Bomba ecologica a santo stefano

Prima la pioggia, poi una frana: e i ’succhi’ della monnezza vanno verso il fiume della ex discarica

Paura nella frazione di Santo Stefano dove c’è una ex discarica dismessa utilizzata dal Comune di Campobasso negli anni Ottanta. Secondo i tecnici ambientali dell’Arpa la cattiva manutenzione, il maltempo e una frana hanno fatto affiorare in più punti della zona (località Cerrete) il percolato. Questi reflui inquinanti, che vanno prelevati e correttamente smaltiti, si sono immessi in una cunetta stradale vicinissima a un corso d’acqua che sfocia nel Biferno. A fine febbraio la Giunta ha stanziato circa 40 mila euro per la parziale messa in sicurezza ma per risolvere definitivamente il problema servirebbero 850 mila euro. Intanto la Sea sta per individuare la ditta che si occuperà del prelievo e del trasporto al depuratore del percolato.

E’ una piccola bomba ecologica pronta a esplodere la vecchia discarica dismessa nella frazione di Santo Stefano. Utilizzata negli anni Ottanta per lo smaltimento dei rifiuti urbani, l’area di località Cerrete, nelle campagne di Campobasso, continua a ‘trasudare’ percolato, il liquido prodotto dalla decomposizione dei rifiuti. Reflui che, con il maltempo e un preoccupante movimento franoso, sono finiti in una cunetta stradale vicinissima al vallone Cerrete, un piccolo corso d’acqua a valle del terreno comunale in disuso che sfocia nel Rivolo e poi nel fiume Biferno.

A fine febbraio la giunta comunale di Antonio Battista ha stanziato con urgenza poco meno di 40 mila euro per mettere parzialmente in sicurezza la ex discarica dopo che gli esperti ambientali dell’Arpa Molise, il 2 dicembre scorso, durante un sopralluogo, avevano accertato il potenziale pericolo di inquinamento. E pure che le piogge intense del periodo avevano fatto affiorare il percolato in diversi punti della zona.

Messi in allerta dall’Agenzia, Battista e i suoi assessori hanno individuato tra le ditte che lavorano col Comune quella che potesse eseguire gli interventi “per il superamento dello stato di emergenza”, come c’è scritto nella delibera 37 del 28 febbraio 2017. E così hanno affidato 39mila e 500 euro più iva all’impresa edile stradale Zurlo di Ferrazzano la quale, garantendo celerità nei lavori, è stata chiamata a ripristinare la sicurezza. I lavori sono stati eseguiti, la frana è stata bloccata da un muro di contenimento (in foto) e anche il terreno consolidato da uno spesso strato di argilla.
Ma queste opere, realizzate su un piccolo punto della ex discarica grande complessivamente 62mila metri quadri, sono solamente una fetta del lavoro che ci sarebbe da fare per rendere davvero innocua l’area che ha raccolto rifiuti fino agli inizi degli anni Novanta, prima che Campobasso iniziasse a portare a Montagano la sua ’monnezza’. Sulle scrivanie della Regione Molise è già stato depositato, dal 2014, il progetto esecutivo per Santo Stefano: 850 mila euro, tanto servirebbe per la messa in sicurezza del vecchi impianto di smaltimento in disuso.

Poco dopo il sopralluogo dell’Arpa, anche la municipalizzata Sea ha indetto un bando di gara (pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il 30 dicembre 2016) per l’affidamento del servizio di prelievo, trasporto e smaltimento del percolato. Base d’asta quasi 85 mila euro. Si tratta di una gara che – garantiscono dagli uffici di piazza Molise – viene riproposto ogni anno dal 2004 a oggi in quanto la Sea non ha cisterne proprie adatte a questo tipo di operazione con le quali il percolato estratto viene trasportato al depuratore. Le buste con le offerte giunte da otto ditte di smaltimento sono state aperte l’8 febbraio, il contratto con l’aggiudicataria sarà firmato a breve «ma stiamo andando comunque avanti con la ditta che aveva vinto il bando l’anno scorso e posso dire con certezza – ha sostenuto il direttore della Sea, Mauro Vitolo – che fuoriuscite di percolato non ce ne sono state. Del resto monitoriamo costantemente quella vecchia discarica».

Sebbene anche l’Arpa abbia evidenziato che il percolato fuoriuscito non abbia inquinato il vallone, il quadro emerso non può rassicurare in ogni caso.
“La situazione riscontrata – leggiamo nel verbale inviato anche alla Provincia di Campobasso e alla Regione Molise – è sicuramente dovuta al fatto che la discarica utilizzata negli anni Ottanta è stata realizzata senza sistemi di impermeabilizzazione artificiale”. Non ci sono teli, insomma, è quindi la sua tenuta è stata affidata esclusivamente alla natura del terreno.
“Inoltre – dicono ancora dall’Arpa – non risulta effettuata la copertura finale che deve isolare i rifiuti dall’ambiente esterno e minimizzare le infiltrazioni d’acqua nonché evitare fenomeni di erosione”. Esattamente ciò che si è verificato in località Cerrete dove le acque piovane e il terreno in movimento della frana a valle della discarica hanno spinto giù verso il fiume il percolato.
Non esiste, poi, un sistema di captazione di questi reflui velenosi per l’ambiente e la salute pubblica “fatta eccezione per un pozzetto di raccolta realizzato nelle adiacenze della gabbionata ivi presente. Dalla documentazione agli atti di questa Agenza risulta che è stato realizzato nella zona di valle dei suddetti bacini un setto drenante che però allo stato non ha risolto detta problematica”.

Insomma, il rischio di inquinamento ambientale c’è eccome visto che non sono mai state prese le necessarie cautele da quando la discarica non è più in funzione.

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