La denuncia: "sanità distrutta"

Le infermiere sono assenti: la chemioterapia non si può fare, ma nessuno avvisa i pazienti

Disavventura ieri mattina 6 febbraio per alcuni pazienti di Oncologia medica che avrebbero dovuto svolgere le cure chemioterapiche all’ospedale Vietri di Larino. «Le infermiere, entrambe bravissime e molto preparate, erano assenti per ferie e problemi personali. Può capitare, ma almeno qualcuno dovrebbe avvisarci prima» racconta il figlio di una persona in cura che da Termoli ha raggiunto il nosocomio frentano dovendo fare marcia indietro. «E come noi tanti altri. Ma la colpa non è del personale, che invece ringraziamo tanto, bensì della politica che ha distrutto la sanità».

Come succede ormai da qualche settimana, ieri mattina Pasquale ha accompagnato suo padre all’ospedale Vietri di Larino per uno di quei trattamenti che nessuno vorrebbe mai subire: un ciclo di chemioterapia in day hospital. Qualche ora di grande sofferenza, cui segue un periodo più o meno lungo di enorme difficoltà fisica e in molti casi psicologica. Ma ieri è andata diversamente: quando sono arrivati in quel reparto che impropriamente può essere chiamato tale, visto che non ci sono ricoveri in Oncologia medica a Larino, non hanno trovato il personale medico ad accoglierli. Finchè qualcuno ha spiegato: «Le infermiere non ci sono, tornate a casa».

A raccontare la vicenda è Pasquale, nome di fantasia di un cittadino termolese che segue passo passo la lotta contro il male del secolo che ha colpito il papà d qualche tempo e il cui nome resta celato per motivi di privacy. «Da poche settimane andiamo a Larino per i cicli di chemio. Premetto che il responsabile, il dottor Francesco Carrozza, è un medico molto preparato. Allo stesso modo le infermiere, che mi sento di ringraziare per la professionalità e la cortesia che dimostrano di avere».

Il problema grosso è che a seguire i pazienti (ieri erano 7-8 già dal primo mattino) ci sono soltanto due infermiere. E ieri nessuna delle due poteva essere al lavoro. «Una era in ferie, com’è giusta che sia perchè queste persone ne hanno tutto il diritto. L’altra era assente per motivi personali, come può accadere. Però non è possibile che nel 2017 nessuno possa avvisarci prima».

La critica che questo cittadino termolese indirizza non colpisce quindi il personale medico, ma l’organizzazione sanitaria. «La politica ha distrutto la sanità. Tutti questi tagli ci hanno portato a questo punto, che sia destra, centro o sinistra. E’ pazzesco. Eravamo già tutti pronti per il prelievo e siamo stati rimandati a casa. Io arrivo da Termoli. Immaginate cosa significa alzarsi presto, assistere una persona malata, fare 20 minuti di macchina e poi non poter fare nulla e dover tornare indietro. Il disagio è grande i pazienti arrivano da tutti i paesi del Basso Molise».

Chi parla sa bene la sofferenza di quelle mattine con una flebo nel braccio mentre l’organismo inizia a perdere di energia e la sofferenza pervade muscoli e cervello. «Non è facile. Non lo è per chi deve fare il trattamento nè per chi accompagna e si trova ad assistere a questa sofferenza. E dopo tutto questo ci capitano anche episodi come quello di stamattina (ieri per chi legge, ndr). Purtroppo non è la prima volta. Io mi chiedo come possa essere possibile che ci siano solo due infermiere, dalla mattina e talvolta fino a metà pomeriggio, per così tanta gente malata. E’ sconcertante».

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