Lavoratori sul piede di guerra

Autisti Seac, confermati i 10 licenziamenti: “Per l’azienda siamo numeri, ora sciopero”

Nessuno spiraglio di salvezza per i dieci dipendenti dell’azienda concessionaria da 50 anni del servizio di trasporto pubblico in città. La Seac ha confermato i tagli motivandoli con la riduzione del budget assicurato da Regione e Comune. Autisti sul piede di guerra dopo la chiusura al tavolo di conciliazione convocato in Municipio. "Sciopereremo a oltranza se necessario" ha detto il sindacalista Ugl, Nicola Libertone

Nessuna buona notizia dal tavolo di conciliazione convocato in Comune per la vertenza Seac. I dieci licenziamenti annunciati dall’azienda a seguito del taglio regionale per il 2017 sono confermati. Poco spazio, dunque, per la concertazione: i lavoratori hanno annunciato che proseguiranno lo sciopero a oltranza se le cose non dovessero prendere un’altra piega. Il presidio è in atto sotto Palazzo San Giorgio dallo scorso 3 febbraio e resterà fino a che non arriveranno segnali concreti dalla Seac e dalle istituzioni.
«Il tavolo si è chiuso negativamente, i licenziamenti sono confermati – spiega il segretario dell’Ugl, Nicola Libertone –. L’azienda, a fronte dei tagli effettuati dalla Regione, è rimasta sulla sua posizione, facendone una questione matematica. Noi avevamo anche proposto di adeguare le tariffe dei biglietti, di fare abbonamenti settimanali, quindicinali, di rivedere i tempi di percorrenza, una serie di iniziative. Ma la Seac è contraria». Ma per gli autisti «la procedura è nulla, visto che noi siamo già in regime di straordinario mancando due persone, una perché andata in pensione l’altra per licenziamento. Inoltre ci sono sette-otto malati, di cui alcuni gravi. Di che stiamo parlando?».
La Seac cosa dice? «Loro dicono che vanno avanti, ma andremo avanti anche noi con lo sciopero. Lo faremo rispettando tutte le regole. Anche perché la procedura dei licenziamenti dovrebbe terminare il 10-12 marzo e spazio per discutere non ce n’è stato». Per quel che riguarda il Comune e la Regione, Libertone accusa le stesse istituzioni «di violazione dei principi della Costituzione, si va a intaccare il diritto al trasporto, visto che parliamo di diritti minimi. Per fare un esempio, noi andiamo in contrada Cacciapesci la mattina, quando i ragazzi vanno a scuola, e il pomeriggio quanto tornano a casa. Non ci sono corse intermedie, insomma. Poi il Comune ci dovrebbe dire dove vogliono tagliare…».
La situazione, lo ricordiamo, è esplosa dopo che il Comune di Campobasso ha comunicato alla società che, in forza del taglio regionale per il 2017 (25% della spesa annuale 2016), e in assenza di ulteriori risorse, si sarebbe intervenuti con un corrispondente taglio al chilometraggio passato a 761.600 rispetto agli attuali 1.088.000 chilometri. Motivi che hanno spinto la Seac a licenziare dieci persone: una decisione che si riverbererà prima sui lavoratori e poi anche sull’utenza con riduzione delle corse.

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