Cronache

Vigili urbani, da tre anni il Comando è senza Comandante: “Qui siamo allo sbando”

La Polizia municipale di Campobasso nel caos da quando l’ex comandante è andato in pensione: "Non è chiaro chi deve dare gli ordini e coordinare le attività" riferiscono gli agenti di via Toscana, sede del Comando. Tra organico sottodimensionato e ristrettezze economiche da parte del Municipio, a dirigere il Corpo c’è un avvocato senza divisa. "Non è nostra la colpa di questa situazione - sostiene il dirigente Matteo Iacovelli - la legge di stabilità 2016 dispone che non ci sia un vincolo esclusivo al conferimento degli incarichi".

Quel posto è vacante da tre anni e a Palazzo San Giorgio sembra che nessuno se ne preoccupi: non c’è l’ombra di un concorso pubblico né la volontà politica di nominare il nuovo comandante della Polizia Municipale. Da quando Franco Primiani è andato in pensione, per i vigili urbani della città la vita è ancora più dura: non bastava la riduzione dell’organico, ora l’assenza di una guida comincia a pesare. «Siamo allo sbando: non è chiaro chi deve dare gli ordini e come coordinare l’attività», il commento di un vigile che vuole restare anonimo. «Sa – dice – abbiamo paura di probabili ripicche».
«La situazione è complicata. E la cosa strana – aggiunge un altro agente – è che negli scorsi anni ci sono state richieste di mobilità per coprire il posto di comandante, ma poi non si è concretizzato più nulla».

Per alcuni, i problemi derivano anche dall’accorpamento dal punto di vista dirigenziale. «Questo ha creato una serie di disagi anche perché l’attuale dirigente non può dare gli ordini non avendo la divisa», ammette un altro vigile.
Sospetti e nodi irrisolti erano emersi alcuni mesi fa anche nella lettera inviata agli organi di informazioni da Roberto Mastrocola, segretario Csa Vigili Urbani. Aveva denunciato «gravi irregolarità» e «fenomeni di corruzione attraverso un sistema di do ut des che non fa altro che mantenere le divisioni interne da cui il Corpo, gestito da un improbabile dirigente, non ha beneficiato».

Dall’ottobre 2015 la Polizia Municipale è diretta dall’avvocato Matteo Iacovelli (che ha sostituito Vincenzo De Marco) ed è diventata un’unità autonoma affiancata all’area Avvocatura comunale, gare e contratti. Il dirigente, a cui ci siamo rivolti per chiedere i motivi della mancata nomina del comandante della Polizia Municipale, non si esprime sulle scelte politiche ma cita la legge di stabilità 2016 che al comma 221 ha introdotto una serie di restrizioni alle norme per le assunzioni e le dotazioni organiche del personale degli enti locali: «Allo scopo di garantire la maggior flessibilità della figura dirigenziale nonché il corretto funzionamento degli uffici, il conferimento degli incarichi dirigenziali può essere attribuito senza alcun vincolo di esclusività anche ai dirigenti dell’avvocatura civica e della polizia municipale. Per quanto l’amministrazione possa aver previsto nel proprio regolamento la presenza di un comandante – spiega Iacovelli – oggi questa disposizione di legge consente che non ci sia più un vincolo esclusivo. Quindi è consentito dalla legge nell’ottica di una razionalizzazione delle spese degli enti locali. L’organizzazione dei turni? C’è un ufficio preposto che organizza i turni sia degli agenti negli uffici che degli addetti alla viabilità».

E’ la dura legge della spending review, insomma, che colpisce la Polizia Municipale, già alle prese con il drastico ridimensionamento della propria pianta organica: originariamente erano previsti 85 vigili urbani che con le riduzioni sono arrivati a 65. Ora a Campobasso ci sono 43 agenti. Il carico di lavoro, dunque, è raddoppiato.
«La dotazione organica di tutto il Comune è sottodimensionata. Nonostante ciò – rimarca Iacovelli – ho riscontrato tanta professionalità tra gli agenti della Polizia Municipale. Ci sono state persone di fuori regione che quando sono venute a Campobasso mi hanno detto che la città funziona e questo è importante».
L’impegno del dirigente c’è, l’abnegazione degli agenti pure. Ma non basta. Le conseguenze di un comando senza comandante la vivono sulla propria pelle gli stessi vigili, che da anni a Campobasso non trovano pace. E infine le conseguenze le pagano i cittadini. «Quando c’è una richiesta di aiuto – racconta un vigile – è la centrale operativa ad inviare la pattuglia per l’intervento. Siamo allo sfascio».

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