Rabbia e proteste

Parcheggiano l’auto fuori dai cancelli perché non hanno una Fiat: multa a più di 200 operai

Amara sorpresa per circa duecento lavoratori della Fiat di Termoli: questa mattina hanno trovato un verbale della Polizia stradale sul parabrezza da 85 euro di multa per sosta vietata lungo il vialone principale che costeggia la fabbrica più importante della regione. Chi non ha un’auto del gruppo Fca non può lasciare il veicolo all’interno del parcheggio dello stabilimento e deve trovare un’alternativa fuori. Sulla strada principale del Cosib, tuttavia, questo è vietato anche per motivi di sicurezza e ora sono arrivate le sanzioni. Intanto, l’Usb annuncia: «Le regole devono cambiare e potremmo impugnare anche le multe».

Quando hanno finito il turno di lavoro hanno trovato una spiacevole sorpresa, molto salata. Un verbale staccato dalla Polizia stradale e una multa di ottantacinque euro. Motivo: sosta vietata come previsto dall’articolo 6 del Codice della strada che riguarda la circolazione al di fuori dei centri abitati. Sarebbero più di duecento le sanzioni comminate dagli agenti lungo lo stradone del Cosib che costeggia la fabbrica più importante della regione: la Fiat. Troppe le auto lasciate sul vialone principale dove passano anche camion, tir e mezzi pesanti e non solo a ridosso del marciapiedi, tanto da creare una difficoltà al transito dei veicoli e portare la Polizia a staccare la raffica di multe.

Pare che parte degli automobilisti interessati sia rappresentata da operai che arrivano a Termoli in trasferta da Melfi per un periodo di lavoro. Per esempio, partono da Foggia ma anche altri, termolesi e non. Fatto sta che all’interno dello stabilimento – proprietà privata – il parcheggio è consentito solo alle auto del gruppo Fiat e chi, ad esempio, ha una Bmw o una Peugeot e non arriva in pullman deve necessariamente trovare delle alternative. In un’ottica di tolleranza molti lasciano la macchina anche lungo il vialone centrale accostando le auto al marciapiedi ma se lo stradone si riempie troppo la situazione diventa insostenibile. Ci sono anche dei parcheggi a ridosso dell’impianto (esterni ai cancelli) di proprietà Fiat, ma anche questi – che possono accogliere anche auto di altri marchi – si riempiono. Questa mattina nessuno sconto: sono arrivate le contravvenzioni della Polizia: chi vorrà evitare l’esborso di 85 euro potrà pagare entro cinque giorni e risparmiare il trenta per cento.

Non è la prima volta che si verifica una situazione di questo tipo. Da un lato bisogna rispettare il Codice della strada, dall’altro chi raggiunge l’impianto in auto e non ha le «caratteristiche» per lasciarla al parcheggio deve individuare un’alternativa. Capire dove è possibile lasciare la macchina senza problemi. Un dubbio che ora assilla i lavoratori che non vogliono certo trovare una seconda volta l’amara sorpresa e ritrovarsi con un secondo balzello non sapendo dove lasciare l’auto. L’alternativa, insomma, è «cambiarla» con una del gruppo Fiat per parcheggiare dentro la fabbrica. Oppure bisogna «arrangiarsi» o individuare zone in cui la sosta è consentita all’interno del nucleo industriale o arrivare prima per accaparrarsi quelli disponibili fuori. Ma può darsi che qualcuno abbia lasciato lungo il vialone del Cosib anche auto del gruppo Fiat nonostante quanto previsto all’interno dello stabilimento dato che non esiste nessun obbligo di parcheggiare dentro a prescindere. La questione riguarda, in sostanza, solo la strada esterna del nucleo dove vige il divieto di sosta.

Intanto, sulla vicenda è intervenuto il sindacato Usb con una nota critica a firma di Sergio Calce: «Un lavoratore che non ha la vettura Fiat – si chiede il rappresentante di categoria – dove deve parcheggiare per adempiere al proprio dovere? E’ arrivato il momento di aprire i parcheggi a tutti i dipendenti a cospetto di questa regola penalizzante. Intanto, impugneremo, se necessita, anche legalmente la problematica e tutte le multe in oggetto. I nostri delegati Usb – conclude Calce – sono disponibili per raccogliere l’adesione da parte di coloro che vorranno contestarla».

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