La denuncia

Tabelloni distrutti dal maltempo ancora a terra: “Minacciano i passanti e occupano la strada”

A più di due mesi dalle ultime consultazioni, il Referendum del 4 dicembre, i pannelli di alluminio che il vento ha buttato a terra nei giorni dell’emergenza meteo sono ancora a terra e occupano il marciapiede, impedendo di passare e costringendo i pedoni alla slalom. "E sono anche pericolosi: quando si decidono a toglierli?". I cittadini lamentano il problema sia in zona San Pietro che al Terminal bus.

«Non è possibile che nessuno si preoccupi di rimuovere i tabelloni elettorali: sono un pericolo e invadono il marciapiede». Il Referendum del 4 dicembre scorso è archiviato da un pezzo, eppure lo spazio che ha ospitato le ragioni del No e quelle del Sì sta ancora terribilmente “in mezzo”.

E minaccia di creare altri danni, di sollevarsi con il vento dall’asfalto sul quale giace e rischia di finire addosso a qualcuno. «E’ già un miracolo se finora non è successo niente» avvertono diversi cittadini, increduli davanti alla trasandatezza dell’Amministrazione che malgrado le settimane trascorse non si è ancora presa la briga di mettere a posto i tabelloni, caduti durante il maltempo di gennaio e ancora “atterrati”, per giunta anche sul marciapiede come nel caso del quartiere San Pietro.

Proprio un residente di questa zona, una delle più popolose della città, denuncia ancora una volta che i quadri di alluminio usati per l’affissione di manifesti di propaganda politica sono stati abbandonati nel quartiere. «Due mesi dopo le votazioni – racconta – sono ancora lì e per di più anche rovesciati a terra, per colpa del vento e del maltempo dello scorso gennaio».

«Sono pericolosi – aggiunge – non solo perché sono caduti e potevano cadere anche addosso a qualcuno, ma anche perché occupano il marciapiede e quindi diventa impossibile camminarci, bisogna scendere sulla strada e lì le macchine corrono. Posso capire che nel periodo del maltempo le emergenze sono tante – conclude – ma adesso sarebbe ideale andare a toglierli, perché quelli di San Pietro non sono gli unici distrutti».

Anche al Terminal Bus infatti c’è la stessa identica situazione.

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