Economia & Lavoro

Zuccherificio da smantellare: impianti alla Bm Rottami. Resta la fabbrica “senza faccia”

All’indomani dell’asta di vendita dei soli beni pubblici dello Zuccherificio del Molise, iniziano a venire fuori i dettagli: a offrire l’offerta più alta tra le tre concorrenti per impianti e macchinari è stata una ditta di Verona, la BM Rottami che si occupa di varie attività, compreso lo smontaggio di impianti industriali. Nel sito di contrada Perazzeto restano, invece, gli immobili come capannoni e fabbricati: possibile una nuova asta ma tutto ancora da stabilire. Restano la grande amarezza della storica scritta cancellata a pennellate e le attese degli ex lavoratori che chiedono «lavoro». Botta e risposta tra Facebook e lettera aperta fra l’assessore regionale, Vittorino Facciolla e l’ex governatore, Michele Iorio.

È stata una pura coincidenza ma ha toccato il cuore, soprattutto di chi, in quella fabbrica ci ha lavorato per anni. Aperta prima ancora della Fiat, nel lontano 1969 e ora «cancellata» dal pennello di due operai che, saliti su un carrello elevatore, hanno provveduto a rimuovere la storica scritta dalla facciata: «Zuccherificio del Molise» e il suo logo rosso, quello impresso su milioni di pacchi e bustine di zucchero che hanno fatto la storia del territorio. La coincidenza è che proprio in quei momenti, a pochi chilometri di distanza, al Tribunale di Larino si svolgeva l’asta per la vendita dei beni mobili della fabbrica. La scritta è stata rimossa, invece, in quanto si paga una tassa sulla pubblicità: la Spa e la Srl non producono più e questa sarebbe stata una spesa ulteriore. Fatto sta che simbolicamente quelle pennellate hanno messo la parola «fine» a una storia che durava da 49 anni, salvo che qualcuno – nella miriade di ipotesi – deciderà di tornare a fare zucchero o di fare altro in ciò che resta dello stabilimento.

Intanto, i beni mobili della fabbrica sono stati battuti all’asta «senza incanto». Tre le società che hanno risposto all’avviso di vendita: due italiane e una francese. Stando a quanto emerso al momento dalle procedure ad aggiudicarsi l’asta, dopo i vari rilanci, è stata una ditta di Verona. Si chiama BM Rottami. Sul sito ufficiale dell’azienda si legge questa descrizione: «commercio, stoccaggio e smaltimento rottami. Smontaggio e demolizione fabbricati, impianti industriali e navali. Smaltimento, recupero e commercio metalli». Tante attività tra le quali – a questo punto – ci sarà anche quella (o quelle) che interesseranno i beni mobili dello Zuccherificio come macchinari, impianti e attrezzature. Per ora non si conoscono dettagli e altre comunicazioni ufficiali di eventuali offerte migliorative. Ma c’è anche un altro aspetto: l’avviso questa volta ha riguardato i soli beni mobili (con alcune eccezioni) e non l’intero sito. La domanda è quindi questa: «Che fine faranno gli immobili come i capannoni, il silos o altre strutture?».
Se lo chiedono gli ormai ex dipendenti ormai in mobilità ma anche tutti coloro che hanno vissuto la realtà dello Zuccherificio del Molise. Tanti anni e tante vicende, progetti, tentativi e ora una scritta cancellata a colpi di vernice.

’Botta e risposta’ tra l’assessore Vittorino Facciolla e l’ex governatore, Michele Iorio. Sulla questione è intervenuto anche l’assessore regionale all’Agricoltura, e vicepresidente della Regione, Vittorino Facciolla, con un post pubblicato sulla propria pagina Facebook: «Mio padre lavorava allo zuccherificio. Lo ha fatto per circa 30 anni. Lo ha fatto quando il mercato europeo non era regolato dal regime delle quote di produzione e lo ha fatto anche quando il mercato era regolato dalle quote di produzione dello zucchero. Vi ha lavorato quando la proprietà era in parte pubblica ed in parte privata. Lo ha fatto quando il disavanzo della gestione, i brutali debiti, non si pagavano con i soldi dei molisani. 100 milioni di euro dei molisani bruciati nel tentativo di produrre zucchero “Pubblico”. Quando si portarono i libri in tribunale per chiedere il concordato della storica società per azioni, io portavo i pantaloni alla zuava. Quando costituirono una società a responsabilità limitata per proseguire nell’attività di produzione industriale della vecchia società per azioni, i miei pantaloni non erano più alla zuava, ma solo leggermente più lunghi».

«Ora – scrive sempre su Facebook Facciolla – è il tempo in cui il commento è lasciato a nani e ballerine, ma è ancora il tempo del coraggio. Il tempo della verità. La pubblica amministrazione non fa impresa, la pubblica amministrazione non ripiana le proprie fallimentari attività con i soldi dei propri indefessi cittadini/contribuenti. Lo zuccherificio dopo 14 ’inutili’ aste non ancora lo compra nessuno, ora, acquistarlo, è quasi gratis. Se produrre zucchero è ancora un business, si facciano avanti le ballerine…ed i nani».

Rispetto a queste considerazioni pubblicate sul social network da Facciolla è arrivato l’intervento dell’ex governatore, Michele Iorio, che in una lettera aperta si è detto «sconcertato dai suoi commenti, sia per la forma che per la sostanza. La prima si addice poco ad un vice presidente di Regione. La seconda invece è priva di qualunque contenuto volto ad azioni concrete che abbiano un effetto positivo sulla realtà territoriale. Utilizzando il tuo linguaggio e restando in tema – spiega Iorio – ti consiglio di indossare di nuovo i pantaloni corti e ripensare a quando e quanto lo Zuccherificio sia stato fondamentale per lo sviluppo e l’economia dell’intero Molise. Nel valutare il vostro atteggiamento nei confronti dell’azienda saccarifera, certamente non si può parlare di risultato raggiunto per l’attuazione di una politica».

Secondo Iorio «La politica ha il dovere ineludibile di agire per tutelare l’economia di un territorio non di restare ferma accompagnando le aziende alla morte come avete fatto voi con lo Zuccherificio, ma anche in altre occasioni, assistendo alla fine di un’impresa storica per lo sviluppo del Basso Molise. Sempre indossando i pantaloncini, dovresti anche ricordare quanto impegno economico è stato profuso negli anni dalla Regione Molise e dai governi nazionali proprio per sostenere la filiera saccarifera molisana. Quanto è contraddittoria la politica attuale! Da un lato si comporta attuando uno sfrenato liberismo, dall’altro si rifugia nell’unica soluzione che riesce a costruire per i cittadini (ai quali non rimane altro a cui aggrapparsi) utilizzando i fondi pubblici per cassa integrazione e area di crisi di diverso genere. Per comprendere queste contraddizioni, però, occorrerebbe indossare i pantaloni un po’ più lunghi. Ai molisani tutti – conclude Iorio – dico che resto fermamente convinto, senza essere né un nano né un ballerino, che la filiera saccarifera doveva essere sostenuta da una politica di accompagnamento finanziario. Ci accorgeremo nei prossimi anni di quanti errori ha compiuto questo governo regionale. Oggi a toccare con mano lo scempio sono solo i disoccupati dell’intero Molise». (FO)

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