La mobilitazione

Sanità, un anno dopo si torna in piazza a protestare: «La salute non è in vendita»

Italo Testa, presidente del Forum per la salute pubblica, al termine dell’assemblea del 3 marzo a Campobasso ha annunciato una nuova imponente mobilitazione popolare dopo quella dello scorso 18 maggio in cui migliaia di molisani hanno sfilato per le vie di Campobasso in dicesa degli ospedali pubblici. Intanto il primo presidio davanti all’Asrem il prossimo 7 marzo, il giorno del ’processo’ al medico ‘imbavagliato’ Lucio Pastore.

Una sorta di ‘chiamata alle armi’ per protestare contro i recenti provvedimenti che demoliscono la sanità pubblica.
Un anno dopo la grande mobilitazione popolare il Forum riprende la mobilitazione fissando le due date delle prossime battaglie: la prima davanti all’Asrem il 7 marzo, lo stesso giorno del processo al primario del pronto soccorso di Isernia Lucio Pastore, la seconda il prossimo 7 aprile. Una data non casuale. «E’ la Giornata europea in difesa della sanità pubblica – ha spiegato il dottor Italo Testa – e scenderemo in piazza col motto ‘La mia salute non è in vendita’».
Il clima è avvelenato. La prima contestazione alla struttura commissariale riguarda la chiusura del reparto di Neurochirurgia del Cardarelli. «Stanno chiudendo le strutture senza aver creato alcuna alternativa», ha rimarcato il presidente del Forum per la sanità pubblica.
A far schizzare in alto il termometro sono i disagi per i malati, ma anche per chi opera nei presidi sanitari regionali. «Ad esempio – ha aggiunto l’ex primario – hanno chiuso la Neurochirurgia e non hanno dato disposizione su dove ricoverare i pazienti. Ora un medico del pronto soccorso deve telefonare agli altri ospedali per vedere dove mandare il malato. E’ assurdo. Quindi prima avrebbero dovuto fare accordi o comunque non chiudere la Neurochirurgia dell’ospedale di Campobasso: in una regione ci vuole almeno un’Unità operativa semplice. Non possono chiuderla o darla al privato come il Neuromed perché non ha il pronto soccorso e non può prendere le urgenze».
La seconda obiezione riguarda l’approvazione del Pos: a detta del Forum, non ha avuto ancora il via libera dai Ministeri competenti, né sono state recepite le prescrizioni. Per cui «il Piano decade».
«L’Asrem – ha rincarato la dose Testa – ha approvato l’atto aziendale che attua un Pos che non esiste. Lo stanno mettendo in pratica in una maniera criminale: prima di fare qualsiasi cosa bisogna creare l’alternativa perché non si può lasciare la gente senza servizi sanitari. Per fare questo hanno chiamato cinque persone da fuori regionale, a cominciare da Marinella D’Innocenzo e da Gennaro Sosto che non conoscono la realtà del Molise e non hanno alcun interesse per la popolazione molisana. Per di più tappano la bocca al personale con un regolamento interno molto più restrittivo e così il personale non può parlare».
Chi è stato ‘imbavagliato’ per aver parlato troppo con gli organi di informazione è stato il primario del Pronto soccorso di Isernia Lucio Pastore.
Ieri pomeriggio, 3 marzo, ha partecipato al Forum della sanità pubblica, ha preso la parola per stigmatizzare ancora una volta in maniera netta lo smantellamento del sistema pubblico. «Lo definirei ‘Cronaca di una morte annunciata’ – ha sottolineato – non c’è niente di nuovo: è più che evidente che si volesse arrivare a questo punto. Non sono altro che degli step di distruzione delle strutture pubbliche e di spostare il Fondo sanitario verso il privato».
Il primario del pronto soccorso di Isernia critica duramente lo sbilanciamento verso il privato anche da un altro punto di vista: i finanziamenti destinati all’edilizia sanitaria. «Da un’analisi delle tabelle del Pos emerge che il 33% del Fondo sanitario, che corrisponde a circa 200 milioni su un budget di circa 600 milioni, va a finire ai privati convenzionatimentre a noi mancano mezzi, personale e spazi. Si investe dunque nell’edilizia privata con soldi pubblici mentre i nostri ospedali cadono a pezzi». Ha fatto nomi e cognomi: «La nuova ala del Neuromed è stata costruita anche con i soldi pubblici, la Regione ci ha messo altri 2 milioni e 700mila euro».
Nel mirino finisce anche la Fondazione Giovanni Paolo II: «Si prevede di costruire una nuova struttura alla Cattolica che dovremmo prendere in comodato d’uso per 90 anni quando la Cattolica è stata costruita con soldi pubblici però i vantaggi vanno a loro».
Il Forum, insomma, scalda i motori per una nuova primavera di lotta a difesa della sanità pubblica. (sp)

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