Cronache

Dal ricordo di don Ulisse alla casa di San Giuseppe. Gli altari speciali che fanno comunità

Folla di visitatori agli altari in onore di San Giuseppe allestiti in ogni angolo della città. La tradizione resiste al tempo che passa e coinvolge persone di ogni età, dalle famiglie, alle scuole, alle associazione. Un impegno condiviso che richiama anche l’identità marinara e importanti valori. Non mancano anche le novità come la casa di San Giuseppe alla parrocchia di Santa Maria degli Angeli e un omaggio sentito degli alunni della scuola di Pantano Basso a don Ulisse Marinucci. Il giro tra gli altari sabato e domenica.

Il senso di una comunità: che sia una famiglia, un gruppo, un’associazione o una parrocchia. I valori di una festa che si perde nel tempo e spinge, nonostante le mille distrazioni della modernità e nuove «mode», tante persone a condividere un vero e proprio evento che si tramanda tra le generazione. L’altare in onore di San Giuseppe: Termoli risponde «presente» con sentita devozione e in ogni angolo della città in tanti hanno visitato i luoghi votivi allestiti con spirito di partecipazione, fede e religiosità popolare. Dai bambini ai loro nonni: chi organizza, chi visita, chi riceve il pane benedetto, un santino e tanti altri simboli di questa tradizione.

Altari classici o ispirati dall’identità di un luogo, come quello di una città marinara. Singolare quello allestito alla scuola dell’infanzia di Pantano Basso. Le maestre e i piccoli alunni hanno ricreato un altare in stile marinaro curato in ogni dettaglio fino ai santini realizzati dai bimbi con entusiasmo. Un luogo speciale per tenere viva la devozione a San Giuseppe e ricordare una persona cara e ricca di qualità umane scomparsa prematuramente: don Ulisse Marinucci. Era stato lui, l’anno scorso, a benedire l’altare della scuola di Pantano e lui viene ricordato da tanti bambini, come il suo nipotino che tanto gli voleva bene. Un sacerdote che amava il mare: «E’ la bellezza di Dio».

Dalla zona di Rio Vivo a Difesa Grande: un altare realizzato nella sala parrocchiale dove le volontarie hanno abbinato alla tavola con le pietanze e gli alimenti o i prodotti donati dai fedeli per le persone povere e in difficoltà anche la casa o «stanza» di San Giuseppe. Sul retro dell’altare ci sono il letto, una culla, gli attrezzi artigianali di tanti anni fa, il braciere, la tavola per preparare il cibo e tanti altri accorgimenti: il senso della famiglia e un valore importantissimo da promuovere e rinnovare nella società attuale che accompagna la festa del «custode della Sacra Famiglia».

E ancora altari nel Paese Vecchio allestiti da termolesi veraci e chi, nel tempo, si è stabilito in città. Non mancano via Inghilterra, dove Jerry Capurso ha curato nei dettagli insieme agli amici della parrocchia del Crocifisso l’allestimento di un grande altare, la famiglia Russo, l’associazione ’A Shcaffètte e gli amici del Borgo Vechio alla Torretta Belvedere e a quella Saracena, la scuola Campolieti, la parrocchia di San Pietro e Paolo con l’associazione à Paranze, la scuola di Difesa Grande e molti altri che, anche se non citati o fotografati, rappresentano un punto di riferimento per tanti visitatori, devoti e curiosi dove tutti i volontari hanno assicurato il massimo impegno per la riuscita dell’evento. La festa resiste e conserva i valori di sempre. (FO)

Più informazioni
commenta