Gli istituti D’Ovidio erano diventati il loro territorio di conquista: ingresso ‘agevolato’ grazie all’assenza di telecamere di videosorveglianza e di un sistema di allarme in grado di allertare le forze dell’ordine o almeno i vicini. Dalle medie e dalle elementari avevano portato via parecchi computer, alcune macchinette digitali e infine gli incassi dei distributori di bevande e snack. Questo il bottino dei furti iniziati a giugno e poi intensificati nelle ultime settimane di febbraio.
Ora, dopo le indagini, la Polizia ha identificato e denunciato gli autori dei colpi messi a segno nelle scuole di piazza della Repubblica e di via Roma: si tratta di due giovani già noti alle forze dell’ordine, un trentenne di Campobasso e residente nell’ormai famosa via Quircio (dove i blitz anti-spaccio sono all’ordine del giorno) e un 24enne molisano ma da alcuni anni residente nel capoluogo di Regione.
Entrambi disoccupati, provengono dagli ambienti legati allo spaccio e alla tossicodipendenza, la prima pista seguita dagli agenti di via Tiberio dopo i primi elementi raccolti in seguito alle incursioni nelle scuole. Incursioni che avvenivano tutte di notte, quando era più facile intrufolarsi dal cantiere che si trova alle spalle della Francesco D’Ovidio o del cunicolo di via Milano nel caso della Enrico d’Ovidio.
Lo scenario, per il personale ata degli istituti, era sempre lo stesso: scoprivano il raid all’apertura dei cancelli della scuola per l’attività didattica. Un dramma vero e proprio: «Le nostre scuole sono troppo vulnerabili, le istituzioni devono aiutarci», l’appello lanciato dal dirigente Pasquale Grassi dopo questi episodi.
I furti, stanno accertando i poliziotti dopo le analisi effettuate dalla Scientifica, avvenivano su commissione: il materiale informatico è stato poi rivenduto sul mercato nero che pare stia prendendo sempre più piede anche a Campobasso.
Le indagini della Polizia vanno avanti dunque a 360 gradi: si stanno ricostruendo le dinamiche e le circostanze dei vari furti compiuti negli istituti della città. Dalle prime ricostruzioni, i colpi messi a segno alle D’Ovidio non avrebbero alcun legame con quelli avvenuti all’Industriale. (SP)
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