Cronache

Vita spericolata nei paesi delle strade franate: “Ti viene un infarto e puoi solo pregare” fotogallery

Un’ora per arrivare all’ospedale di Termoli, poco meno per raggiungere il Cardarelli di Campobasso. Vivere nell’entroterra molisano sta diventando sempre più difficile oltre che pericoloso: in paesi come Castelmauro e Civitacampomarano, dove l’arteria di collegamento alla Bifernina si chiama provinciale 163, il trasporto è una impresa impossibile. E se c’è un’emergenza e devi scappare in ospedale? «Ti puoi solo affidare alla preghiera». Colpa di strade impraticabili, pericolosissime, da percorrere al massimo in seconda marcia e stando attenti a non spaccare pneumatici e sospensioni. Senza contare l’assenza di servizi ormai diventati indispensabili: «Internet? Lento e a singhiozzo». E lo spopolamento è inevitabile.

Da Castelmauro a Civitacampomarano ci sono appena dieci chilometri di strada, ma percorrerli è una scommessa: per la propria sicurezza e per quella dell’auto. Ci vogliono 15-20 minuti, andando a non più di 30 allora. E’ la famosa provinciale 163, al centro di una recente polemica fra i sindaci dei due paesi e la Provincia di Campobasso per i ritardi nell’avvio dei lavori. Ritardi che provocano disagi enormi. Basta un dato che lascia pensare: ci vogliono 50 minuti da uno di questi due centri per arrivare all’ospedale più vicino, quello di Campobasso. Anche di più se si sceglie Termoli.

I residenti più “scafati” la buttano sul ridere, sapendo benissimo però che ci sarebbe da piangere, e che le condizioni di pericolo della strada si riflettono in maniera inversamente proporzionale sulla possibilità di sopravvivere in caso di emergenze sanitarie: più alta è la prima, più bassa la seconda. «Se hai un malore meglio pregare. Cos’altro puoi fare quando ci vuole un’ora solo per arrivare in ospedale?». Idem per qualsiasi incidente che richieda una visita in pronto soccorso.

Già, che altro fare se sia da un lato che dall’altro, per raggiungere la Bifernina da Civitacampomarano c’è da mettersi in macchina e percorrere la famigerata sp 163. E’ la strada sulla quale a ogni bivio ci sono due cartelli di divieto: uno indica le bici, l’altro le moto. In pratica si può percorrerla solo in auto. I camion? Beh, occuperebbero praticamente tutta la carreggiata. E le arterie limitrofe non sono messe meglio. Da Lupara e passando per Castelbottaccio, stessi disagi. Auto fra prima e seconda marcia, frenate continue, attenzione massima a non prendere in pieno buche grosse come crateri.

In alcuni punti ci sono i new jersey biancorossi a delimitare lo spazio da evitare. Sono i tratti più pericolosi, palesemente a rischio crollo. Se dovessero arrivare tre giorni di pioggia il pericolo di un dramma sarebbe dietro l’angolo. Anche per evitare che accada qualcosa di irreparabile, ecco che qualcosa si è sbloccato.

Come scritto proprio da Primonumero.it, sono imminenti i lavori di rifacimento della Sp 163 che collega Castelmauro, Civitacampomarano e Acquaviva Collecroce stanno per iniziare. Con precisione «subito dopo le festività pasquali – precisa il presidente della Provincia di Campobasso, Antonio Battista -, ma i sopralluoghi, propedeutici alla consegna dei lavori, partiranno già la prossima settimana. Gli interventi consisteranno nell’eliminare i dissesti nel tratto dei Comuni interessati. L’importo stanziato da Palazzo Magno per effettuare la manutenzione ammonta a 2 milioni di euro. Il cronoprogramma dei lavori, che saranno effettuati da Ati Gestione Industrie Venditti Srl e Sicop Srl, prevede interventi che dureranno cinque mesi».

Si tratta di un passo avanti non più rinviabile per paesi che sono sempre più sulla via dello spopolamento. Civitacampomarano, 400 residenti secondo i dati ufficiali, non arriva a 250 abitanti che vivono il paese tutti i giorni. Per la difficoltà negli spostamenti, senz’altro, ma anche per tutta una mancanza di servizi. Pochi negozi, ancor meno i locali, attività che stanno scomparendo.

Per effettuare qualsiasi tipo di servizio occorre dirigersi verso il capoluogo o la costa. Una volta per l’assicurazione auto, un’altra per una visita specialistica, la volta dopo per fare shopping o acquistare un libro. Un residente di questi paesi deve mettere in conto mezza giornata per fare qualsiasi cosa. In pratica si vive in funzione degli spostamenti.

E che dire delle scuole? A Civitacampomarano non ci sono nemmeno le elementari e ogni mattina gli alunni devono prendere lo scuolabus per raggiungere Castelmauro che con quella strada è una specie di incubo se si soffre il mal d’auto. Dulcis in fundo, persino i telefoni funzionano male e con internet i problemi sono frequenti. «Qua andiamo con la manovella, non riusciamo a connetterci da casa» commentano i residenti. Si può mai biasimare chi alla fine decide di lasciare i paesi d’origine per trasferirsi in centri più popolosi e attrezzati? In tutto questo, parlare di turismo sembra quasi una presa in giro.

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