Tendenze da oltreoceano

La scoperta dell’America: bakery, un po’ forno, un po’ pasticceria stile yankee. Ma con prodotti molisani

Un mese fa il 25enne Stefano Di Lella ha inaugurato il primo ’forno’ in stile americano del capoluogo: ispirazione yankee per prodotti, arredamento e location. «Abbiamo aperto il punto vendita in via Pirandello perchè l’utenza è composta soprattutto da ragazzi. Realizziamo muffin, cupcakes e donuts, ma i clienti preferiscono gli alimenti della tradizione».

Ci sarà pure il boom dell’occidentali’s karma e del biologico, ma Campobasso ha scoperto la passione per l’America. Non è il richiamo nostalgico alla ‘Spaghetti a Detroit’ come cantava il nostro Fred Bongusto, ma l’attrazione per i prodotti dal gusto yankee consacrata dai panini del Mc Donald’s che ha aperto nella zona più commerciale della città. Forse il primo salto verso quel mondo meno provinciale e più internazionale che tanto attrae i ragazzi che sognano di ‘fuggire’ dal Molise.
Poi è arrivata la catena H&M. Marchio svedese, vero. Ma con quel tocco di diverso e originale che contraddistingue il negozio di abbigliamento. Il target di riferimento è lo stesso del Mc: i più giovani.
In questo contesto non è casuale che a un ragazzo di 25 anni sia venuta l’idea di aprire il primo ‘bakery’ in città. Non un semplice forno, ma molto di più. Nel negozio di via Pirandello, inaugurato un mese fa dal giovane Stefano Di Lella, sembra quasi di essere in uno Starbuck’s, la celebre catena di caffetterie statunitensi.
Legno e mattoncini per un ambiente rustico e accogliente. Invitanti vetrine dove accanto a pizze, panini, biscotti e ciambelle c’è il ‘trionfo’ degli alimenti tipici della colazione americana: muffin, cupcakes e donuts, ossia le ciambelline decorate con una glassa colorata.
«Abbiamo deciso di chiamare questo punto vendita ‘Bakery’ – rimarca il titolare – per differenziarlo dal nostro primo punto vendita, che si trova a Mirabello, e dare un’innovazione al nostro nome». To be different, insomma.
Un’innovazione mirata a attrarre una clientela soprattutto under 30: del resto il punto vendita è stato aperto a Vazzieri, il quartiere universitario per eccellenza, sede di tutte le facoltà del capoluogo. A poche centinaia di metri dal ‘Bakery Di Lella’ ci sono le Facoltà di Agraria e di Economia e tre istituti superiori, il Classico, l’artistico e l’istituto ‘Pertini’. «Abbiamo deciso di aprire il negozio qui dopo un’indagine di mercato: l’utenza è ampia – conferma Stefano – e composta da tanti giovani: ci sono l’Università, una scuola media (la Petrone, ndr) e una elementare (la Don Milani, ndr). Inoltre, è una zona di passaggio visto che siamo vicini alla Tangenziale che collega Campobasso ai paesi limitrofi».

Nonostante sia molto giovane, Stefano ha già gestito per quattro anni il punto vendita di Mirabello. Un’esperienza che ha unito alle conoscenze e alle novità apprese durante i suoi viaggi e che ha messo a frutto aprendo il suo punto vendita che è bar, panetteria, pizzeria e pasticcieria. «Ho girato molto, sia in Italia che in America: sono stato a New York e Boston, poi sono andato in Canada, a Toronto. Molte volte sono stato a Milano (la città italiana più internazionale, ndr)», racconta. «Nei miei viaggi, ad esempio, ho notato che i ‘bakery’ sono tutti realizzati con arredamento in legno e mattoncini faccia vista. Uno stile rustico che a me è sempre piaciuto e che ho voluto per questo punto vendita tanto che abbiamo deciso di investire parecchio sul design, apprezzato molto anche dai clienti».

Così come sono di ispirazione americana alcuni dei prodotti proposti nel ‘Bakery di Lella’: «Prepariamo anche cupcake, muffin, donuts, ossia le ciambelle di tipo americano. I clienti apprezzano questa novità e la provano – sottolinea il 25enne – ma devo riconoscere che la maggior parte va sul tradizionale e preferisce il pane casereccio, quello a lievitazione naturale, la pizza, i cornetti, le ciambelle e le torte che realizziamo». Stefano scandisce queste parole mentre un giovane cliente addenta con gusto un pezzo di pizza farcita.
«La maggior parte dei prodotti sono tutti di nostra produzione, compresi quelli ‘americani’».
Nel punto vendita, poi, c’è un occhio di riguardo a certe tipologie di alimenti e di ingredienti: «I clienti sono molto attenti alla tipologia di pane: preferiscono il pane integrale, con farine meno raffinate come la 0. Ho notato che acquistano sempre meno il pane con la farina doppio zero, probabilmente sarà un prodotto che scomparirà: essendo molto raffinato, non lo acquista quasi nessuno. Insomma, i prodotti di nostra produzione sono il punto di forza di questa attività».

Dunque, le novità americane piacciono ma fino ad un certo punto: i prodotti della tradizione locale sono ancora capaci di resistere alle mode e ai tempi che cambiano. Il ‘vecchio amore’ non si scorda mai, neppure a tavola.

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