Cronache

Gam, assemblea ad alta tensione: sindacati dettano condizioni. Si tratta con Amadori

Lavoratori e rappresentanti sindacali in riunione a Bojano per esaminare il progetto di rilancio del gruppo romagnolo che ora detenine i beni della filiera. Uil e Cgil hanno chiesto tutele per il riassorbimento progressivo delle maestranze, attenzione sui fondi pubblici impiegati e "nervi saldi" per arrivare a un accordo migliorativo. Cauto Amadori che inizierà la ristrutturazione solo quando avrà ottenuto garanzie.

Clima teso all’assemblea dei lavoratori Gam che martedì 31 gennaio si sono riuniti per discutere del progetto di rilancio della filiera predisposto dal gruppo Amadori tramite la sua controllata Avicola Vicentina. In vista del vertice previsto per venerdì 3 febbraio a Roma, il gruppo romagnolo che si è aggiudicato i beni della filiera, cerca consenso per il suo progetto di rilancio. La vertenza, infatti, è a una svolta e si lavora per l’accordo sindacale.

Tecla Boccardo, segretaria regionale della Uil Molise, ha cercato di gettare acqua sul fuoco raccomandando «nervi saldi, attenzione e responsabilità della politica».
Durante i lavori di questa mattina a Bojano sono state dettate le condizioni della Uil che auspica equilibrio nella valutazione dell’accordo dettando allo stesso tempo le sue condizioni. «Per quanto ci riguarda – ha detto Boccardo – l’importante è che si tratti di un vero progetto, di ampio respiro con investimenti veri, con un’opera di adeguamento delle strutture produttive e qualificazione dei lavoratori, un rilancio dell’attività produttiva che possa creare occupazione diretta stabile e un indotto economico qualificato e, anche qui, non effimero con ricadute positive su tutta l’area di Bojano e dintorni».
Ma le condizioni del sindacato ci sono anche per gli amministratori «affinché forniscano le risorse economiche di propria competenza, nazionali e regionali, semplifichino e accelerino le procedure, si occupino di assicurare un reddito ai lavoratori al momento in attesa di essere nuovamente occupati, profili e migliori le loro professionalità».

In assemblea c’erano anche i rappresentanti dei lavoratori iscritti alla Cgil. Il sindacato confederale ha chiesto chiarezza rispetto all’area di area di crisi industriale complessa e ai fondi regionali ed europei necessari a garantire la ripresa e lo sviluppo della filiera avicola del Molise. «L’azienda – hanno scritto dalla Cgil Molise – deve assumere impegni concreti attraverso la presentazione di un piano industriale che definisca tempi certi per la ripresa di tutte le attività e la ricollocazione del personale, sottoscrivendo apposito accordo in sede ministeriale congiuntamente alla Regione e al Ministero dello Sviluppo Economico.

I tempi della ripresa produttiva sono infatti il grande nodo della vertenza: Amadori vorrebbe ripartire dall’incubatoio entro la fine dell’anno, la ristrutturazione dei capannoni di contrada Monteverde, però, non comincerà prima della chiusura degli accordi finanziarie e sindacali. Qui dovrebbero ricominciare a lavorare le prime 70 persone, discorso diverso per il macello, rimetterlo in piedi ha tempi lunghi: meno di 300 sarebbero i nuovi assunti ma almeno questi dovrebbero essere ex lavoratori Gam.

La Cgil ha chiesto l’intervento della Regione per evitare tempi lunghi e rallentamenti di carattere burocratico «ma anche il dovuto controllo sull’investimento delle risorse pretendendo certezza sulla piena e stabile rioccupazione di tutto il personale».
Per quanto riguarda i 280 ex dipendenti Gam «vanno definiti i tempi per la profilazione e avviate immediatamente percorsi legati al piano delle politiche attive del lavoro finalizzato al recupero occupazionale (bonus assunzioni, percorsi volontari di accompagnamento alla pensione o di esodo anticipato incentivato; servizi specialistici; riqualificazione professionale outplacement), così come sempre sostenuto dalla Regione e concordato presso il ministero del lavoro alla presenza del MISE in data 25 novembre 2016».

Altri ammortizzatori per sostenere il reddito dopo la fine della cassa integrazione (scade a novembre 2017) sono ancora tra le richieste formalizzate dalla Cgil. «Deve essere sin da ora chiaro a tutti che, l’eventuale mancata definizione positiva della vertenza Gam, non potrà essere addebitata ai lavoratori e alle organizzazioni sindacali, poichè riteniamo che, a fronte degli investimenti pubblici e privati previsti, chiedere la salvaguardia e la ricollocazione di 280 lavoratori sia basilare e prioritario per noi, per il territorio molisano e per l’istituzione Regione».

commenta