fallire, mi guarderei bene dal creare problemi ai cittadini riproponendo una mia candidatura».

Quasi un anno dopo, la Giornata europea in difesa sulla sanità pubblica diventa un esame sul suo operato da commissario. I pronostici già dicono che in piazza Municipio arriveranno migliaia di persone, forse molte di più di quelle di dodici mesi fa. Le adesioni, in questi ultimi giorni, sono state tantissime: esponenti politici, associazioni, sindacati, comitati, amministrazioni comunali. Uno schieramento vasto ed eterogeneo riunito sotto un’unica bandiera: difendere la sanità pubblica che il Molise è stata smantellata.

A poche ore dall’evento, Frattura lancia messaggi distensivi. Sono rivolti forse ai meno oltranzisti dell’esercito schierato dal Forum. «Ho l’impressione che la difficoltà comunicativa della riorganizzazione sanitaria passi attraverso una serie di posizioni che non ci vede come parte contrapposta: mai nessuno di noi si è battuto per una sanità privata, tutt’altro», è il primo aspetto che mette in evidenza. I suoi avversari gli contestano invece lo squilibrio sul privato.

Secondo nodo: il personale. «Abbiamo sempre detto che la sanità si fa con le professionalità: senza medici, senza infermieri e senza operatori sanitari diventa difficile garantire qualità e assistenza ai nostri pazienti. Il primo impegno, il primo investimento che la Regione fa – incalza – è sul personale: si dà la possibilità a chi oggi lavora fuori dal Molise, si fanno nuovi concorsi. Questo per noi vuol dire rilanciare la sanità pubblica. La sanità privata compartecipa con quella pubblica, integrandosi e garantendo nicchie di offerta che una regione come la nostra non potrebbe permettersi. Laddove ci sono difficoltà oggettive le superiamo non costringendo il paziente ad andare dal medico, ma movimentando il medico a favore del paziente. Lo dimostra già il primo protocollo d’intesa sottoscritto con il Neuromed per la Neurochirurgia certificando professionalità qualità e costi. Stesse finalità per il protocollo con la Fondazione Giovanni Paolo II. Per noi la sanità è pubblica, il privato è di supporto alla sanità pubblica».

Al governatore non sono sfuggiti i toni da campagna elettorale di chi ha proposto piani sanitari alternativi. Come quello di Roberto Ruta e Danilo Leva che, proprio su questo terreno, hanno sbattuto la porta in faccia all’architetto campobassano, l’uomo che lanciarono alla guida del Pd sei anni fa. Frattura non fa una piega, anche perché se il Molise è fuori dal deficit è grazie a lui. Lo ricorda ancora una volta: «Credo che da più proposte si riesca a fare sintesi. Rispetto il parere di tutti, sono sempre disponibile a rivedere le mie posizioni ma ogni proposta deve essere sostenibile e contestualizzata, altrimenti rimane il libro dei sogni. Ritengo che i cittadini non abbiano bisogno del libro dei sogni, dunque insieme anche a chi ne ha voglia, come Roberto e Danilo, siamo pronti a verificare giorno dopo giorno l’attuazione del nostro programma operativo straordinariochiarendo un aspetto una volta per tutte: oggi grazie al lavoro svolto da questa maggioranza, abbiamo un Piano operativo straordinario approvato, abbiamo azzerato il disavanzo e possiamo dunque partire con le assunzioni in sanità. Il primo investimento sarà sulla sanità pubblica».

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