Politica

Caos Pd: il vicesegretario si dimette. Colpo di scena: entra Facciolla con la sua Unione

Assemblea infuocata lunedì pomeriggio per il Partito Democratico che in queste ore registra spaccature ma anche nuovi ingressi: il più eclatante è quello del vicepresidente della Regione, Vittorino Facciolla che fino a questo momento non aveva voluto mai prendere la tessera. "Tutta Unione per il Molise - ha dichiarato nel suo intervento - ha aderito al Pd, ma bisogna aprirsi a 360 gradi e guardare avanti. La scissione è una sconfitta e non è corretto andarsene invece di fare sintesi". Intanto il vicesegretario Michele Di Giglio si è dimesso (ma non ha lasciato il partito) dopo un intervento forte, nel quale ha contestato l’appiattimento della segreteria sulla giunta regionale.

Gente che va, gente che viene: si potrebbe sintetizzare così l’infuocata assemblea pubblica di lunedì pomeriggio, 27 febbraio, del Partito democratico del Molise. La notizia più eclatante emersa dall’incontro con iscritti e simpatizzanti riguarda l’ingresso di Vittorino Facciolla nel partito. Il vicepresidente della Giunta regionale, assessore all’Agricoltura, ha annunciato dal palco della tipografia Palladino, alla zona industriale del capoluogo, la sua adesione al progetto con l’intera Unione per il Molise, la lista che alle regionali del 2013 ha portato in dote a Paolo Frattura la bellezza di oltre 11mila voti. E contava tra le sue fila personaggi quali l’avvocato Oreste Campopiano, oggi in rotta con il neo democratico di San Martino in Pensilis.

Ma quella di oggi è stata anche una giornata di saluti dolorosi: il vicesegretario regionale Michele Di Giglio ha lasciato l’incarico di numero due di Micaela Fanelli. L’incarico «ma non il partito», come ha spiegato, denunciando un appiattimento della segreteria sulla Giunta regionale e un immobilismo politico. Un intervento forte quello dell’ex braccio destro della segretaria Fanelli in cui ha chiesto anche un congresso «vero, aperto, che parli alla gente».
Di Giglio, va detto, ha rappresentato da sempre una delle voci più critiche tra i fedelissimi della segretaria. E di sicuro adesso che si è spogliato anche di questo ruolo istituzionale (che evidentemente gli stava stretto) potrà contestare ancora più apertamente le scelte non condivise. Come quella di non convocare per oltre un anno l’assemblea regionale. A distanza di 13 mesi la necessità di confrontarsi era evidentemente sentita da molti.
La platea era gremita e gli assenti, da Roberto Ruta a Danilo Leva, passando per Massimiliano Scarabeo e Francesco Totaro, si sono fatti notare.
Tra i parlamentari c’era Laura Venittelli, in prima fila il governatore Paolo Frattura: «Ben vengano occasioni di confronto come questa. Le regole sono necessarie e si rispettano. A chi è andato via dico rispetto le vostre scelte, ma non si possono dettare le regole dalla minoranza, continuare a lanciare sassi nello stagno solo per fare polemica. La scissione è un problema di chi va via, perché chi vince il congresso rappresenta tutti e le regole democratiche si rispettano. Uniti si danno garanzie ai cittadini e anche in questa regione dimostreremo che uniti sappiamo fare le cose, risultati alla mano. Lasciamo perdere le polemiche e andiamo avanti, tornando tra la gente, recuperando tutto il nostro entusiasmo».
Al tavolo l’assessore comunale Pietro Maio, nel pubblico il sindaco di Campobasso Antonio Battista e il consigliere comunale Lello Bucci.

«Alle prossime elezioni voteranno i nati nell’anno 2000 – ha detto Facciolla nel suo intervento – dobbiamo riuscire a parlare a loro, senza autoreferenzialità. Un partito forza di governo deve parlare con il solo verbo della verità. Il futuro ci unisce lo leggo come una esortazione a cui ognuno di noi deve rispondere positivamente. Tutta Unione per il Molise ha aderito al Partito Democratico, ma il Pd deve aprirsi a 360 gradi e guardare avanti. La scissione la vedo come una sconfitta del primato della politica e non è corretto andarsene da un luogo dove si è chiamato a fare sintesi».

Più informazioni
commenta