Cronache

Paesi che si spopolano, strade rotte e tagli ai trasporti. Il grido di un papà: “Serve una svolta”

Spopolamento delle aree interne e viabilità in ginocchio, tagli ai trasporti pubblici, servizi più difficili da raggiungere. Scuole, ospedali, uffici. La riflessione lanciata da un papà di Casacalenda, a nome di un gruppo di genitori, relativa ai disagi dei propri figli per raggiungere gli istituti di Larino diventa un ragionamento più ampio sul futuro del territorio. In sostanza, serve un’inversione di rotta, un discorso di rete per rivedere i collegamenti, migliorare la mappa delle corse, evitare doppioni e convincere le famiglie a non fuggire, ma a restare.

La questione, più in generale, riguarda l’isolamento crescente delle aree più interne. Da un lato ci sono le condizioni della viabilità inghiottita da frane, dissesti e pericoli; dall’altro ci sono i collegamenti che, nel tempo, sono diminuiti. Meno treni e meno pullman. Basta riportare la mente all’indietro nel tempo per capire come stanno oggi le cose rispetto a diversi anni fa. Anzi ora manco i treni perché le corse su linea ferrata vengono sostituite da autobus sostitutivi. Questo si riflette sui servizi, come le scuole, l’ospedale o i servizi sanitari territoriali che dovrebbero essere collegati da un numero maggiore di linee. E la giustifica che i fondi sono pochi o insufficienti non sempre può valere.

La riflessione è arrivata da un papà di Casacalenda, a nome di un gruppo di genitori. I suoi figli, come altri, frequentano le scuole superiori di Larino. I due centri distano pochi chilometri, nemmeno un quarto d’ora in macchina, circa venti minuti in pullman. La mattina resta, in sostanza, scoperta tanto che ci sono pullman intorno alle sette e mezza e poi solo all’ora di pranzo. E lo stesso vale per il ritorno. Se bisogna raggiungere la cittadina frentana in mattinata non ci sono più corse. Tribunale, ospedale e altri servizi devono essere raggiunti in auto o con un passaggio. Solo un esempio per spiegare come stanno le cose.

Un esempio. Il rischio, come sta già avvenendo, è che alcune corse partono nel giro di pochi minuti tra l’una o l’altra. C’era invece un treno (ora pullman sostitutivo) che ripartiva alle 12.50 da Larino e tornava a Casacalenda all’una e un quarto. Ora bisogna aspettare alle due del pomeriggio. Il disagio è notevole rispetto alla comodità dei collegamenti mentre occorre adeguarsi agli orari che, a questo punto, potrebbero essere anche cambiati o adeguati alle reali necessità di un paese o di un territorio evitando, in sostanza, di creare delle corse doppione anche se di compagnie diverse.

«E’ stata fatta presente la cosa – osserva il papà – al sindaco di Casacalenda in assemblea lo scorso 12 dicembre da parte dei genitori e i ragazzi (che hanno fatto assenza a scuola quel giorno in segno di protesta) ed è stato chiesto di reinserire la corsa delle 12.50. Il sindaco ha preso l’impegno di contattare l’assessorato regionale competente. Il fatto è stato fatto presente al sindaco di Larino e alla Preside del Liceo di Larino proprio dal sindaco di Casacalenda tramite una telefonata. La motivazione della cancellazione della corsa sono i costi».

«Noi che viviamo in zone interne saremo sempre più isolati. Addirittura prima dell’inizio dell’anno scolastico c’era la sicurezza che il viaggio sarebbe stato effettuato in treno come gli anni precedenti, e non in pullman. Questi disagi agli studenti e famiglie potrebbero anche avere un riflesso sulle iscrizioni nelle scuole sia a Casacalenda che a Larino. In alternativa al reinserimento della corsa si potrebbe chiedere che o Trenitalia o alla società di autolinee coinvolta facessero una corsa non in contemporanea, ma una alle 13 e l’altra alle 14. Questi pullman sono utilizzati anche da persone che raggiungono la mattina l’ospedale di Larino per visite, analisi eccetera e poi devono rientrare. Anche per Santa Croce di Magliano, dove c’è un poliambulatorio, si dovrebbero attivare delle corse».

In sostanza, è un discorso di area e di rete, una sorta di collaborazione tra i paesi, le autolinee e, soprattutto, la Regione che, quando programma un piano di trasporti dovrebbe raccogliere le reali esigenze delle comunità, i servizi da raggiungere e le richieste che arrivano di volta in volta, in modo tale di costruire una mappa delle linee efficace. Non si può motivare tutto con il «non ci sono soldi»: se le risorse sono poche possono essere riorganizzate in modo tale da migliorare i servizi evitando delle corse doppione o altre soluzioni che funzionano male. Il sindaco di Casacalenda, Michele Giambarba, ha chiesto delle possibili alternative. (FO)

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