Viaggio nelle case popolari/1

Crepe nelle finestre e canaloni ’ripezzati’: sos da via Arno. “Quando piove serve la barca”

Decine di famiglie abitano nelle case popolari di via Arno, in zona San Pietro. Un quartiere tranquillo che però deve fare i conti con disagi all’ordine del giorno e la necessità di lavori di manutenzione. Infiltrazioni di acqua piovana, un piazzale che si allaga, balconi sgretolati, spazi pubblici abbandonati tra le erbacce e i pezzi di cemento rotti. E ancora crepe nelle finestre, luce esterna mancante e un ascensore rotto. Sono alcune delle segnalazioni fatte dai residenti che aspettano da tempo gli interventi. Da via Arno inizia anche un «sopralluogo» di Primonumero tra i quartieri e i problemi della città finalizzato ad ascoltare e raccogliere le segnalazioni dei residenti.

La strada porta il nome di un fiume, quello che attraversa Firenze e Pisa, ma a Termoli «via Arno» collega le stradine e le case popolari che affollano il quartiere di San Pietro. Decine di famiglie ci vivono con dignità ma anche tra disagi all’ordine del giorno. Basta fare un giro per rendersi conto che questa «area residenziale» andrebbe rimessa a posto, a cominciare dai luoghi pubblici dove i bambini giocano (o dovrebbero) o dove i loro nonni fanno una passeggiata senza incontrare degli ostacoli. Invece ci si trova di fronte, come emerge dalle foto scattate qualche giorno fa, in una sorta di «giungla» tra la vegetazione che avvolge le panchine o altri spazi, pezzi di cemento rotti e altri pericoli.

In via Arno, a pochi passi dalla chiesa, basta incontrare uno dei residenti per capire che i disagi non si contano sul palmo di una mano. Ciascuno può raccontare una storia, un’esperienza e, purtroppo, anche una disavventura. Teresa stende i panni al balcone e non dimentica quando le è caduto un pezzo di cemento che si è staccato dal piano di sopra e l’ha presa alla spalla. «Mi ha fatto male per un mese – spiega – e mio marito ha portato questo blocco agli uffici per segnalare questo problema ma non ci è fatto nulla. Che amarezza, stiamo ancora ad aspettare». Le segnalazioni arrivano anche dalla vicina che ci mostra lo stato dei balconi e il cemento rovinato da cui si vedono anche i ferri. «Serve manutenzione, servono i lavori perché la situazione non è certo delle migliori» sbotta un altro residente.

Sono numerosi gli appartamenti costruiti, negli anni, nei vari palazzi – da quelli grigi con gli oblò ad altre abitazioni che hanno uno «stile diverso». E proprio in una finestra tonda Antonio mostra le crepe: «Ditemi voi se è una cosa normale, sono venuti pure i tecnici a fare le fotografie ma la finestra è ancora in questo stato». E poi ci sono i canaloni e le grondaie «riparati» in modo artigianale, come se fossero delle ferite ricucite dagli stessi residenti. Con il filo di ferro e con altri accorgimenti che persone più esperte sono riusciti a realizzare per mettere una «pezza alla situazione». L’umidità non manca e quando piove i problemi sono ancora più pesanti tra le case che assorbono l’acqua piovana. Mido ci fa vedere anche un ascensore che non funziona: «Il tetto è rotto e l’impianto si è danneggiato con le infiltrazioni».

«Qui, invece – osservano altri residenti – quando piove diventa un lago ci si può spostare solo con la barca. Vogliamo capire perché si allaga tutto e non riusciamo ad entrare, figuriamoci con le auto. L’acqua invade lo spazio e non sappiamo come fare ogni volta che arriva una botta di pioggia». Non mancano disagi per l’illuminazione esterna, che in alcuni casi manca. «Chiunque – osserva una nonnina – può venire di sera nel buio pesto e di certo non è bello. Qui ci sono diverse famiglie, ci sono anziani e bambini». Ci si arrangia, insomma, ci si organizza autonomamente anche per le pulizie delle scale ma da questo quartiere dove il sole batte e la pioggia, il clima sociale sembra abbastanza sereno. «Tranquillo, tra di noi non ci lamentiamo e cerchiamo di andare d’accordo, non c’è delinquenza».

Tante problematiche, tante richieste che i residenti, a vario titolo, «girano» all’Istituto Autonomo per le Case Popolari e al Comune di Termoli, ciascuno per le sue competenze. Un impegno condiviso per risolvere le problematiche ancora in sospeso. Alcuni lavori sono stati effettuati ma c’è ancora molto da fare per restituire alle decine di famiglie della zona di via Arno luoghi di vita più dignitosi e anche delle piccole piazzette dove giocare, fare due chiacchiere ed evitare di inciampare in qualche pezzo di cemento così come ha fatto un piccolo in compagnia del nonno che ha approfittato di una bella giornata di primavera per fare una passeggiata. La stessa che dovrebbe fare anche chi, forse, qui non ci è mai passato. (FO)

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