Cronache

Ariston, 500 firme per salvarlo. E ci sono anche gatti e principesse. Affissione rimossa

E’ rimasta solo poche ore la stampa delle firme raccolte tramite il sito di petizioni online Change.org contro la demolizione dello storico teatro di via Cardarelli. I proprietari hanno immediatamente allertato i vigili urbani per la rimozione dell’affissione abusiva sulla parete della struttura. Tra i sottoscrittori anche gatti e principesse addolorate

“No alla demolizione del cinema teatro Ariston di Campobasso”: si intitola così la petizione partita sul sito Change.org per salvare lo storico edificio di via Cardarelli attualmente al centro di un vivace contenzioso tra la famiglia De Benedittis, proprietari dello stabile, e Comune, Codacons e Soprintendenza dei Beni culturali.
Sulla parete esterna del teatro nella mattina del 6 febbraio qualcuno ha affisso un elenco coi i nomi di sottoscrittori della petizione online (sul sito sono attualmente a quota 1154): tra loro c’erano anche gatti e principesse addolorate. I proprietari hanno immediatamente allertato i vigili urbani per denunciare questa affissione abusiva e rimuovere le firme sulla lettera indirizzata al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al presidente del Consiglio Matteo Renzi, al ministro dei Beni e delle Attività Culturali Dario Franceschini e al presidente della Regione Molise Paolo Di Laura Frattura.

Nel testo si parlava della struttura con i suoi 1200 posti a sedere inaugurata il 5 febbraio del 1950 e chiusa nel 2005 “in quanto – così leggiamo dal sito change.org – necessitava di interventi di ristrutturazione che la proprietà non era capace di affrontare senza l’aiuto delle istituzioni. Aiuto che non è mai arrivato ed ora siamo arrivati a questo punto. Il Teatro rischia l’abbattimento che segnerà il fallimento di tutta la classe dirigente politica regionale degli ultimi anni. Si richiede pertanto un intervento immediato per risolvere la questione”.

Fino a novembre il teatro, che ormai cade a pezzi, non potrà essere né ristrutturato né demolito come ha stabilito il Consiglio di Stato in attesa di entrare nel merito della vicenda.

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