Parte il progetto arpa - unimol

Un esercito di api per sondare la salute del Nucleo. “Da loro dipende il nostro futuro”

Circa duecento detentori per meno di diecimila alveari sparsi su tutto il Molise. Oltre all’aspetto commerciale il «ruolo» giocato delle api rappresenta un importante parametro per verificare lo stato di salute dell’ambiente in cui viviamo. «La presenza delle api - osserva Antonio Carrelli, apicoltore professionale - garantisce biodiversità, qualità e quantità della maggior parte dei prodotti ortofutticoli che arrivano a tavola>. Ora parte anche in Molise un innovativo sistema di biomonitoraggio attraverso l’impiego di api da miele, finalizzato all’analisi della contaminazione ambientale e delle produzioni agricole, in particolare, nell’area del Nucleo Industriale di Termoli. Il progetto, promosso dall’Arpa Molise attraverso un protocollo d’intesa con l’Unimol intende in questo modo tutelare la biodiversità, favorire l’incremento della produttività agricola e, porre prioritaria attenzione - come spiegato dalla commissaria, Antonella Lavalle - alla qualità ed alla salubrità dell’ambiente che circonda le nostre comunità».

Le api come bioindicatori della salute di un territorio. Gli esperti lo sanno bene e quando si parla di aree ancora incontaminate disporre di preziosi alleati della salvaguardia dell’ambiente non è una cosa da poco. Proprio il settore dell’apicoltura è in crescita nella nostra regione. Sono circa duecento, in generale, gli operatori che dispongono, sono detentori di meno di diecimila alveari. «Un settore schiacciato verso il basso – spiega Antonio Carrelli, apicoltore professionale di Fossalto – la maggior parte degli operatori se ne occupa infatti per soddisfare il fabbisogno personale, in famiglia, come hobby, insomma». Sono pochi i produttori veri e propri che commercializzano su ampia scala il miele, prezioso alleato della salute e «paladino» della natura. Una trentina, quelli «ufficiali».

Ma al di là del commercio, dai segnali delle api è possibile individuare dei parametri naturali che consentono di valutare ed evidenziare possibili indicatori a livello di inquinamento. «Un ruolo molto importante – osserva Carrelli – perché le api presenti riescono a garantire una impollinazione adeguata che riesce a garantire, allo stesso tempo, una produzione che viene da tutto ciò che arriva dalle pianti presenti in natura e destinate anche al consumo alimentare. In altre parole – aggiunge l’esperto – la presenza delle api garantisce biodiversità, qualità e quantità della maggior parte dei prodotti ortofutticoli che ci arrivano direttamente sulla tavola che indirettamente. Tutto ciò che è vegetale a servizio dell’uomo e dell’animali proviene da piante impollinate in particolare dalle api».

Un «ruolo» importante, quello delle api ma chi garantisce la loro presenza sul territorio? «È proprio l’apicoltore, che può mantenere una diffusione stabile nel tempo, creare reddito e, di conseguenza, salvaguardare tutto l’agroambiente». Si può investire in questo settore, tanto che l’apicoltura è abbastanza diffusa, ma come osserva Carrelli «sussiste un turnover continuo rispetto alla sicurezza di un apicoltore professionale o di un hobbista che ha un servizio di assistenza adeguato e necessario. Non si può improvvisare e se si vuole vivere di apicoltura è importante informarsi, chiedere assistenza e definire al meglio anche un progetto imprenditoriale che può premiare il singolo e di cui beneficia l’intero territorio».

E a riprova di tali considerazioni, anche in Molise al via un innovativo sistema di biomonitoraggio attraverso l’impiego di api da miele, finalizzato all’analisi della contaminazione ambientale e delle produzioni agricole, in particolare, nell’area del Nucleo Industriale di Termoli. Il progetto, promosso dall’Arpa Molise attraverso un protocollo d’intesa con l’Unimol (Università del Molise), intende in questo modo tutelare la biodiversità, favorire l’incremento della produttività agricola e, come ovvio, porre prioritaria attenzione alla qualità ed alla salubrità dell’ambiente che circonda le nostre comunità.

«Il progetto – spiega Antonella Lavalle, commissario straordinario dell’Arpa Molise – è incentrato sul ruolo fondamentale ricoperto dall’ape da miele (Apis mellifera L.) nell’ambiente che sta alla base della produzione agricola. Infatti, circa il 90 per cento delle piante coltivate e spontanee si avvalgono dell’impollinazione entomofila delle api, con conseguente miglioramento quantitativo e, soprattutto, qualitativo delle produzioni. Possiamo, a piena ragione, affermare che dalle api dipende la nostra stessa sopravvivenza».

La responsabile dell’Arpa evidenzia che «L’ape rappresenta, attualmente, insieme ai suoi prodotti (miele, cera, polline, propoli, pappa reale), il più completo biosensore (bioindicatore e bioaccumulatore), in grado di fornire, laddove correttamente utilizzata, una mole notevole di dati sullo stato di salute dell’ambiente e contribuire alla sua possibile certificazione. Le api sono in grado di segnalare l’eventuale danno chimico subito dall’ambiente in cui vivono, attraverso due segnali: l’alta mortalità (nel caso dei fitofarmaci con attività insetticida) e attraverso i residui che si possono riscontrare ed accumulare nei loro corpi (nel caso di tutti gli agrofarmaci e di agenti inquinanti come i metalli pesanti, idrocarburi policiclici aromatici e i radionuclidi), rilevati tramite analisi di laboratorio».

Tenuto conto che il raggio medio di azione delle api può arrivare anche a 2 km dal rispettivo alveare, si riescono ad acquisire dati di un territorio molto vasto, fino a circa 6 – 8 km2. L’ape è quindi oggi ritenuta, senza ombra di dubbio, uno dei bioindicatori più importanti per analizzare lo stato di salute di un ambiente. «L’ Arpa Molise – conclude la commissaria Antonella Lavalle – è la prima in Italia a dotarsi di una rete di biomonitoraggio permanente mediante l’ape da miele. Ad oggi, infatti, risultano installate ben 5 postazioni: tre presso il Nucleo Industriale bassomolisano, una nel centro cittadino termolese (precisamente nell’area del parco comunale) e un’altra ancora presso l’Oasi Lipu nel Comune di Casacalenda. In futuro, la rete potrà allargarsi ad altre aree sensibili della Regione Molise».

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