In mattinata la protesta dei sindaci

Egam: troppi emendamenti, e il Consiglio si ’incarta’. Lavori rinviati ancora una volta

Oltre cento richieste di modifica alla legge sul servizio idrico integrato hanno mandato nel pallone l’aula di Palazzo D’Aimmo. Nel giorno in cui ci si aspettava il licenziamento della proposta di legge istitutiva dell’Egam, partiti, sindacati, associazioni e sindaci hanno presidiato il Consiglio regionale. La mobilitazione non ha scosso l’assise che alle 19 e 30 ha gettato la spugna rinviando tutto al 13 aprile. E questo nonostante le due settimane di pausa per trovare un accordo ed evitare di andare ’sotto’ con la maggioranza.

Ancora una seduta a vuoto quella di oggi, 31 marzo, a palazzo D’Aimmo. I lavori, iniziati intorno alle 12, si sono interrotti alle 19 e 30, dopo una serie interminabile di interruzioni, per dare modo ai consiglieri regionali di fare ordine nella miriade di emendamenti e subemendamenti presentati alla proposta di legge di riordino dell’Egam. Tutto da rifare: la seduta è stata riconvocata alle 10 e 30 di giovedì 13 aprile: la sintesi sulla gestione del servizio idrico integrato non c’è ancora. E così, per evitare alla maggioranza la figuraccia rimediata quando è andata ’sotto’ coi numeri (tre settimane fa) si è preferito rinviare di altre due settimane quasi la discussione.

La giornata era iniziata tra le proteste di un centinaio di manifestanti che ha presidiato il Consiglio regionale. Sindaci (una trentina compresi quelli di Bojano, Campodipietra, Venafro e Agnone), partiti (Pci, Prc, M5S, Sinistra Italiana), i sindacati della Cgil e della Uil, movimenti comitati e associazioni avevano protestato (e fischiato il presidente Frattura al suo arrivo) per chiedere che l’acqua restasse pubblica e nessuno ne tragga profitto. Un presupposto che la stessa aula di palazzo D’Aimmo ha più volte ribadito senza mai convincere del tutto i cittadini preoccupati per l’aumento dei costi della tariffa e per l’eventuale ingerenza di un gestore privato.
Rinvii e rimandi di questa ennesima giornata non hanno disteso certo il clima.

La battaglia, alla quale hanno aderito sulla carta in molti nonostante la scarsa adesione al presidio, annovera tra i suoi più agguerriti sostenitori il sindaco di Campodipietra, Giuseppe Notartomaso il quale ha ribadito la sua istanza: una azienda speciale (Molise Acque) nella quale – tramite una modifica statutaria – possano entrare i Comuni al 51 per cento e la Regione al 49.
«Se approveranno la legge così com’è sarebbe una sconfitta per noi e per loro: il servizio idrico non può essere gestito su vasta scala, sarebbe un fallimento, l’Egam non serve come non serve una gestione privatistica dell’acqua perché sarebbe implicita la persecuzione di un profitto che 27 milioni di cittadini nel 2011 tramite referendum hanno respinto».
Mentre fuori imperversava la protesta la discussione, dopo una serie di aggiornamenti, era iniziata alle 12: il tanto auspicato accordo nella maggioranza che l’ultima volta – un paio di settimane fa – era andata ’sotto’ coi numeri, non è stato trovato neppure oggi.
Emendamenti e subemendamenti – oltre un centinaio – hanno reso impossibile l’intesa fino alla sospensione dei lavori, alle 19 e 30, annunciata al microfono dal presidente Vincenzo Cotugno.

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